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mercoledì 29 luglio 2009
Bertonico - Centrale, prime prove di accensione

venerdì 17 luglio 2009
Somaglia - Diffida dell’Enpa sul branco di randagi: «No all’abbattimento, è contro la legge»

mercoledì 8 luglio 2009
Afa e trombe d'aria addio clima mite

Grande cronista, Niccolò Machiavelli. "Un turbine di nugolaglia grossa e folta... spinta da superiori forze, o naturali o soprannaturali che le fussero, in se medesimo combatteva... nasceva un romore mai più udito... Ciascuno che lo sentì giudicò che il fine del mondo fusse venuto". Lo scrittore fiorentino racconta "lo spaventoso turbine" che il 24 agosto 1456 si era abbattuto nelle vicinanze di Pisa. "Le spezzate nugole, ora verso il cielo salendo, ora verso terra scendendo, insieme si urtavano... molte case furono fino al piano della terra rovinate... i tetti dei templi furono più che un miglio discosto portati...".Nelle cronache di oggi lo "spaventoso turbine" ha un altro nome: tromba d'aria. E un fenomeno meteorologico che sembrava relegato in terre lontane diventa notizia quasi quotidiana. "Tromba d'aria in Veneto: tetti scoperchiati, 28 feriti, danni per decine di milioni (6 giugno)". "Tromba d'aria, con vento a 120 all'ora, solleva per 50 metri due kitesurfisti a Campo di mare. Uno muore (20 giugno)". "Tornado a Cerveteri, distrutto un campo giochi, tetti danneggiati (21 giugno). E non ci sono soltanto gli "spaventosi turbini".Da giorni a Roma dopo ore di afa monsonica la città viene sommersa di grandine e non è certo questa l'unica "stranezza" meteorologica di quest'anno. Sulle montagne venete la grandine è arrivata quando ancora era tempo da neve. A Pieve d'Alpago la grandinata invernale, il 24 febbraio, è riuscita a uccidere cinque cinghiali.Si leggevano nei romanzi, le pagine sui cieli che sembrano impazziti e mandano verso la terra un vortice che sembra un cono, o una proboscide, e tutto risucchia e tutto spezza. "Le trombe d'aria della tarda primavera, e le altre arrivate nel novembre scorso - dice Luca Lombroso, meteorologo presso il dipartimento di ingegneria dei materiali e dell'ambiente all'università di Modena - sono un segno di questo tempo sconquassato. Sono anomali anche i temporali "estivi" che arrivano in autunno e pure in inverno. Esiste certamente un nesso fra le trombe d'aria, e comunque gli eventi atmosferici estremi, e il riscaldamento dell'atmosfera. Se c'è più caldo, l'acqua evapora di più e le perturbazioni sono più "cariche". Il ciclo dell'acqua diventa più veloce. Il riscaldamento globale ormai è accertato.Secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration dal 1880 ad oggi gli otto anni più caldi sono tutti posteriori al 1997. Nell'ordine, sono il 2005, il 1998, il 2002, il 2003 (quando secondo l'Organizzazione mondiale della sanità ci sono stati 40.000 morti in Europa e 20.000 in Italia), il 2007, il 2006, il 2004 e il 2001. In cento anni nella nostra atmosfera la temperatura è salita di 1 grado. Non è poco. Con 5 gradi in meno si tornerebbe all'era glaciale. E negli ultimi vent'anni c'è stata una forte accelerazione, con un aumento di circa 0,2 gradi all'anno. In particolare nell'area del nord, dalle Alpi alla Toscana, la crescita di temperatura è stata di tre o quattro volte superiore alla media dell'ultimo secolo.Questo mette in discussione tutto. Secondo l'0cse, nei prossimi anni, sono previsti "riduzione della neve a bassa altitudine, arretramento dei ghiacciai, cambiamenti delle temperature e precipitazioni estreme"".Non è necessario tornare ai tempi del Machiavelli per leggere le cronache di "spaventosi turbini". L'11 settembre 1970 un tornado si abbatte nelle campagne di Padova e nella laguna veneziana. Per 58 minuti, e su una striscia di 70 chilometri, distrugge campi e case. Trentasei morti, cinquecento feriti. Velocità del vento superiore ai 220 chilometri all'ora. Nella piana di Catania, il 31 ottobre 1968, una tromba d'aria per 15 minuti devasta un corridoio di 16 chilometri. Due morti, cento feriti. Il 4 luglio 1965 il vortice si abbatte nelle campagne fra Fiorenzuola e Sissa, fra Piacenza e Parma. Nove le vittime. Il 16 giugno 1957 il tornado distrugge Robecco e Vallescuropasso, nel'Oltrepò pavese. Quando il vento arriva all'improvviso e la grandine gela l'aria - come in questi giorni a Roma - gli esperti parlano di "cella temporalesca". "Troppa energia in aria", dice Marina Baldi dell'istituto di biometeorologia del Cnr. "Di mattina cielo terso e sole caldo, di pomeriggio arriva la pioggia lampo o la grandine. In questi giorni sembra una routine ma la spiegazione è nell'energia che si accumula nell'aria. La colpa è dei "fenomeni connettivi": l'aria si comincia a scaldare durante la mattina e così si carica di energia che viene poi "rilasciata" sotto forma di precipitazioni. Le perturbazioni brevi ma intense si stanno estendendo anche al bacino del Mediterraneo". Un tempo erano fenomeni lontani, "tropicali". Ora i monsoni allagano l'Eur. Fonte: La Repubblica.it
San Donato - Appello al comune: «Troppi gli incidenti nelle vie della città»
«Troppi incidenti sulle strade di San Donato». Cittadini e forze politiche reclamano attenzione sulla sicurezza delle arterie locali. «Alla luce degli ultimi incidenti stradali avvenuti in via Angelo Moro - lamenta l’esponente del Pdl, Giovanni Cafaro - , in qualità di consigliere comunale che risiede nella via in oggetto, sollecito i componenti dell’ufficio tecnico ad effettuare i sopralluoghi al fine di integrare e rafforzare la segnaletica stradale orizzontale e verticale». In primo piano in questo caso viene portata la trafficata asse di collegamento tra viale De Gasperi e la Paullese, dove in effetti strisce zebrate e indicazioni stradali necessitano di una celere manutenzione. «Nonostante l’ottimo lavoro svolto quotidianamente dalla polizia locale e la sua presenza costante e assidua in tutta la città - mette in risalto Cafaro -, è comunque necessario a mio avviso e da parte dei residenti di via Moro che hanno già in passato effettuato segnalazioni, un ulteriore sforzo al fine di apportare una segnaletica adeguata che salvaguardi i pedoni e gli automobilisti soprattutto nelle ore di intenso traffico». Ma rimane in attesa di interventi anche il rondò San Martino, che recentemente è stato teatro di una serie di sinistri con feriti. L’esponente del Pdl Guido Massera ha recentemente preso la parola, lanciando un appello ai vertici del comune, affinché siano rapidamente realizzati quegli investimenti previsti da tempo per mettere in sicurezza l’incrocio, dove l’ultimo incidente risale a domenica sera. I pericoli delle strade tornano così ad essere protagonisti anche a seguito dei due incidenti mortali avvenuti rispettivamente all’intersezione tra via Moro e la Paullese, in prossimità dell’attraversamento pedonale, e lungo viale De Gasperi, che è già stata in più occasioni teatro di tristissimi episodi legati innanzitutto ai mezzi lanciati in gran velocità lungo la direttrice che viene utilizzata come fosse una sorta di tangenziale. Si aggiungono poi i problemi causati dagli ingorghi concentrati su alcune vie che sembrano ormai inadeguate a sostenere il gran carico di traffico che si trovano a sopportare ogni giorno. Anche gli attenti gestori del blog di Certosa (http://percertosa.myblog.it), in attesa del nuovo Piano urbano del traffico, hanno più volte puntato i riflettori su via Adige, dove si incontra il traffico di ingresso ed uscita dal quartiere, con un viavai che nelle ore di punta crea una pesante congestione di mezzi. Anche in questo caso i residenti auspicano che vengano individuate soluzioni alternative. Fonte: Il Cittadino
martedì 9 giugno 2009
Nucleare, Tesoro boccia il ddl "Manca copertura finanziaria"

