Visualizzazione post con etichetta Ambiente Italia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Ambiente Italia. Mostra tutti i post

mercoledì 14 ottobre 2009

"Meno inquini più ti premio" la svolta verde delle Ferrovie. Sui treni partiranno le "millemiglia" ecologiche. Dal prossimo anno 2,5 milioni di tonnellate di gas serra in meno ogni dodici mesi di ETTORE LIVINI


MILANO - Prima la Frecciarossa, ora i biglietti verdi. Dopo il successo dell'alta velocità - che sulla Milano-Roma ha ormai conquistato il 50% del mercato - le Ferrovie dello Stato provano a strappare altri passeggeri ad aereo e auto giocando il jolly del viaggio ecologico.Tutti i tagliandi d'accesso sui treni italiani, compresi quelli emessi online, riporteranno in tempi brevi - oltre a tratta, classe e prezzo - anche il bilancio ambientale del percorso: vale a dire i numeri che quantificano quante emissioni (in kg. di CO2) e consumi energetici (in grammi di petrolio equivalenti) si sono evitati rispetto all'uso sullo stesso percorso di auto ed aereo.Non solo: ogni passeggero avrà una sorta di tessera personale su cui, viaggio dopo viaggio, verranno contabilizzati l'anidride carbonica e il gasolio "risparmiati". Una sorta di Mille miglia su rotaia che - come la cugina dei cieli - accumulerà questi "punti verdi" facendo scattare un articolato meccanismo di premi. L'elenco, ancora allo studio, dovrebbero comprendere biglietti gratuiti, sconti e "upgrading" di classe. E più avanti, se si riusciranno a superare gli scogli tecnici, persino la possibilità di detrarre fiscalmente parte delle spese di viaggio.La sfida del treno ad aereo ed auto, perlomeno sul fronte ecologico, non ha storia. Per ogni passeggero/chilometro - l'unità di misura su cui si calcola il bilancio ambientale di un mezzo di trasporto - scegliendo i convogli delle Fs si producono 44 grammi di CO2 contro i 118 dell'auto, i 140 dell'aereo e i 158 del camion. Stesso discorso sul fronte del risparmio energetico. Utilizzando la strada ferrata si consuma il 91% in meno rispetto al volo, il 77% in meno dei camion e il 68% di una vettura.L'avvento degli eco-biglietti Fs e delle loro promozioni ha l'obiettivo commerciale di consolidare il lento ma costante recupero di quote di mercato del treno nel nostro paese. Un fenomeno che ha già garantito, cifre alla mano, benefici importanti: nel 2008, sui convogli Trenitalia sono saliti 100mila pendolari in più al giorno. Un aumento del 6% che si traduce nel risparmio di 65mila viaggi al dì in auto, con 27mila tonnellate in meno di anidride carbonica scaricate in aria. I 1.600 passeggeri al giorno che sono passati dalla navetta Roma-Milano di Alitalia-Air One all'alta velocità dal lancio della Frecciarossa garantiranno a fine 2008 (magari senza rendersene conto) un risparmio di altre 30mila tonnellate.

E quando a dicembre 2009 entrerà in esercizio il treno superveloce Torino-Milano-Roma-Salerno, l'intero sistema dei trasporti italiano dovrebbe produrre - secondo la stima delle Fs - 2,5 milioni di tonnellate di CO2 in meno ogni dodici mesi.La scommessa ecologica della società guidata da Mauro Moretti rientra in un piano continentale per la riduzione dell'effetto-serra che giocherà molte delle sue possibilità di successo proprio sul taglio drastico delle emissioni nel settore dei trasporti, aumentate del 27% tra 1990 e 2006 mentre quasi tutto il resto dell'industria riusciva a tagliarle. Oggi auto, camion, aerei e treni contano circa per il 20% del totale di anidride carbonica scaricato nei cieli europei. E L'Agenzia ambientale di Bruxelles prevede che, ai trend attuali, l'inquinamento prodotto dal sistema della mobilità sarà superiore nel 2050 a quello di tutti gli altri comparti industriali messi assieme.Fonte: La Repubblica.it

