giovedì 22 marzo 2012

mercoledì 14 ottobre 2009

"Meno inquini più ti premio" la svolta verde delle Ferrovie. Sui treni partiranno le "millemiglia" ecologiche. Dal prossimo anno 2,5 milioni di tonnellate di gas serra in meno ogni dodici mesi di ETTORE LIVINI


MILANO - Prima la Frecciarossa, ora i biglietti verdi. Dopo il successo dell'alta velocità - che sulla Milano-Roma ha ormai conquistato il 50% del mercato - le Ferrovie dello Stato provano a strappare altri passeggeri ad aereo e auto giocando il jolly del viaggio ecologico.Tutti i tagliandi d'accesso sui treni italiani, compresi quelli emessi online, riporteranno in tempi brevi - oltre a tratta, classe e prezzo - anche il bilancio ambientale del percorso: vale a dire i numeri che quantificano quante emissioni (in kg. di CO2) e consumi energetici (in grammi di petrolio equivalenti) si sono evitati rispetto all'uso sullo stesso percorso di auto ed aereo.Non solo: ogni passeggero avrà una sorta di tessera personale su cui, viaggio dopo viaggio, verranno contabilizzati l'anidride carbonica e il gasolio "risparmiati". Una sorta di Mille miglia su rotaia che - come la cugina dei cieli - accumulerà questi "punti verdi" facendo scattare un articolato meccanismo di premi. L'elenco, ancora allo studio, dovrebbero comprendere biglietti gratuiti, sconti e "upgrading" di classe. E più avanti, se si riusciranno a superare gli scogli tecnici, persino la possibilità di detrarre fiscalmente parte delle spese di viaggio.La sfida del treno ad aereo ed auto, perlomeno sul fronte ecologico, non ha storia. Per ogni passeggero/chilometro - l'unità di misura su cui si calcola il bilancio ambientale di un mezzo di trasporto - scegliendo i convogli delle Fs si producono 44 grammi di CO2 contro i 118 dell'auto, i 140 dell'aereo e i 158 del camion. Stesso discorso sul fronte del risparmio energetico. Utilizzando la strada ferrata si consuma il 91% in meno rispetto al volo, il 77% in meno dei camion e il 68% di una vettura.L'avvento degli eco-biglietti Fs e delle loro promozioni ha l'obiettivo commerciale di consolidare il lento ma costante recupero di quote di mercato del treno nel nostro paese. Un fenomeno che ha già garantito, cifre alla mano, benefici importanti: nel 2008, sui convogli Trenitalia sono saliti 100mila pendolari in più al giorno. Un aumento del 6% che si traduce nel risparmio di 65mila viaggi al dì in auto, con 27mila tonnellate in meno di anidride carbonica scaricate in aria. I 1.600 passeggeri al giorno che sono passati dalla navetta Roma-Milano di Alitalia-Air One all'alta velocità dal lancio della Frecciarossa garantiranno a fine 2008 (magari senza rendersene conto) un risparmio di altre 30mila tonnellate.

E quando a dicembre 2009 entrerà in esercizio il treno superveloce Torino-Milano-Roma-Salerno, l'intero sistema dei trasporti italiano dovrebbe produrre - secondo la stima delle Fs - 2,5 milioni di tonnellate di CO2 in meno ogni dodici mesi.La scommessa ecologica della società guidata da Mauro Moretti rientra in un piano continentale per la riduzione dell'effetto-serra che giocherà molte delle sue possibilità di successo proprio sul taglio drastico delle emissioni nel settore dei trasporti, aumentate del 27% tra 1990 e 2006 mentre quasi tutto il resto dell'industria riusciva a tagliarle. Oggi auto, camion, aerei e treni contano circa per il 20% del totale di anidride carbonica scaricato nei cieli europei. E L'Agenzia ambientale di Bruxelles prevede che, ai trend attuali, l'inquinamento prodotto dal sistema della mobilità sarà superiore nel 2050 a quello di tutti gli altri comparti industriali messi assieme.Fonte: La Repubblica.it

San Donato - Il progetto, all’esame del consiglio, prevede la chiusura della strada che da viale De Gasperi conduce a piazza Vanoni. Una barriera verde attorno ai palazzi Eni. La fascia costituirà una protezione naturale all’intero complesso.