ROMA - Sonora bocciatura da parte del ministero del Tesoro su 34 novità introdotte nel ddl "sviluppo" durante il passaggio in Senato. Il ministero ha anche richiesto la soppressione di ben 18 norme "incriminate" che "metterebbero a rischio l'equilibrio economico dell'intero provvedimento sul nucleare e che allo stato attuale è in contrasto con l'articolo 81 della Costituzione".
Per il Tesoro - si legge nella lettera indirizzata alla commissione Bilancio della Camera - le misure potrebbero determinare "incrementi delle tariffe a carico dei consumatori risultando pregiudizievoli a carico degli utenti finali". La lista dei rilievi del ministero dell'economia è articolata. Sono tre le norme del provvedimento (collegato alla finanziaria e in terza lettura alla camera) imputate di possibili ricadute negative sui consumatori. Il comma 3 dell'articolo 26 sul nucleare, che prevede di reperire 100 milioni dalla componente tariffaria a2 sul prezzo dell'energia elettrica, secondo via xx settembre è "in contrasto con l'orientamento del governo in tema di contenimento delle tariffe, in funzione anticrisi" e determina "oneri privi di adeguata copertura finanziaria". Anche l'articolo 32, comma 6, prevedendo una possibile trasposizione di costi di terna sui clienti energivori, prefigura "un aumento di costi delle bollette" sul quale il ministero "esprime la propria contrarietà soprattutto alla luce dell'attuale contesto economico-finanziario". "Non è in linea con l'attuale orientamento governativo" nemmeno il comma 4 dell'articolo 36 comma che autorizza lo sviluppo economico a utilizzare consulenti esterni.
Quanto alla 'tenuta dei conti', si inizia dall'articolo 1 sulle reti d'imprese: si contesta la titolarità al solo ministero dello sviluppo economico e non anche a via XX settembre dell'autorizzazione per le misure su ricerca e sviluppo già stabilite per i distretti. Sempre per motivi di onerosità si chiede la soppressione degli articoli 4 (attuazione di un regolamento Ue sull'accreditamento e vigilanza del mercato per la commercializzazione dei prodotti), 5 (delega per il riassetto normativo delle prescrizioni e degli adempimenti procedurali per le imprese), 31 (semplificazione di procedure) e 56 (contributi all'editoria coperti dall'incremento della robin tax). In particolare, l'articolo 31, alleggerendo la certificazione energetica degli edifici, può avere "effetti elusivi", e l'articolo 56, incrementando l'aliquota della Robin tax, ha "copertura del tutto inadeguata, in quanto altera equilibri di operatori nei cui confronti le aliquote in esame non possono essere eccessivamente aggressive, posto che si producono effetti contrari". Bocciata anche la modifica alla rottamazione delle auto: estendere l'agevolazione prevista per il gpl "determina maggiori oneri" e allargare "la platea dei destinatari in modo talmente eccessivo rischia di vanificare del tutto l'efficacia di una disposizione diretta ad assicurare il rilancio dell'economia nazionale del settore automobilistico riducendone la portata positiva finora conseguita". Fonte: La Repubblica.it
Per il Tesoro - si legge nella lettera indirizzata alla commissione Bilancio della Camera - le misure potrebbero determinare "incrementi delle tariffe a carico dei consumatori risultando pregiudizievoli a carico degli utenti finali". La lista dei rilievi del ministero dell'economia è articolata. Sono tre le norme del provvedimento (collegato alla finanziaria e in terza lettura alla camera) imputate di possibili ricadute negative sui consumatori. Il comma 3 dell'articolo 26 sul nucleare, che prevede di reperire 100 milioni dalla componente tariffaria a2 sul prezzo dell'energia elettrica, secondo via xx settembre è "in contrasto con l'orientamento del governo in tema di contenimento delle tariffe, in funzione anticrisi" e determina "oneri privi di adeguata copertura finanziaria". Anche l'articolo 32, comma 6, prevedendo una possibile trasposizione di costi di terna sui clienti energivori, prefigura "un aumento di costi delle bollette" sul quale il ministero "esprime la propria contrarietà soprattutto alla luce dell'attuale contesto economico-finanziario". "Non è in linea con l'attuale orientamento governativo" nemmeno il comma 4 dell'articolo 36 comma che autorizza lo sviluppo economico a utilizzare consulenti esterni.
Quanto alla 'tenuta dei conti', si inizia dall'articolo 1 sulle reti d'imprese: si contesta la titolarità al solo ministero dello sviluppo economico e non anche a via XX settembre dell'autorizzazione per le misure su ricerca e sviluppo già stabilite per i distretti. Sempre per motivi di onerosità si chiede la soppressione degli articoli 4 (attuazione di un regolamento Ue sull'accreditamento e vigilanza del mercato per la commercializzazione dei prodotti), 5 (delega per il riassetto normativo delle prescrizioni e degli adempimenti procedurali per le imprese), 31 (semplificazione di procedure) e 56 (contributi all'editoria coperti dall'incremento della robin tax). In particolare, l'articolo 31, alleggerendo la certificazione energetica degli edifici, può avere "effetti elusivi", e l'articolo 56, incrementando l'aliquota della Robin tax, ha "copertura del tutto inadeguata, in quanto altera equilibri di operatori nei cui confronti le aliquote in esame non possono essere eccessivamente aggressive, posto che si producono effetti contrari". Bocciata anche la modifica alla rottamazione delle auto: estendere l'agevolazione prevista per il gpl "determina maggiori oneri" e allargare "la platea dei destinatari in modo talmente eccessivo rischia di vanificare del tutto l'efficacia di una disposizione diretta ad assicurare il rilancio dell'economia nazionale del settore automobilistico riducendone la portata positiva finora conseguita". Fonte: La Repubblica.it
sabato 16 maggio 2009
L’ipotesi nucleare è tornata un incubo