San Colombano - L’appello degli ambientalisti in vista della discussione del piano urbanistico «Giù le mani dal centro e dalle colline»


La politica locale si accende sull’urbanistica: mercoledì si riunisce il consiglio comunale per deliberare sulle zone d’esclusione del piano casa della regione Lombardia, e gli ambientalisti chiedono di salvaguardare parco collinare, centro storico e le altre aree già tutelate.Il 15 ottobre è il termine ultimo fissato per i consigli comunali per deliberare le aree in cui non troverà applicazione il piano casa varato dalla regione Lombardia per il rilancio dell’edilizia. Tra le altre misure, sono previste facilitazioni per aumentare le volumetrie e per il recupero a uso abitativo di fabbricati in precedenza destinati ad altro uso.Le associazioni ambientaliste locali, Picchio Verde, Legambiente e Wwf hanno trasmesso nei giorni scorsi al sindaco Gigi Panigada la richiesta di escludere dall’applicabilità della legge «tutte le aree del centro storico , il Plis di San Colombano al Lambro e quelle aree soggette a vincolo di inedificabilità in base a disposizioni di legge o di pianificazione territoriale ed urbanistica».Le associazioni rimarcano nella loro richiesta il fatto che la legge prevede espressamente che siano i consigli comunali a deliberare in tal senso e per questo gli ambientalisti «invitano a mettere in atto tutte le iniziative necessarie per non perdere questa fondamentale occasione di tutela e valorizzazione del vostro e nostro territorio».L’amministrazione comunale scioglierà mercoledì, nel corso di un inusuale consiglio comunale pomeridiano, il dubbio sul recepimento o meno di questa richiesta.Da segnalare che proprio in occasione dell’ultimo consiglio comunale nel mese di settembre, la maggioranza era andata in difficoltà sulla delibera di recepimento della legge regionale per il consumo delle superfici agricole allo stato di fatto, ovvero quelle superfici di fatto agricole indipendentemente da come fossero marcate negli strumenti urbanistici, e sulla maggiorazione del contributo di costruzione.Il sindaco aveva portato in consiglio per l’approvazione la cartografia passata dalla Regione e la proposta di applicare l’aliquota massima del contributo di costruzione al 5 per cento. La norma era entrata in vigore ad aprile, ma San Colombano non l’aveva ancora recepita.Incalzato dal consigliere di minoranza Maurizio Rugginenti sui ritardi d’applicazione, che hanno portato alla cartografia imposta dal Pirellone e all’obbligo dell’aliquota al 5 per cento, e sulla formulazione della delibera, che avrebbe lasciato al comune margini di discrezionalità interpretativa non previsti dalla norma, alla fine il primo cittadino ha proposto il ritiro della delibera.
Azione indispensabile anche per i malumori di diversi consiglieri di maggioranza, palesemente contrari perché non sarebbero stati informati in quei termini della decisione d’assumere.Fonte: Il Cittadino