Il nuovo “Patto per San Donato sicura” che verrà stretto tra Eni e comune di San Donato, passerà dalla chiusura al traffico della strada che da viale De Gasperi conduce a piazza Vanoni. La bozza dell’accordo prevede che nei prossimi trent’anni quel segmento viario, che appartiene da sempre all’assetto viabilistico del territorio, rimanga chiuso alla circolazione di auto e pedoni. In cambio l’Eni si impegna a realizzare una nuova rotatoria tra la via Emilia e viale De Gasperi, che si specchierà, entro sei mesi dalla stipula del contratto, nella proposta progettuale dell’azienda, che sarà anche corredata da una tabella di marcia dei lavori. In ogni caso il piano varato dal colosso petrolifero, che sulla carta dovrebbe produrre vantaggi anche in termini di sicurezza per la città, sarà posto sul banco del dibattito nel corso del consiglio comunale convocato per domani sera. La nuova strategia posta sul tappeto politico prevede altresì la recinzione, attraverso una siepe, di tutto il perimetro del comparto dei palazzi di vetro che si estende su un’area di 54mila metri quadrati.
I benefici che possono derivare da questi inediti sbarramenti in termini di sicurezza per la città, sono sintetizzati in alcuni passaggi del testo in cui sono descritte le misure che verranno intraprese per tutelare l’area che ospita i grattacieli storici di San Donato. «Il sistema integrato di sicurezza – si legge -, sarà costituito da una maggior presenza sul perimetro delle sedi Eni di San Donato di pattuglie automontate di istituti di vigilanza privata, che in costante collegamento radio con le forze dell’ordine garantiranno un pattugliamento nelle aree esterne alle predette sedi con evidenti vantaggi in termini di controllo del territorio, prevenzione dei crimini e deterrenza». Ma se viene annunciato un potenziamento dei vigilantes in circolazione, arriva anche conferma che ai 70 dispositivi elettronici installati nei pressi dei palazzi uffici, se ne aggiungeranno di nuovi, accompagnati da opportuna illuminazione, al fine di eliminare le zone d’ombra. È stato fatto cenno infatti ad una rete di nuove telecamere, collocate nelle zone più critiche a spese di Eni servizi, i cui filmati saranno poi messi a disposizione dei carabinieri. Si aggiunge infine l’aspetto viabilistico, con nuove regole che impediranno l’accesso di estranei all’interno del quartiere per colletti bianchi che sorge tra viale De Gasperi e la via Emilia. Particolare attenzione sarà posta agli ingressi che conducono all’interno del comparto, con un sistema di controllo presso “i varchi carrabili e pedonali”. La politica locale si trà così a dibattere su una pagina che in nome del contrasto alla criminalità interromperà una tradizione fatta di spazi aperti, che vede il mondo del terziario inserito all’interno del tessuto sociale e urbano di questo tratto di hinterland.Fonte: Il Cittadino

Paullo - La realizzazione della galleria nella zona tra Mediglia e Pantigliate ha messo in ginocchio la già precaria circolazione. «Siamo disposti a occupare la Paullese». La minaccia degli utenti cremaschi che lanciano l’ultimatum.