Si ritorna all’energia nucleare. Questa settimana il senato ha licenziato il disegno di legge sullo sviluppo, ora il testo dovrà tornare alla camera per quello che dovrebbe essere il via libera definitivo. Un passaggio che per il ministro Claudio Scajola non dovrebbe subire particolari intoppi, perché dopo il lungo confronto parlamentare «il testo è chiuso e la discussione non può continuare all’infinito».Una notizia che scuote il territorio della Bassa, perché quando si parla di nucleare il pensiero corre subito a Caorso. E al rischio che la centrale possa rimettersi in moto. Il disegno di legge dovrebbe diventare legge a tutti gli effetti prima dell’estate, entro sei mesi dall’entrata in vigore il governo dovrà emanare la normativa e indicare i siti per la localizzazione degli impianti di produzione e di stoccaggio delle scorie. I siti potranno avere carattere di “interesse strategico nazionale”, e quindi essere sottoposti a controllo militare. Le autorizzazioni saranno rilasciate dal ministero dello sviluppo, di concerto con l’ambiente e le infrastrutture.Inoltre, sarà istituita l’agenzia per la sicurezza nucleare, a cui spetterà il controllo delle attività, la gestione e la sistemazione dei rifiuti radioattivi, la vigilanza sugli impianti.I sindaci dei comuni lodigiani che si affacciano su Caorso non vedono di buon occhio l’ipotesi di un’altra centrale in funzione proprio sotto casa. «Non sono contrario al nucleare - dice Renzo Contardi, primo cittadino di Caselle -, ma credo che il Lodigiano abbia già pagato molto in fatto di ambiente. Dopo molti sforzi siamo riusciti a ottenere le giuste compensazioni, siamo a due chilometri dal “cupolone”». Anche Gianfranco Manzoni, primo cittadino di Castelnuovo, ritiene che la riconversione di Caorso sia inopportuna: «Non mi sembra la zona adatta, il livello del Po si è abbassato rispetto al passato, inoltre questa è un’area molto popolata, spero che il sito non sia individuato qui».L’onorevole Erminio Quartiani (Pd), che fa parte della commissione attività produttive della Camera, sebbene non sia contrario al nucleare ritiene che il ddl sia un documento caratterizzato da luci e ombre. «Il primo errore è quello di affidare al governo la verifica tecnica - afferma -, perché al governo spetta la responsabilità politica, i due ministeri continuano ad avere la prevalenza. Questo è un errore, perché l’unico modo per promuovere il nucleare è creare un’autorità terza e instaurare un rapporto con la popolazione, non possono essere imposti dei siti».Per Quartiani, il difetto più grande del documento sta nel fatto che la strategia non è affatto chiara: «Avrebbe dovuto accelerare alcune procedure, ma così non è stato, non emerge una strategia ben definita». Fonte: Il Cittadino
martedì 24 febbraio 2009
L'allarme dell'Independent "Nuove centrali più pericolose"
ROMA - In caso di incidente, le centrali nucleari di nuova generazione sono più pericolose dei vecchi impianti che dovrebbero sostituire. A mettere in luce questo rischio è un'inchiesta del quotidiano britannico The Independent. Il giornale prende in esame i nuovi Epr (European pressurised reactors), i nuovi reattori che verranno costruiti in Gran Bretagna, ma anche in Italia, dopo l'accordo siglato oggi da Berlusconi e Sarkozy. Intanto, monta la protesta delle organizzazioni ambientaliste, da Greenpeace a Legambiente, contro il ritorno al nucleare. E le voci dissonanti si fanno sentire anche dall'opposizione, dal Pd a Prc, mentre i verdi si dicono "pronti a un referendum".
La denuncia dell'Independent. Il quotidiano britannico cita alcuni documenti di natura industriale che provengono anche dalla azienda francese Edf, la stessa che ha appena sottoscritto un accordo con Enel. Studi che segnalano che il rischio di incidenti con queste nuove tecnologie è sì più basso, ma, nel caso avvenga una fuoriuscita di radiazioni, questa sarebbe più consistente e pericolosa che non in passato. Tra i documenti esaminati, "ce n'è uno secondo cui le perdite umane stimate potrebbero essere doppie".
"Finora questo tipo di centrali è stato generalmente considerato meno pericoloso di quelli attualmente in funzione perché dotato di maggiori misure di sicurezza e in grado di produrre meno scorie - argomenta il quotidiano - ma le informazioni contenute nei documenti da noi consultati dimostrano che in effetti producono una quantità di isotopi radiattivi di gran lunga maggiore tra quelli definiti tecnicamente 'frazioni di rilascio immediato', proprio perché fuoriescono facilmente dopo un incidente".
Contro il nucleare. Secondo Legambiente l'accordo firmato oggi è "pericoloso e miope": "Tutti gli studi internazionali - afferma l'organizzazione - mostrano che il nucleare è la fonte energetica più costosa e rimane aperta la questione delle scorie e della sicurezza''. Greenpeace, invece, mette l'accento sul fatto che l'accordo è "a tutto vantaggio di Sarkozy, che sta cercando di tenere in piedi l'industria nucleare francese", ma ''non offre all'Italia nessuna garanzia di maggiore indipendenza energetica - tecnologia e combustibile arrivano dall'estero - ed è anzi contro gli obiettivi europei di breve termine''.
Sulla stessa linea anche Ermete Realacci, Pd, secondo cui ''Sarkozy punta sui fondi pubblici italiani per sostenere l'industria nucleare francese" mentre in tempi di crisi sarebbe "meglio puntare sul risparmio energetico, sulle fonti rinnovabili". Per il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, il ritorno al nucleare è "semplicemente una follia".
L'esponente dei Verdi, Paolo Cento, avverte: "Siamo pronti a valutare tutte le azioni politiche e di lotta, compreso il referendum". "D'altronde - ricorda Cento - proprio con un referendum, i cui effetti sono ancora validi dal punto di vista giuridico, il 62% degli italiani decise di far uscire l'Italia dal nucleare dopo la tragedia di Chernobyl". "Il nostro premier ha firmato accordi con la Francia per la creazione di quattro centrali nucleari senza che il parlamento abbia ancora approvato le relative leggi'', osserva Fabio Evangelisti, vice presidente del gruppo dell'Idv alla Camera.
Fonte: Repubblica.it
Sulla stessa linea anche Ermete Realacci, Pd, secondo cui ''Sarkozy punta sui fondi pubblici italiani per sostenere l'industria nucleare francese" mentre in tempi di crisi sarebbe "meglio puntare sul risparmio energetico, sulle fonti rinnovabili". Per il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, il ritorno al nucleare è "semplicemente una follia".
L'esponente dei Verdi, Paolo Cento, avverte: "Siamo pronti a valutare tutte le azioni politiche e di lotta, compreso il referendum". "D'altronde - ricorda Cento - proprio con un referendum, i cui effetti sono ancora validi dal punto di vista giuridico, il 62% degli italiani decise di far uscire l'Italia dal nucleare dopo la tragedia di Chernobyl". "Il nostro premier ha firmato accordi con la Francia per la creazione di quattro centrali nucleari senza che il parlamento abbia ancora approvato le relative leggi'', osserva Fabio Evangelisti, vice presidente del gruppo dell'Idv alla Camera.
Fonte: Repubblica.it
venerdì 9 gennaio 2009
È sandonatese il defibrillatore senza fili

Dal Policlinico di San Donato è partita la sperimentazione europea del rivoluzionario defibrillatore senza fili, che consente di correggere il “battito impazzito del cuore”, evitando l’impianto di cateteri. Dopo un primo pionieristico intervento, effettuato il 15 dicembre scorso in Nuova Zelanda, nei giorni successivi si è tenuta una replica, unica in Europa, presso il nosocomio locale, dove il 17 dicembre è stato eseguito un impianto del dispositivo ideato dal direttore del centro di aritmologia dello stesso Policlinico, Riccardo Cappato, (che riveste anche il ruolo di presidente della Società europea di aritmologia), in collaborazione con il presidente dell’Istituto statunitense di ricerca cardiovascolare di Seattle, Gust Bardy. I molteplici vantaggi sono illustrati dall’esperto in questi giorni, in cui gli interventi sono già saliti a quota 14. Il defibrillatore non invasivo, in base alle nozioni divulgative diramate, «si può impiantare in modo più veloce (10-15 minuti di intervento anziché i consueti 45-60) e semplice (non sono necessarie apparecchiature di imaging), inoltre si riduce del 90 per cento il rischio di infezioni, emorragie o perforazioni». Inoltre, sempre riguardo i benefici per il paziente, viene sottolineato che la nuova tecnica «elimina anche la necessità di espianto ed è paragonabile ai defibrillatori tradizionali sia nel costo, circa 15 mila euro, che nelle dimensioni, simili a quelle di una saponetta». Per il momento la sperimentazione in corso, che coinvolgerà un totale di 320 pazienti di tutto il mondo, sembra aver prodotto buoni esiti, con pazienti che sono rapidamente tornati ad una vita normale. Del resto, si tratta di un sistema dalle elevate potenzialità, destinato ad aprire nuove frontiere. «Dopo la fase iniziale di sperimentazione - conclude Cappato - lo strumento potrà essere impiantato con una procedura ambulatoriale senza necessità di una guida radioscopica e di sala operatoria». Tra gli obiettivi, ha già preso piede la convinzione «che in futuro il dispositivo potrà essere impiantato anche in individui sani di oltre 50 anni per prevenire la morte cardiaca improvvisa». La strumentazione potrà inoltre essere applicata ai più piccoli che hanno necessità di un defibrillatore, i quali con i modelli sino ad ora utilizzati, nel corso della crescita erano costretti a sottoporsi a ripetuti interventi nel tempo. «Ogni anno - conclude il luminare sandonatese - in Italia circa 100 piccoli hanno bisogno di un defibrillatore, ma finora i dispositivi erano troppo grandi per loro. Inoltre, con la crescita del bimbo diventava indispensabile cambiare più volte l’elettrodo all’interno del cuore attraverso interventi di espianto e reimpianto che comportavano rischi». Tutte scommesse, che partono dalla sperimentazione in corso, che in base alle previsioni dovrebbe concludersi nella seconda metà dell’anno.
Fonte: Il Cittadino
Fonte: Il Cittadino
lunedì 1 dicembre 2008
AIDS: NEL MONDO 33,2 MILIONI I MALATI. DUE TERZI NELL'AFRICA SUB-SAHARIANA

