mercoledì 2 settembre 2009

Annata nera per le colture cerealicole

A complicare una situazione già critica ci si è messa anche l’invasione della diabrotica che ha colpito i campi di mais.Produzione ridotta e prezzi in calo: gli agricoltori in allarme.

Si preannuncia un bilancio amaro per le colture cerealicole lodigiane. Beneficiati pomodori e vendemmie, ovvero il volto felice dell’agricoltura locale nel 2009, la calda estate in corso non è stata altrettanto generosa con frumento, orzo e mais. Omogeneamente diffuse sul territorio e fondamentali per nutrire gli allevamenti, le tre colture stanno attraversando una fase molto critica. Le produzioni, infatti, sono stimate in netto calo: e il segno meno, a dispetto dell’aumento dei costi, si sta riflettendo anche sui prezzi, crollati in dodici mesi di oltre il 30 per cento. Unica nota lieta, la qualità dei prodotti, previsti su livelli eccellenti: una consolazione parziale rispetto a un quadro a tinte decisamente fosche. «Per i cereali purtroppo la situazione del 2009 non è tanto favorevole, anzi: per il mais ci sono negatività piuttosto importanti, come per i cereali a paglia, come frumenti e orzo - conferma Luigi Tomasi, direttore di Confagricoltura per Lodi e Milano -. Per quest’ultimi, rispetto al 2008 la superficie si è mantenuta stabile (400 ettari di frumento e 2.500 di orzo, ndr), ma c’è stata una riduzione del frumento duro. La qualità è superiore, specialmente nella granella, ma purtroppo la produzione è stata abbastanza scarsa: si va da un 15 o 20 per cento in meno, anche di più in alcune zone. I prezzi? Ad agosto il frumento panificabile è sceso dai 21 euro a quintale di un anno fa a 14,7 a quintale, mentre l’orzo era a 17,4 ed è sceso 12,6. Aggiungendoci il calo nella produzione la situazione è piuttosto critica: anche perché i costi, nell’ultimo decennio sono aumentati del 30 per cento».Ancora peggiore, purtroppo, è la situazione del mais. Messo in ginocchio dal dilagare della diabrotica, il micidiale insetto capace di spolpare una pannocchia come un osso, “l’oro biondo” dei campi lodigiani è oggetto di una richiesta di calamità naturale, ancora giacente, per milioni e milioni di euro. Il prezzo in agosto è precipitato a 13 euro a quintale contro gli oltre 20 di dodici mesi fa, le superfici si sono ridotte tra il 5 e l’8 per cento, e se i primi raccolti di trinciato segnalano un calo nella produzione tra il 15 e il 20 per cento quelle della granella rischiano a loro volta di attestarsi almeno in doppia cifra. «Sulla granella è ancora presto per parlare, ma sicuramente la diabrotica ha rappresentato un grosso guaio - analizza Carlo Franciosi, presidente della Coldiretti di Lodi e Milano -. Il prezzo intanto è molto basso, in modo ingiustificabile, anche perché da noi è una delle colture che cresce meglio, complice l’abbondanza d’acqua. I consumi legati al biogas sembrano in aumento e, di conseguenza, spero possano rappresentare una via d’uscita per i prezzi. Ma gli allevamenti zootecnici sono in diminuzione, la situazione è generalmente un po’ pesante e la produzione ne risente: spero che quella della gramella sia migliore del trinciato, la cui qualità è comunque piuttosto alta». Qualche agricoltore, comunque, può sorridere: «Per la soia - rivela Franciosi - si prospetta una buona annata».Fonte: Il Cittadino

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