Gli utenti cremaschi lanciano l’ultimatum ai politici: «O si trova una soluzione all’intasamento quotidiano della Paullese, o scenderemo in strada per occuparla». Emiliana Colombo, rappresentante dei pendolari che vengono dalla provincia è stata chiarissima, ribadendo la sua posizione in una lettera ufficiale a tutti gli enti interessati (agli assessori Giovanni De Nicola per la Provincia di Milano, Nancy Capezzera per la Provincia di Lodi, Giovanni Leoni per la Provincia di Cremona), in attesa di risposte finalmente reali. La premessa è semplice e nota: l’avvio dei lavori per l’escavazione della galleria nel territorio di Mediglia e Pantigliate ha messo in ginocchio la già precaria circolazione, aggiungendo nuovi disagi e rallentamenti oltre a quelli già esistenti: «Siamo come di fronte ad una corsa ad ostacoli - sintetizza -: prima la rotonda di Zelo Buon Persico, poi il semaforo di Zelo, quindi quello di Paullo, infine la rotonda di Mombretto». Inoltre le scuole a pieno regime e la stagione invernale condurranno inevitabilmente di questo passo al collasso per la viabilità sull’ex statale, già pesantemente compromessa dalla cattiva (secondo molti sindaci) programmazione dei cantieri. Ecco perché il comitato dell’utenza è pronto a suonare la carica in caso di mancate soluzioni fino all’occupazione della 415 negli orari di punta. «Gli utenti - scrive Colombo - non sono più disposti ad ascoltare inutili ed inconcludenti parole. Al fine di prevenire eventuali decisioni drastiche come ad esempio il blocco totale dell’ex statale 415 nelle ore di punta (già minacciata nei mesi scorsi, Ndr), chiediamo maggiore attenzione per istanze ch riteniamo di fondamentale importanza». Le proposte suggerite sono quelle avanzate a Spino, al taavolo del trasporto, che però hanno incassato un no da Palazzo Isimbardi: l’istituzione di un senso unico di marcia, al flusso verso Milano, percorrendo la vecchia Paullese fino alla centrale del latte di Peschiera Borromeo per poi tornare nuovamente sulla nuova Paullese prima del sottopasso; l’istituzione del senso unico di marcia sull’altro lato. «Per quanto riguarda la proposta gomma/ferro, crediamo sia opportuno stimolare l’utilizzazione delle stazioni ferroviarie di Lodi e Treviglio, - conclude Colombo - credo che la Regione dovrebbe assumersi la responsabilità di una scelta di integrazione tariffaria tra il servizio di gomma e quello di ferro. È una decisione dovuta e improcrastinabile, in modo da non gravare ulteriormente sulle spese già sostenute dagli utenti, non colpevoli di questi disagi». Da un anno e mezzo il Pirellone, nonostante il sì già esibito alle richieste, non ha però sbloccato l’iter per il biglietto unico integrato.Fonte: Il Cittadino

San Colombano - L’appello degli ambientalisti in vista della discussione del piano urbanistico «Giù le mani dal centro e dalle colline»


La politica locale si accende sull’urbanistica: mercoledì si riunisce il consiglio comunale per deliberare sulle zone d’esclusione del piano casa della regione Lombardia, e gli ambientalisti chiedono di salvaguardare parco collinare, centro storico e le altre aree già tutelate.Il 15 ottobre è il termine ultimo fissato per i consigli comunali per deliberare le aree in cui non troverà applicazione il piano casa varato dalla regione Lombardia per il rilancio dell’edilizia. Tra le altre misure, sono previste facilitazioni per aumentare le volumetrie e per il recupero a uso abitativo di fabbricati in precedenza destinati ad altro uso.Le associazioni ambientaliste locali, Picchio Verde, Legambiente e Wwf hanno trasmesso nei giorni scorsi al sindaco Gigi Panigada la richiesta di escludere dall’applicabilità della legge «tutte le aree del centro storico , il Plis di San Colombano al Lambro e quelle aree soggette a vincolo di inedificabilità in base a disposizioni di legge o di pianificazione territoriale ed urbanistica».Le associazioni rimarcano nella loro richiesta il fatto che la legge prevede espressamente che siano i consigli comunali a deliberare in tal senso e per questo gli ambientalisti «invitano a mettere in atto tutte le iniziative necessarie per non perdere questa fondamentale occasione di tutela e valorizzazione del vostro e nostro territorio».L’amministrazione comunale scioglierà mercoledì, nel corso di un inusuale consiglio comunale pomeridiano, il dubbio sul recepimento o meno di questa richiesta.Da segnalare che proprio in occasione dell’ultimo consiglio comunale nel mese di settembre, la maggioranza era andata in difficoltà sulla delibera di recepimento della legge regionale per il consumo delle superfici agricole allo stato di fatto, ovvero quelle superfici di fatto agricole indipendentemente da come fossero marcate negli strumenti urbanistici, e sulla maggiorazione del contributo di costruzione.Il sindaco aveva portato in consiglio per l’approvazione la cartografia passata dalla Regione e la proposta di applicare l’aliquota massima del contributo di costruzione al 5 per cento. La norma era entrata in vigore ad aprile, ma San Colombano non l’aveva ancora recepita.Incalzato dal consigliere di minoranza Maurizio Rugginenti sui ritardi d’applicazione, che hanno portato alla cartografia imposta dal Pirellone e all’obbligo dell’aliquota al 5 per cento, e sulla formulazione della delibera, che avrebbe lasciato al comune margini di discrezionalità interpretativa non previsti dalla norma, alla fine il primo cittadino ha proposto il ritiro della delibera.
Azione indispensabile anche per i malumori di diversi consiglieri di maggioranza, palesemente contrari perché non sarebbero stati informati in quei termini della decisione d’assumere.Fonte: Il Cittadino