Oltre 33 milioni di persone nel mondo vivono con il virus dell'Aids. Nello stesso anno ben 2,5 milioni di persone hanno contratto il virus e 2,1 milioni sono morti di Aids, fra loro 330mila bambini. Due terzi delle infezioni da Hiv si registrano nell'Africa Sub-Sahariana.
Sono le cifre relative al 2007 diffuse oggi dall'OMS in occasione della Giornata Mondiale di Lotta all'Aids.
Ma il 20mo anniversario della Giornata Mondiale, segna anche una pietra miliare nella lotta alla malattia: sono infatti piu' di 3 milioni, le persone che nel mondo sono sottopste a terapie antiretrovirali.
Piu' di 2 milioni sono i bambini affetti dall'Aids e il 90% di loro ha contratto il virus dalla propria madre. Ma diagnosi precoce e cure tempestive possono migliorare significativamente le aspettative di vita dei neonati esposti al rischio di contagio da HIV, secondo il rapporto lanciato oggi da quattro agenzie delle Nazioni Unite.
La pubblicazione, intitolata ''Bambini e AIDS: terzo rapporto di aggiornamento'', e' stata realizzata dall'UNICEF, dall'Organizzazione Mondiale per la Sanita' (OMS), dal Programma congiunto delle Nazioni Unite sull'HIV/AIDS (UNAIDS) e dal Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA).
''Senza cure appropriate meta' dei bambini affetti da HIV moriranno prima di aver compiuto i due anni di eta''' afferma il Direttore generale dell'UNICEF Ann Veneman. ''I neonati sieropositivi a cui viene diagnosticato tempestivamente il virus e che iniziano le cure entro la dodicesima settimana di vita hanno il 75% in piu' di possibilita' di sopravvivenza''.
Tuttavia, nel 2007 meno del 10% dei neonati nati da madri affette da HIV ha effettuato il test prima dei due mesi di vita.
Il rapporto sottolinea l'importanza della diffusione del test affinche' i bambini possano essere sottoposti alle cure necessarie il prima possibile.
''Oggi nessun bambino dovrebbe morire per cause collegate all'AIDS'' ha affermato il Direttore generale dell'OMS Margaret Chan. ''Sappiamo come prevenire queste tragiche morti, ma dobbiamo rafforzare i sistemi sanitari per assicurare che tutte le madri e tutti i bambini ricevano le cure quanto prima possibile''.
Fonte: Asca.it
Piu' di 2 milioni sono i bambini affetti dall'Aids e il 90% di loro ha contratto il virus dalla propria madre. Ma diagnosi precoce e cure tempestive possono migliorare significativamente le aspettative di vita dei neonati esposti al rischio di contagio da HIV, secondo il rapporto lanciato oggi da quattro agenzie delle Nazioni Unite.
La pubblicazione, intitolata ''Bambini e AIDS: terzo rapporto di aggiornamento'', e' stata realizzata dall'UNICEF, dall'Organizzazione Mondiale per la Sanita' (OMS), dal Programma congiunto delle Nazioni Unite sull'HIV/AIDS (UNAIDS) e dal Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA).
''Senza cure appropriate meta' dei bambini affetti da HIV moriranno prima di aver compiuto i due anni di eta''' afferma il Direttore generale dell'UNICEF Ann Veneman. ''I neonati sieropositivi a cui viene diagnosticato tempestivamente il virus e che iniziano le cure entro la dodicesima settimana di vita hanno il 75% in piu' di possibilita' di sopravvivenza''.
Tuttavia, nel 2007 meno del 10% dei neonati nati da madri affette da HIV ha effettuato il test prima dei due mesi di vita.
Il rapporto sottolinea l'importanza della diffusione del test affinche' i bambini possano essere sottoposti alle cure necessarie il prima possibile.
''Oggi nessun bambino dovrebbe morire per cause collegate all'AIDS'' ha affermato il Direttore generale dell'OMS Margaret Chan. ''Sappiamo come prevenire queste tragiche morti, ma dobbiamo rafforzare i sistemi sanitari per assicurare che tutte le madri e tutti i bambini ricevano le cure quanto prima possibile''.
Fonte: Asca.it
sabato 22 novembre 2008
Ogni 12 secondi due bambini muoiono di fame, un video lo ricorda

Un asino compare all’orizzonte nell’aride terra del Darfur. Non ci sono uomini, capanne, rumori della guerra a ostacolare il suo cammino. La telecamera del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite riprende la sua andatura lenta. Impiegherà 12 secondi per scomparire dall’inquadratura. Esattamente in quei 12 secondi, due bambini sono nel frattempo morti di fame in qualche angolo del nostro pianeta malato di troppa abbondanza o di assoluta mancanza di cibo.
Ciò che l’obiettivo non inquadra è il mondo appena poco distante dei profughi e degli sfollati del Darfur, quello del campo degli sfollati di Aboushouk, da dove l’asino ha iniziato la sua lenta traversata, e delle decine di altri campi dove le persone, da anni, sopravvivono in condizioni terribili. Il conflitto, scoppiato nel 2003, ha trasformato un terzo della popolazione del Darfur, circa 2 milioni di persone, in sfollati a cui il PAM fornisce assistenza alimentare.
È una regione difficile e insicura , dove gli operatori umanitari riescono a spostarsi sono grazie al servizio aereo delle Nazioni Unite (UNHAS) che il PAM gestisce per conto della comunità internazionale. In molti l‘hanno definita la più grave emergenza umanitaria. Sicuramente essa è emblematica dei tanti conflitti dimenticati come lo è il video, prodotto dal PAM, he proprio con un’immagine dal Darfur vuole ricordare al mondo il dramma dimenticato di chi soffre la fame.
Il video, a disposizione di chi vuole promuovere la campagna del PAM, è scaricabile anche dal sito www.wfp.it (per scaricare la versione inglese www.wfp.org).
Fonte: L'Unità.it
Ciò che l’obiettivo non inquadra è il mondo appena poco distante dei profughi e degli sfollati del Darfur, quello del campo degli sfollati di Aboushouk, da dove l’asino ha iniziato la sua lenta traversata, e delle decine di altri campi dove le persone, da anni, sopravvivono in condizioni terribili. Il conflitto, scoppiato nel 2003, ha trasformato un terzo della popolazione del Darfur, circa 2 milioni di persone, in sfollati a cui il PAM fornisce assistenza alimentare.
È una regione difficile e insicura , dove gli operatori umanitari riescono a spostarsi sono grazie al servizio aereo delle Nazioni Unite (UNHAS) che il PAM gestisce per conto della comunità internazionale. In molti l‘hanno definita la più grave emergenza umanitaria. Sicuramente essa è emblematica dei tanti conflitti dimenticati come lo è il video, prodotto dal PAM, he proprio con un’immagine dal Darfur vuole ricordare al mondo il dramma dimenticato di chi soffre la fame.
Il video, a disposizione di chi vuole promuovere la campagna del PAM, è scaricabile anche dal sito www.wfp.it (per scaricare la versione inglese www.wfp.org).
Fonte: L'Unità.it
venerdì 24 ottobre 2008
Piemonte e Puglia insieme per le energie rinnovabili

TORINO - Piemonte e Puglia, territori caratterizzati dai più vasti programmi di investimenti pubblici sul fronte delle energie rinnovabili, uniscono le forze per rendere più rapidamente raggiungibile l’obiettivo dell’indipendenza energetica dal petrolio. Oggi a Torino i presidenti Mercedes Bresso e Niki Vendola, entrambi fortemente contrari al nucleare, hanno firmato un’intesa in base alla quale le due Regioni avvieranno una collaborazione di cinque anni nel campo delle energie rinnovabili.
Fra le iniziative comuni figura la sperimentazione di un rivoluzionario sistema eolico basato sul principio dell’aquilone, progettato e costruito dal Politecnico di Torino.
L’idea è quella di utilizzare vele simili agli aquiloni per catturare il vento fino a 800 metri di altezza. E ancora, la ricerca sulla foglia artificiale, per imparare a imitarne la fotosintesi, che è il metodo naturale più efficiente nello sfruttamento dell’energia solare. Piemonte e Puglia, hanno rimarcato i due presidenti, sono contrarie alla produzione di energia dalle biomasse alimentari, ma avvieranno sperimentazioni per l’utilizzo di biomasse legnose.
«L’Italia - ha osservato Bresso - nonostante gli evidenti vantaggi legati all’abbondanza di sole e di vento, alla presenza forte dell’industria meccanica e alla riconosciuta creatività è in Europa fanalino di coda sullo sviluppo delle fonti di energia pulita. Questa collaborazione servirà per aiutarci a colmare il ritardo, orientando le nostre economie oggi a crescita zero come in gran parte dell’Occidente verso settori destinati a una crescita impetuosa. La Germania, che ha meno giornate di sole dell’Italia, ha investito fortemente sul solare. E la produzione di pannelli solari - ha sottolineato - cresce attualmente al ritmo del 40% all’anno».
Vendola, che ha ricordato di avere iniziato proprio da Trino Vercellese, in Piemonte, la propria battaglia contro il nucleare, ha rimarcato come la Puglia già oggi produca un discreto quantitativo di energia con l’eolico. «Il modello di sviluppo basato sul petrolio - ha detto - rappresenta un’ipoteca sulla desertificazione del Mediterraneo. Già ora la Puglia è senza acqua. Noi stiamo agendo nella direzione dello sviluppo delle energie alternative perchè non vogliamo essere vittime di un modello di sviluppo antieconomico, antiecologico, antiumano».
Fonte: La Stampa.it
Fra le iniziative comuni figura la sperimentazione di un rivoluzionario sistema eolico basato sul principio dell’aquilone, progettato e costruito dal Politecnico di Torino.
L’idea è quella di utilizzare vele simili agli aquiloni per catturare il vento fino a 800 metri di altezza. E ancora, la ricerca sulla foglia artificiale, per imparare a imitarne la fotosintesi, che è il metodo naturale più efficiente nello sfruttamento dell’energia solare. Piemonte e Puglia, hanno rimarcato i due presidenti, sono contrarie alla produzione di energia dalle biomasse alimentari, ma avvieranno sperimentazioni per l’utilizzo di biomasse legnose.
«L’Italia - ha osservato Bresso - nonostante gli evidenti vantaggi legati all’abbondanza di sole e di vento, alla presenza forte dell’industria meccanica e alla riconosciuta creatività è in Europa fanalino di coda sullo sviluppo delle fonti di energia pulita. Questa collaborazione servirà per aiutarci a colmare il ritardo, orientando le nostre economie oggi a crescita zero come in gran parte dell’Occidente verso settori destinati a una crescita impetuosa. La Germania, che ha meno giornate di sole dell’Italia, ha investito fortemente sul solare. E la produzione di pannelli solari - ha sottolineato - cresce attualmente al ritmo del 40% all’anno».
Vendola, che ha ricordato di avere iniziato proprio da Trino Vercellese, in Piemonte, la propria battaglia contro il nucleare, ha rimarcato come la Puglia già oggi produca un discreto quantitativo di energia con l’eolico. «Il modello di sviluppo basato sul petrolio - ha detto - rappresenta un’ipoteca sulla desertificazione del Mediterraneo. Già ora la Puglia è senza acqua. Noi stiamo agendo nella direzione dello sviluppo delle energie alternative perchè non vogliamo essere vittime di un modello di sviluppo antieconomico, antiecologico, antiumano».
Fonte: La Stampa.it
A Torino le Nazioni Unite del cibo da salvare

