
La chiesa e l’oratorio di San Donato Martire sono al centro di una rete di accoglienza che coinvolge tutta la città
fonte:Il Cittadino
Dalla parrocchia una mano tesa a poveri, anziani ed emarginati.
A San Donato Martire trovano una mano tesa i poveri, gli immigrati, gli anziani, grazie ad una solida rete che vede insediato nella parrocchia centrale della città il quartier generale della Caritas cittadina. È ricco il ventaglio di iniziative messe a disposizione della comunità di circa 8mila anime che fa capo alla chiesa dedicata al patrono della città. «Una volta al mese - ricorda il parroco don Alberto Barlassina - ospitiamo un parroco filippino a celebrare la Messa per la comunità di connazionali che si riunisce fino a riempire la chiesa. Inoltre, come avviene anche a Santa Barbara, abbiamo i gruppi di ascolto del Vangelo, a cui si aggiungono occasioni di incontro per le famiglie, la scuola di italiano per gli immigrati, l'oratorio che, con l'apporto delle suore e del coadiutore don Roberto Pagani, anche questa estate ospiterà circa 300 bambini». Don Barlassina, da 18 anni pastore a San Donato, rappresenta un punto di riferimento per la realtà locale del Concentrico. Ma cosa è cambiato in questi 18 anni? «Mi sembra che la comunità sia diventata più coesa, ma forse tutto dipende dal fatto che ora la conosco a fondo, incontro molte famiglie, ho visto bambini diventare adulti e sposarsi. Ritengo che la benedizione delle case sia molto importante, in quanto le persone oggi hanno bisogno di contatti diretti, di non sentirsi un numero». Il calo di matrimoni coinvolge anche la chiesa di San Donato Martire. «Nel 2000 ne abbiamo celebrati circa 60 e nel 2007 si sono a ridotti a 20: la media un tempo era di una quarantina all'anno, ora i dati purtroppo rivelano una tendenza diversa. Del resto, quando guardo i dati Istat mi rendo conto che la nostra situazione è esattamente in linea con il quadro nazionale. Occorre tenere conto che siamo alle porte della metropoli e che San Donato potrebbe essere un quartiere di Milano, e pertanto risente di tutti gli influssi, positivi e negativi, della grande città». Un messaggio alle giovani coppie? «Ricordo loro che il matrimonio in chiesa non deve essere visto come un problema, bensì è una grazia, un aiuto che li accompagnerà sempre. In generale le nuove generazioni rappresentano il nostro futuro, su di loro ricadono tutte le nostre aspettative, hanno un ruolo importante». Anche a San Donato inizia a muoversi un percorso di pastorale d'insieme, sebbene, come ricorda don Barlassina, non sia facile per un territorio che ospita sei parrocchie, che sono nate e cresciute autonomamente, iniziare a lavorare in sinergia. Ma nonostante le difficoltà, non mancano alcuni esempi positivi. «È ormai di tradizione - ricorda infatti don Barlassina - il pellegrinaggio a Caravaggio che viene organizzato tutti gli anni, a cui si aggiunge la processione per le vie cittadine insieme e alcuni altri momenti». Mentre tra i problemi che affliggono molti parrocchiani, anche nel quartiere centrale della città è particolarmente sentita la precarietà del lavoro e le difficoltà legate alla casa. «Molti giovani cresciuti a San Donato devono andare via - spiega il parroco -, spinti in altri comuni dai prezzi troppo elevati delle abitazioni». Sugli anziani poi pesa l'ombra della solitudine. «Alcuni si affezionano molto alle badanti, con le quali spesso stringono un forte legame». Tra i segnali positivi figura la presenza assidua alla Messa della domenica, dove è elevata la frequenza da parte della numerosa comunità fedeli di San Donato Martire. Anche questo è un segnale che conta.fonte:Il Cittadino
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