Danni ovunque per il vento, disagi da Lodi a San Rocco


Da Lodi a San Rocco, passando per Tavazzano, Sant’Angelo, San Giuliano e Orio Litta. Il forte vento che ieri ha spazzato il Lodigiano e il Sudmilano da nord a sud ha fatto danni praticamente ovunque, abbattendo alberi, cartelli stradali e cornicioni. È pesante il bilancio per primo giorno di maltempo dopo il caldo degli ultimi giorni.I danni più gravi sono stati provocati a Lodi, dove vigili del fuoco e polizia locale sono dovuti correre quasi senza interruzione da un capo all’altro della città. Due piante sono cadute in piazzale Omegna, in zona San Fereolo: di mattina sopra una giostrina per bambini, nel pomeriggio sopra un’auto parcheggiata. A pochi metri da lì, in via Colombo davanti all’ingresso della “muraglia”, è stata divelta quasi completamente la copertura della pensilina sotto cui ci sono i distributori automatici di snack e bevande. In via Giovanni XXIII una pianta è caduta sul marciapiede e parzialmente sulla strada nei pressi della scuola elementare Pezzani: la zona è stata transennata, mentre i bambini sono stati fatti uscire dal retro. In via Benedetti sono state segnalate lastre che si muovevano sul tetto di un’abitazione privata; nel parco di via Libero Grassi (a Campo Marte) e in quello delle Lavandaie, invece, sono crollati due alberi.A Tavazzano è stata chiusa via Primo Maggio, nel tratto fra via Di Vittorio e via Pesa, dalla polizia locale del consorzio Nord Lodigiano a causa di un vecchio platano che non ha retto alla furia del vento e ha tagliato in due la carreggiata. Sempre a Tavazzano la recinzione di un cantiere edile è crollata sulla via per Pezzolo.Nella Bassa, oltre all’incidente provocato sulla Mantovana, ci sono stati interventi dei vigili del fuoco (del distaccamento volontario di Casale) a San Rocco per la caduta di una robinia di sei metri in via Borsellino, a Santo Stefano, in località Filolungo, per un tronco che si era appoggiato ai cavi di Enel e Telecom, e a Terranova, località Biraga, per il crollo di alcuni pali Telecom che hanno rischiato di far cadere la fila degli altri tralicci.A San Giuliano infine, nel Sudmilano, due piante sono cadute rispettivamente in via Per Civesio, la strada che dalla provinciale 164 porta alla tangenziale e collega Civesio con Viboldone, e sulla via Emilia nei pressi del ristorante La Rampina. In quest’ultimo caso non è stata bloccata la strada e non è stato necessario l’intervento della polizia locale per la viabilità. Gli operai di Genia hanno provveduto a rimuovere gli alberi e i rami caduti sulla carreggiata.Fonte: Il Cittadino