Apre Terra Madre, etica e gola a braccetto: "Ripartiamo dai contadini"La rassegna si interseca con il Salone del gusto, aperto fino a lunedì.
TORINO - "Bisogna rivalutare la figura del contadino, perché è da lui che si ripartirà per superare la crisi che sta affliggendo tutto il mondo. Ma non so se si capirà che questo è l'unico modo". Adriano Celentano non ha ancora smesso di crederci, vecchio ragazzo della via Gluck tra i tanti personaggi che hanno nobilitato l'inaugurazione di Terra Madre, sorella etica del Salone del Gusto. Un parterre de roi mai tanto variegato e interessato: attori (Dario Fo e Franca Rame, Lella Costa, Antonio Albanese), politici (Fassino, D'Alema, Milly Moratti, il ministro dell'agricoltura Zaia, i sindaci Chiamparino, Alemanno, Cofferati) , ma anche il procuratore della Repubblica Giancarlo Caselli, Carlo De Benedetti, ambasciatori e consoli di mezzo mondo. Tutti uniti nella lotta per orientare la globalizzazione in maniera virtuosa, usando l'attuale crisi economica mondiale come leva per ricomporre la disastrosa frattura tra uomo e natura.
Ogni due anni, Torino si veste da capitale degli alimenti da salvare, in Italia e nel mondo, insieme alle microeconomie loro collegate: una vera e propria Onu del cibo, che quest'anno i maggiorenti di Slow Food hanno voluto intersecare non solo idealmente, ma anche nella disposizione toponomastica del Lingotto.
Etica e gola a braccetto, nelle "vie del gusto", dove si alternano bancarelle gastronomiche e mercati della terra, contadini lucani e pescatrici senegalesi (sì, donne), norcini umbri e casari tibetani: il cibo declinato nelle sue accezioni più diverse, primarie, curiose, mai banali. E dietro il cibo, i produttori, con le loro storie di rabbia e perseveranza, spesso segnate dalla solitudine, a volte commoventi.
Ogni due anni, Torino si veste da capitale degli alimenti da salvare, in Italia e nel mondo, insieme alle microeconomie loro collegate: una vera e propria Onu del cibo, che quest'anno i maggiorenti di Slow Food hanno voluto intersecare non solo idealmente, ma anche nella disposizione toponomastica del Lingotto.
Etica e gola a braccetto, nelle "vie del gusto", dove si alternano bancarelle gastronomiche e mercati della terra, contadini lucani e pescatrici senegalesi (sì, donne), norcini umbri e casari tibetani: il cibo declinato nelle sue accezioni più diverse, primarie, curiose, mai banali. E dietro il cibo, i produttori, con le loro storie di rabbia e perseveranza, spesso segnate dalla solitudine, a volte commoventi.
Ha ragione Celentano: ridare senso all'agricoltura come motore del nuovo millennio non è un concetto di facile applicazione. Ieri mattina, Carlo Petrini ha tuonato contro i governi del primo mondo, che non hanno trovato i 30 miliardi di euro chiesti dalla Fao per dimezzare la piaga della povertà sul nostro pianeta, ma ne hanno scuciti 2.000 per salvare le banche: "E invece, i manager dovrebbero imparare dai contadini, per apprendere dalla loro sapienza secolare la capacità di non buttar via niente, di risparmiare, il riciclo e il riuso. Questa è la sostenibilità che salverà le economie malate. Il mondo contadino, quello che Nuto Revelli ha dipinto come il mondo dei vinti, sarà il nuovo New Deal". Al suo fianco, Luca Zaia chiosava: "I contadini sono l'unica multinazionale che difendiamo", posizione sicuramente poco in linea con quella dei suoi colleghi di governo.
Via libera, allora, con i nuovi presìdi - una ventina tra italiani e internazionali - non casualmente guidati dalle api siciliane. Dopo un'estate tragica, segnata da una morìa senza precedenti, dovuta ai pesticidi della categoria nicotenoidi (che se uccidono le api, non faranno benissimo nemmeno alle persone) è stato deciso di far convergere proprio nei saloni del Lingotto gli apicoltori del mondo per lanciare l'ennesimo allarme ecologico. Se è vero che l'ex sindaco di Londra Livingstone aveva posizionato gli alveari nei parchi utilizzando il loro ruolo di sentinelle ecologiche, c'è poco da stare allegri. In compenso, il Comieco - consorzio nazionale per il recupero degli imballaggi - ha presentato una raccolta di menù ispirati alla filosofia del riciclo e della sostenibilità proposti da alcuni supercuochi.
Ma Salone e Terra Madre sono soprattutto allegria e voglia di esserci. Se passate dalla via dei formaggi, non perdetevi il presidio dell'asiago stravecchio, le robiole di latte crudo di capra, il parmigiano invecchiato settantadue mesi. Per chiudere, cioccolato fondente e birra da meditazione. La coppia più bella del mondo, direbbe il ragazzo della via Gluck.
(24 ottobre 2008) di LICIA GRANELLO
Fonte: La Repubblica.it
Via libera, allora, con i nuovi presìdi - una ventina tra italiani e internazionali - non casualmente guidati dalle api siciliane. Dopo un'estate tragica, segnata da una morìa senza precedenti, dovuta ai pesticidi della categoria nicotenoidi (che se uccidono le api, non faranno benissimo nemmeno alle persone) è stato deciso di far convergere proprio nei saloni del Lingotto gli apicoltori del mondo per lanciare l'ennesimo allarme ecologico. Se è vero che l'ex sindaco di Londra Livingstone aveva posizionato gli alveari nei parchi utilizzando il loro ruolo di sentinelle ecologiche, c'è poco da stare allegri. In compenso, il Comieco - consorzio nazionale per il recupero degli imballaggi - ha presentato una raccolta di menù ispirati alla filosofia del riciclo e della sostenibilità proposti da alcuni supercuochi.
Ma Salone e Terra Madre sono soprattutto allegria e voglia di esserci. Se passate dalla via dei formaggi, non perdetevi il presidio dell'asiago stravecchio, le robiole di latte crudo di capra, il parmigiano invecchiato settantadue mesi. Per chiudere, cioccolato fondente e birra da meditazione. La coppia più bella del mondo, direbbe il ragazzo della via Gluck.
(24 ottobre 2008) di LICIA GRANELLO
Fonte: La Repubblica.it
Dalla poesia di Massimo Troisi un aiuto ai piccoli cardiopatici

Il “cuore” di Troisi batterà in quello dei bambini cardiopatici. Gli incassi dell’album Poeta Massimo, con cui il noto attore Enzo Decaro (Provaci ancora prof 3) ha riproposto in note le toccanti espressioni poetiche dell’indimenticabile amico Troisi - che lì parlava di «quel cuore malato» che lo avrebbe poi tradito all’apice della carriera - andranno infatti a finanziare i progetti per i piccoli pazienti di cui si occupa l’Associazione bambini cardiopatici nel mondo. Sodalizio capitanato dal professor Alessandro Frigiola, responsabile della cardiochirurgia pediatrica del Policlinico di San Donato. Decaro, che ha lavorato sui vecchi testi di Troisi, ripensando ai tempi antecedenti il successo de La smorfia (il trio formato dai due amici con Lello Arena), ha così teso una mano al noto sodalizio impegnato da 12 anni nell’assicurare interventi salvavita ai giovanissimi delle latitudini più povere. «Ho conosciuto Decaro a Roma, nel corso di una serata di beneficenza - racconta Frigiola -: lui si è avvicinato, spiegandomi che era disponibile a fare qualcosa con noi. Ne è nata una bella collaborazione, con l’appoggio di tutto il suo gruppo: basti pensare che ci ha ospitato anche nei suoi spettacoli, rinunciando a una canzone per lasciare spazio alla nostra associazione. Durante questo percorso gli è venuta l’idea di devolvere alla nostra realtà parte degli introiti dell’opera dedicata a Troisi, che andranno a finanziare le molteplici iniziative in corso, che per essere portate a termine, necessitano di fondi». È sorta così un’alleanza benefica da cui sortiranno nuovi sviluppi, sulla base di altri esempi che hanno visto big del mondo del calcio e dello spettacolo vestire i panni di testimonial nel corso di campagne di sensibilizzazione attraverso cui i medici volontari del sodalizio hanno portato in tutto il mondo la loro competenza e la loro esperienza in sala operatoria. Basti pensare che in dodici anni, attraverso l’associazione di Frigiola e il sodalizio Cuore Fratello di don Claudio Maggioni (di cui pure il chirurgo è socio), sono stati eseguiti 952 interventi nei paesi più svantaggiati del pianeta. Inoltre l’impegno è stato giocato anche sul fronte della formazione con 207 borse di studio assegnate in collaborazione con il policlinico di San Donato a medici stranieri.
Fonte: Il Cittadino
Fonte: Il Cittadino
“Ossigeno gratis”, così le piante chiedono di essere curate di più

I cartelli sono apparsi appesi su alcuni alberi a scopo di sensibilizzazione
Gli alberi di San Giuliano chiedono attenzione, rivolgendo un appello alla cittadinanza. Ieri mattina, uscendo per andare al lavoro, a molti abitanti non sarà sfuggita lo slogan “Ossigeno gratis (fino ad esaurimento scorte)”, riportato a carattere cubitali sui cartelli appesi ad alcuni esemplari arborei della città. Certo è che l’insolito segnale è stato scorto da numerosi sangiulianesi nel tratto di fronte al parcheggio del comune, nel Parco nord, ma anche nel prezioso appezzamento verde che correda il quartiere Serenella, piuttosto che nell’area in prossimità della Fonte Campoverde, per proseguire con via Tolstoy, a cui si sono sommati ulteriori esempi che hanno risvegliato l’attenzione tra i cittadini delle frazioni locali di Sesto Ulteriano e Civesio. L’iniziativa, tesa a sensibilizzare la comunità locale sulle tematiche ambientali, è legata al progetto “World First”, che è stato realizzato attraverso una cordata di partner tra cui figura il centro commerciale Le Cupole di San Giuliano, Genia, Tasm, comune, con l’interessamento dell’assessore all’ecologia Claudio Cadoni. Gli obiettivi, viene annunciato in una nota stampa, sono tesi a «spingere ogni cittadino che passa distratto e preso dalle sue mille preoccupazioni a rivolgere un pensiero a queste presenze preziose, che sono gli alberi e a tutte le risorse naturali, beni esauribili, e proprio per questo da salvaguardare». Il progetto World First decollato nelle scorse settimane prevede una serie di iniziative che coinvolgono soprattutto le scuole, come il laboratorio “Uso, riuso, riciclo”, dove viene guidata la realizzazione da parte di fantasiosi alunni di opere d’arte attraverso materiale di scarto Se tante volte quindi discariche abusive, smog e altre insidie tipiche delle aree metropolitane, hanno fatto alzare voci di allarme, questa volta sono gli alberi ad attirare gli sguardi, chiedendo rispetto e ricordando il ruolo primario svolto nella produzione di ossigeno.
Fonte: Il Cittadino
Fonte: Il Cittadino
martedì 21 ottobre 2008
CLIMA - PACCHETTO UE, APPELLO DEL WWF: NON TRASFORMATE LA SALVEZZA DEL PIANETA IN UNO SCONTRO TRA SCHIERAMENTI

La posta in gioco è altissima: per evitare i cambiamenti climatici più catastrofici la comunità scientifica ci dice che abbiamo poco tempo per agire e per fare in modo che il riscaldamento globale si mantenga al di sotto dei 2°C di aumento medio della temperatura rispetto all'era preindustriale. La stessa comunità scientifica ci indica che è necessario ridurre le emissioni di anidride carbonica del 25-40% entro il 2020 e dell'80-95% entro il 2050.
In tutti paesi europei questa è una sfida bipartisan e non appannaggio dell'uno o dell'altro schieramento politico: in Gran Bretagna il leader dell'opposizione conservatrice David Cameron ne è convinto almeno quanto il premier laburista Gordon Brown, in Germania i leader conservatori Angela Merkel e Nicolas Sarkozy vogliono che il pacchetto europeo sia approvato entro l'anno. Lo stesso governo conservatore danese sta lavorando affinchè a Copenaghen, alla fine del 2009, sia raggiunto un accordo globale sul clima
per il dopo Kyoto. Il commissario dell'ambiente UE Stavros Dimas, conservatore anch'esso, non voleva certo aizzare la polemica politica in Italia criticando le cifre fornite dall'Italia nella discussione del
pacchetto UE.
Il pacchetto UE su clima ed energia è importantissimo per il raggiungimento dell'accordo globale sul clima. La leadership europea è essenziale sia per far muovere gli Stati Uniti che con l'amministrazione che verrà eletta a novembre, qualunque essa sia, si preparano ad abbandonare la chiusura dell'amministrazione Bush, sia per coinvolgere i paesi in via di rapido sviluppo nella battaglia per fermare il riscaldamento globale. La politica dell'attesa rischia di far saltare tutto e non, come in tanti sostengono, a favorire il coinvolgimento di altre grandi economie.
Il WWF si appella al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e ai leader di tutte le forze politiche italiane perché portino l'Italia alla testa, e non nella retroguardia, di tale sfida. Nell'economia tesa ad abbattere le emissioni di CO2 c'è la speranza di uscita dalla crisi del nostro Paese.
Quindi, nel valutare i costi, occorre considerare i vantaggi non solo per l'ambiente, ma per la minore dipendenza dai combustibili fossili e dall'estero, il risparmio di energia, l'innovazione tecnologica, le imprese e l'occupazione. Non vedere questo, con gli investimenti di miliardi di dollari che gli USA si preparano a fare in efficienza e rinnovabili, vuol dire rischiare di perdere il treno. Quello che serve, dunque, non è continuare nella politica dell'attendismo e del rinvio: serve rimboccarsi le maniche e preparare una strategia per trarre il massimo vantaggio, economico e sociale, dalla sfida ambientale.
Roma, 19.10.2008
Ufficio stampa WWF Italia
In tutti paesi europei questa è una sfida bipartisan e non appannaggio dell'uno o dell'altro schieramento politico: in Gran Bretagna il leader dell'opposizione conservatrice David Cameron ne è convinto almeno quanto il premier laburista Gordon Brown, in Germania i leader conservatori Angela Merkel e Nicolas Sarkozy vogliono che il pacchetto europeo sia approvato entro l'anno. Lo stesso governo conservatore danese sta lavorando affinchè a Copenaghen, alla fine del 2009, sia raggiunto un accordo globale sul clima
per il dopo Kyoto. Il commissario dell'ambiente UE Stavros Dimas, conservatore anch'esso, non voleva certo aizzare la polemica politica in Italia criticando le cifre fornite dall'Italia nella discussione del
pacchetto UE.
Il pacchetto UE su clima ed energia è importantissimo per il raggiungimento dell'accordo globale sul clima. La leadership europea è essenziale sia per far muovere gli Stati Uniti che con l'amministrazione che verrà eletta a novembre, qualunque essa sia, si preparano ad abbandonare la chiusura dell'amministrazione Bush, sia per coinvolgere i paesi in via di rapido sviluppo nella battaglia per fermare il riscaldamento globale. La politica dell'attesa rischia di far saltare tutto e non, come in tanti sostengono, a favorire il coinvolgimento di altre grandi economie.
Il WWF si appella al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e ai leader di tutte le forze politiche italiane perché portino l'Italia alla testa, e non nella retroguardia, di tale sfida. Nell'economia tesa ad abbattere le emissioni di CO2 c'è la speranza di uscita dalla crisi del nostro Paese.
Quindi, nel valutare i costi, occorre considerare i vantaggi non solo per l'ambiente, ma per la minore dipendenza dai combustibili fossili e dall'estero, il risparmio di energia, l'innovazione tecnologica, le imprese e l'occupazione. Non vedere questo, con gli investimenti di miliardi di dollari che gli USA si preparano a fare in efficienza e rinnovabili, vuol dire rischiare di perdere il treno. Quello che serve, dunque, non è continuare nella politica dell'attendismo e del rinvio: serve rimboccarsi le maniche e preparare una strategia per trarre il massimo vantaggio, economico e sociale, dalla sfida ambientale.
Roma, 19.10.2008
Ufficio stampa WWF Italia
venerdì 3 ottobre 2008
Caorso, il nucleare torna a fare paura

L’incubo del nucleare torna ad agitare i sonni dei lodigiani. Perché quando si parla di nucleare, si pensa subito alla centrale di Caorso. E dal momento che l’argomento è tornato alla ribalta sulle pagine dei giornali e nell’agenda del governo, c’è chi ha deciso di mettere le mani avanti. Il consigliere regionale Gianfranco Concordati (Pd) ha presentato in questi giorni un’interpellanza per chiedere al Pirellone cosa intende fare: «Le recenti dichiarazioni del presidente del Consiglio che ipotizzano la presentazione in primavera di un Piano energetico nazionale che contempli una forte ripresa della produzione di energia attraverso l’uso del nucleare - afferma Concordati -, e le dichiarazioni del presidente della regione Lombardia che, pur ribadendo l’autosufficienza regionale in materia, sembrano aprire ad una ipotesi nucleare, sono il chiaro segnale di una farraginosa programmazione energetica. Per quanto riguarda il nucleare - aggiunge poi Concordati -, non c’è dubbio che l’ipotesi avanzata da autorevoli esponenti del Governo, tra questi il leader del movimento Lega nord, di utilizzare i vecchi siti ci faccia ripiombare nella preoccupazione, perché Caorso è qui a due passi e i problemi che innescherebbe una nuova centrale si sommano a quelli, ancora non risolti, della gestione delle scorie di quella precedente».A Caorso sarebbe già tutto pronto per una centrale: studi sismici, acqua del Po per il raffreddamento delle barre d’uranio, convenzioni sulla protezione ambientale, rete di monitoraggio. Secondo gli esperti che fanno parte dell’Associazione italiana nucleare, però, le cose stanno così solo dal punto di vista teorico: un nuovo impianto avrebbe bisogno di un’altra richiesta di autorizzazione da presentare all’Autorità di controllo, il sito di Caorso è stato qualificato negli anni Settanta con altre regole. Al momento, spetta al Governo definire i nuovi criteri da adottare.Una partita che l’onorevole lodigiano Andrea Gibelli (Lega nord) considera molto importante, e che sta affrontando come presidente della commissione Attività produttive della Camera. «Fino a quando non saranno stabiliti criteri oggettivi di localizzazione - afferma Gibelli -, fino a quando non sarà stabilito un Piano energetico attraverso un confronto fra Stato e territori, nessuno può considerare un posto migliore di un altro». La strada è ancora lunga, il percorso per lo studio delle regole da adottare potrebbe concludersi entro il 2009. «Il tema dell’energia nucleare per uso civile - aggiunge Gibelli, che ha recentemente organizzato un seminario sulle nuove frontiere tecnologiche in ambito energetico - è oggi tra le priorità di governo e parlamento: occorre dare una risposta responsabile alla questione energetica e quella risposta non può che essere rappresentata dal nucleare». L’onorevole se la prende poi con Concordati: «Il processo alle intenzioni fa parte del gioco - aggiunge Gibelli -, Concordati è un maestro della mistificazione, probabilmente pensa di trarne vantaggio. Si ricordi che sul fronte della centrale di Bertonico è stato uno dei suoi ministri, Bersani, a risolvere la questione per legge, ora è inutile sbandierare carte e provvedimenti».
Fonte: Il Cittadino
Fonte: Il Cittadino
giovedì 2 ottobre 2008
“Giallo inceneritore” su San Donato

Dopo un anno si torna a parlare di nuovi inceneritori milanesi, con il Sudmilano in prima linea come sede ideale, visto che nel resto della provincia il posto per costruirli è scarsissimo. Rozzano o Segrate sono in “pole position” per il nuovo termovalorizzatore che un anno fa, nei calcoli del Piano rifiuti di palazzo Isimbardi, era stimato di portata non inferiore alle 550mila tonnellate annue di scorie trattabili. Estrema cautela per ora dalle amministrazioni sudmilanesi più vicine alle possibili sedi della struttura: San Donato Milanese ad esempio, dove il sindaco Mario Dompè non si pronuncia sull’argomento in attesa di informazioni più dettagliate. Forse il passaggio del Piano rifiuti in consiglio provinciale, che avverrà entro due-tre settimane, non scioglierà il dubbio sulla collocazione del terzo maxi impianto milanese. Sulla carta infatti il documento rifiuti della provincia di Milano non ha il compito di dare l’esatta ubicazione degli inceneritori, quanto di calcolare i “fabbisogni” impiantistici del bacino milanese (4,5 milioni di abitanti in totale). In ogni caso entro pochissimi giorni è attesa dall’assemblea provinciale un’indicazione, che potrebbe riguardare molto da vicino il Sudmilano fino a lambirne i margini. Il comune di Milano continua a insistere su Rozzano - vecchia idea circolante sin dalla fine del decennio scorso - come sede ideale dell’impianto da affiancare a Silla 1-2, dove affluisce la maggior parte della spazzatura milanese. La provincia, per quanto si sa in attesa di ulteriori dettagli, propenderebbe per Segrate, quindi una decina di chilometri a nord del confine comunale di San Donato. Nel frattempo il centrodestra a Palazzo Isimbardi rivendica il merito di aver smosso le acque, che altrimenti rischiavano di impaludarsi in interminabili discussioni di commissione e “guadagnare” la fine della legislatura. «Ciò che è successo nell’ultimo anno è chiaro - afferma infatti Bruno Dapei, capogruppo di Forza Italia in provincia - il Piano rifiuti del 2007, dopo essere stato adottato ma non approvato, ha avuto diversi rilievi dalla Regione Lombardia che l’ha bloccato. Mancava infatti il requisito numero uno: l’autosufficienza provinciale, che passa solo per la costruzione di un impianto in più. Negli ultimi mesi abbiamo assistito a una evidente dilazione di tempi in commissione ambiente, dettata dalla sinistra interna all’esecutivo Penati, per arrivare il più tardi possibile al passaggio in consiglio. Ma Forza Italia, Udc e Lega nord hanno raccolto il quorum per convocare l’assemblea». Un anno fa la stima dei rifiuti prodotti in eccesso dal Milanese era 90mila tonnellate l’anno. Costi di smaltimento extra: undici milioni di euro.
Questi, alcuni commenti di cittadini sandonatesi:
- "... Dompè predica prudenza"
Ovvio.... Si è mai saputo di Sindaci o Amministratori che hanno cercato di precorrere i tempi interessandosi e prospettando soluzioni alternative per tutelare i propri cittadini?
- È uno scandalo che riguarda tutta la politica: invece di guardare al futuro e portare il riciclaggio al 100% questi fanno inceneritori e noi dobbiamo morire di cancro !!! Già la Lombardia è un catino di me**a, non so se vi è mai capitato di vedere le mappe dell'inquinamento, in Europa siamo tra i peggiori...
- "... Dompè predica prudenza"
Ovvio.... Si è mai saputo di Sindaci o Amministratori che hanno cercato di precorrere i tempi interessandosi e prospettando soluzioni alternative per tutelare i propri cittadini?
- È uno scandalo che riguarda tutta la politica: invece di guardare al futuro e portare il riciclaggio al 100% questi fanno inceneritori e noi dobbiamo morire di cancro !!! Già la Lombardia è un catino di me**a, non so se vi è mai capitato di vedere le mappe dell'inquinamento, in Europa siamo tra i peggiori...
sabato 20 settembre 2008
A Zelo - La scuola media diventa “solare”
Energia alternativa per luce, acqua calda ed elettricità.
La scuola media di Zelo avrà un tetto fotovoltaico. Luce, acqua calda, corrente elettrica arriveranno direttamente dall’energia solare. È in corso la verifica da parte dei tecnici del Cev (Consorzio energia Veneto), in modo da stabilire la fattibilità e le modalità della copertura della superficie. Verrà a giorni presentato un progetto di massima ma la giunta guidata dal sindaco Paolo Della Maggiore sembra più che intenzionata ad aderire all’iniziativa intitolata “Mille tetti fotovoltaici”. In soldoni, la scuola diventerà quasi del tutto autosufficiente per il 2009. La bolletta verrà pagata regolarmente, ma a canoni che saranno decisamente scontati grazie ad una convenzione già siglata con il consorzio. Il Cev incasserà le entrate relative ai consumi presso la scuola media tramite il conto energia; avrà infatti in concessione dal comune lo sfruttamento dell’impianto per vent’anni. Un’operazione a costo zero per l’amministrazione municipale zelasca, selezionata tra tante municipalità che potranno godere di queste condizioni fino a diventare pienamente proprietaria dei pannelli fotovoltaici nel 2029. Sempre considerato che dopo tale data la funzionalità di tale impianto dovrebbe comunque essere ancora del 60-70 per cento. «Per noi è un’iniziativa importante - spiega il sindaco Della Maggiore -, non solo perché va nella direzione del rispetto ambientale e dell’energia pulita, ma anche perché il nostro comune potrà avvantaggiarsi di pannelli fotovoltaici di cui potrà giovarsi per il futuro, quando ne diventerà proprietario a pieno titolo. Al Cev dovrebbe essere affidata una concessione ventennale: manutenzione ed altri costi sono tutti a loro carico». C’è qualcosa in più però: il Cev sfrutterà l’impianto, ma ai mille comuni dell’iniziativa verrà riconosciuto un dividendo in proporzione agli introiti realizzati. I tecnici di Cev in questi giorni stanno effettuando i rilievi. In tempi brevi sarà consegnato il progetto. E dal 2009 il fotovoltaico potrebbe già essere attivo. «La posa - spiega l’assessore Paolo Oldini - non dovrebbe richiedere molto tempo. Si tratta di moduli già predisposti. Inoltre in futuro potranno anche essere aggiornati, implementati e sostituiti a costi minori in base alle diverse esigenze quando cioè il comune ne sarà il gestore». Con il Cev Zelo ha in corso già una convenzione per l’utilizzo dell’energia elettrica sugli edifici pubblici, che consente un risparmio in bolletta di circa il 20 per cento.
Fonte: Il Cittadino
Fonte: Il Cittadino
martedì 16 settembre 2008
Gli aerei fracassoni sui cieli della città

«Sono ripresi i decolli verso sud, con quattro o cinque aerei in partenza da Linate, che dalle 6 del mattino in poi sorvolano il Sudmilano». Molti sandonatesi si saranno resi conto con le proprie orecchie di un elemento in disturbo in più, che sembra venire meno a quella che anni fa fu una conquista del comitato antirumore che, dopo una dura battaglia, riuscì ad ottenere una distribuzione dei rumore in base alla quale, eccetto che in particolari condizioni meteorologiche, il Sudmilano avrebbe dovuto essere coinvolto solo dagli atterraggi, mentre i decolli dei veivoli spettavano alle aree nord del Forlanini. «Siamo davanti a segnali molto preoccupanti», reagisce il presidente del comitato, avvocato Arturo Gioffredi, in un questa nuova pagina in cui l’aeroporto di Linate è al centro del dibattito. «Vengono utilizzate le flotte più rumorose - riprende -, non sappiamo più come stanno andando i lavori in commissione aeroportuale, il rischio è elevato. Per il momento riguardo il futuro di Linate c’è solo fumo, tante parole e nient’altro. Ricordiamoci però gli esempi del passato, in cui le tratte Milano - Roma avevano portato paradossalmente ad un incremento dei rumori: qualsiasi scelta dovrebbe tenere conto delle zone urbane che contornano la struttura». Tra le ferme richieste che si alzano dalla popolazione, torna innanzitutto attuale l’esigenza «di una valutazione dell’impatto ambientale». In particolare, Gioffredi fa presente: «Come si può pensare ad una programmazione futura, senza essere a conoscenza delle conseguenze di queste scelte sotto il profilo acustico e ambientale?». Proprio su questi punti interrogativi aperti il presidente del comitato, che per anni ha portato avanti un impegno attraverso iniziative tese a restituire un clima di quiete alle città di Sudmilano, sta ora puntando l’attenzione, mostrando grande preoccupazione per gli eventuali sviluppi futuri. «Il rischio - dice -, è che il problema Linate finisca nel dimenticatoio, a danno dei cittadini». In particolare, tra i quartieri maggiormente tartassati, il primato va a Bolgiano, a cui seguono altre porzioni locali dove il fracasso dei velivoli è purtroppo una consuetudine. Altro capitolo riguarda invece i fondi per interventi di mitigazione acustica nelle abitazioni. Lo stesso comitato, tramite il sito Internet www.stoprumorelinate.it, aveva proceduto alla pubblicazione online della pratica e alla raccolta delle domande compilate da parte dei cittadini che si erano fatti avanti. «Abbiamo trasmesso tutto al comune - conclude Gioffredi -, ora i residenti rimangono in attesa di un riscontro». A favore del silenzio e della quiete c’è anche un documento approvato in consiglio comunale con il benestare di maggioranza e opposizione, che si erano trovate unite in una battaglia a beneficio di tutta la città.
Fonte: I Cittadino
Fonte: I Cittadino
venerdì 5 settembre 2008
San Giuliano sforna l’auto del futuro

Monocromatica o bicolore, pesa 320 chili, percorre tranquillamente una media di circa 60 chilometri orari, non consuma carburante, per guidarla non serve la patente, e nella versione super accessoriata è dotata di navigatore satellitare e altri comfort all’avanguardia. L’auto elettrica, da due a quattro posti, che da tre mesi viene prodotta dalla “Elvi group srl” in uno stabilimento di via Tolstoy al civico 71 a San Giuliano si presenta con un moderno sistema di trasporto, ad impatto zero sull’ambiente, con batterie che è sufficiente attaccare alla corrente per ottenere la giusta carica. «La vettura è frutto di una tecnologia rivoluzionaria», spiega Guido Francesco Vicario, l’imprenditore che si è cimentato in questa moderna avventura, giocata sulla produzione di innovativi modelli che hanno dalla loro parte una serie di vantaggi. «È silenziosa - dice -, a differenza di altre versioni, la nostra è molto leggera, il motore è contenuto nel cerchione della ruota ed è concepita in modo tale da sfruttare al massimo l’energia, senza dispersioni. È ideale per chi si muove in città o percorre tragitti medio - brevi. Riguardo ai costi di ammortamento il calcolo è subito fatto: tenendo conto che non richiede carburante e cambio d’olio, tutto si risolve con circa 100 euro l’anno di assicurazione. Se per ricaricare la batteria viene utilizzato un pannello fotovoltaico il consumo è pari a zero, mentre con la corrente elettrica, il costo equivale ad un euro per ogni 100 chilometri percorsi». L’ampia gamma di modelli è in vendita ad un prezzo di mercato che spazia dalle circa 5mila euro, il modello base, fino a 12mila euro per la versione più evoluta e superaccessoriata. Tutti modelli, che potranno circolare ovunque eccetto in autostrada, saranno assemblati nello stabilimento di San Giuliano che sfornerà da un minimo di 1.200 mezzi all’anno, fino a 3mila auto elettriche. I mezzi saranno contrassegnati dal marchio composto da quattro “e”, che compongono l’acronimo di “ecologica”, “economica”, “emergente”, “efficiente”. Nell’area antistante la fabbrica sangiulianese sono parcheggiati una ventina di esemplari, insieme a motoscooter di diverse dimensioni, naturalmente elettrici, nonché il prototipo della nuova auto a quattro posti e la poltrona motorizzata per chi ha problemi a camminare. Una panoramica che verrà illustrata nel dettaglio a chi mostrerà interesse a saperne di più. Ma la carrellata di mezzi non ancora immatricolati nella serata di domani alle 21 debutterà anche alla “Festa” del Partito democratico presso il Parco della Quercia , con possibilità di prova gratuita. I dettagli tecnici dei mezzi, con tanto di informazioni utili sulle diverse caratteristiche delle batterie, dalle ormai collaudate al piombo gel fino alle potenti batterie al litio, sono contenute in una pubblicazione a cura dello stesso imprenditore Guido Francesco Vicario, che verrà consegnata agli interessati nella stessa serata dell’evento e che può essere ritirata anche presso l’unità produttiva di San Giuliano. La rivoluzione del trasporto privato parte dunque dal Sudmilano, dove si spera non manchino riscontri positivi all’innovativa iniziativa. «Io ormai da tempo mi muovo con l’auto elettrica - conclude Vicario -, se devo andare in posti lontano da casa prendo il treno o l’aereo. Il sindaco di Parigi ha già mostrato interessamento per una fornitura di 4mila pezzi. Credo fortemente in questo rivoluzionario mezzo di trasporto, capace di abbattere l’inquinamento ambientale e contenere i rumori nelle nostre città».
Fonte: Il Cittadino
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