Danni ovunque per il vento, disagi da Lodi a San Rocco


Da Lodi a San Rocco, passando per Tavazzano, Sant’Angelo, San Giuliano e Orio Litta. Il forte vento che ieri ha spazzato il Lodigiano e il Sudmilano da nord a sud ha fatto danni praticamente ovunque, abbattendo alberi, cartelli stradali e cornicioni. È pesante il bilancio per primo giorno di maltempo dopo il caldo degli ultimi giorni.I danni più gravi sono stati provocati a Lodi, dove vigili del fuoco e polizia locale sono dovuti correre quasi senza interruzione da un capo all’altro della città. Due piante sono cadute in piazzale Omegna, in zona San Fereolo: di mattina sopra una giostrina per bambini, nel pomeriggio sopra un’auto parcheggiata. A pochi metri da lì, in via Colombo davanti all’ingresso della “muraglia”, è stata divelta quasi completamente la copertura della pensilina sotto cui ci sono i distributori automatici di snack e bevande. In via Giovanni XXIII una pianta è caduta sul marciapiede e parzialmente sulla strada nei pressi della scuola elementare Pezzani: la zona è stata transennata, mentre i bambini sono stati fatti uscire dal retro. In via Benedetti sono state segnalate lastre che si muovevano sul tetto di un’abitazione privata; nel parco di via Libero Grassi (a Campo Marte) e in quello delle Lavandaie, invece, sono crollati due alberi.A Tavazzano è stata chiusa via Primo Maggio, nel tratto fra via Di Vittorio e via Pesa, dalla polizia locale del consorzio Nord Lodigiano a causa di un vecchio platano che non ha retto alla furia del vento e ha tagliato in due la carreggiata. Sempre a Tavazzano la recinzione di un cantiere edile è crollata sulla via per Pezzolo.Nella Bassa, oltre all’incidente provocato sulla Mantovana, ci sono stati interventi dei vigili del fuoco (del distaccamento volontario di Casale) a San Rocco per la caduta di una robinia di sei metri in via Borsellino, a Santo Stefano, in località Filolungo, per un tronco che si era appoggiato ai cavi di Enel e Telecom, e a Terranova, località Biraga, per il crollo di alcuni pali Telecom che hanno rischiato di far cadere la fila degli altri tralicci.A San Giuliano infine, nel Sudmilano, due piante sono cadute rispettivamente in via Per Civesio, la strada che dalla provinciale 164 porta alla tangenziale e collega Civesio con Viboldone, e sulla via Emilia nei pressi del ristorante La Rampina. In quest’ultimo caso non è stata bloccata la strada e non è stato necessario l’intervento della polizia locale per la viabilità. Gli operai di Genia hanno provveduto a rimuovere gli alberi e i rami caduti sulla carreggiata.Fonte: Il Cittadino

domenica 11 ottobre 2009

Scattano da Maleo i viaggi tra i tesori del basso Lodigiano

Alla scoperta dei tesori artistici ed architettonici di Maleo. Per, domani, domenica 11 ottobre infatti, alle ore 15, è prevista, con appuntamento in piazza XXV aprile, una visita guidata alla chiesa dei Santi Gervasio e Protasio, all’Albergo del Sole, a villa Trecchi ed alla chiesa di Santa Maria Annunciata e di San Pietro Martire nell'ambito della rassegna "Il Lodigiano e i suoi tesori" promossa dalla provincia di Lodi. Da segnalare che alle ore 16,30 si terrà un concerto presso la di Santa Maria Annunciata e di San Pietro Martire di via Manfredi sul tema “Correva l'anno 1746...”, echi di festa in onore del marchese Trecchi a cura di Musicarte. La visita ai "tesori" di Maleo apre di fatto una serie di appuntamenti culturali nella Bassa. Per domenica 18 ottobre alle ore 9 è in programma un itinerario in pullman per visite guidate ai castelli di Camairago, Fombio e Maccastorna con partenza dal piazzale della stazione di Lodi. Per l'8 novembre invece è prevista una visita guidata alla Raccolta d'Arte “Carlo Lamberti” di Codogno in via Cavallotti, 6 dalle ore 15 alle 16. La visita guidata sarà accompagnate da letture e momenti musicali ribattezzate “L'amor sen va, l'amor sen viene”, poesie e musiche scapigliate a cura di Musicarte. Il 15 novembre visita guidata alla villa liberty Vistarini-Biancardi di Zorlesco con concerto presso la sala della Caccia ribattezzato “Sulle ali del canto”. Infine domenica 22 novembre alle ore 15 visita al Museo del giocattolo e del bambino di Santo Stefano Lodigiano con lo spettacolo finale “Storie di lupi e di stelline”. Fonte: Il Cittadino

venerdì 9 ottobre 2009

Nuovo arrivo al Bioparco di Roma

ROMA - Un cucciolo di giraffa è nato al Bioparco di Roma, ed è uscito per la prima volta all'esterno della casa delle giraffe alla presenza dell'assessore comunale all'Ambiente Fabio De Lillo, del presidente della Fondazione Bioparco di Roma Paolo Giuntarelli, e del nuovo direttore della struttura Tullio Scotti.
Il cucciolo, che è figlio di Camerun e Rocco, è nato il 29 settembre, è alto circa 1 metro e 70 cm e prede il posto della giraffina Pallina, recentemente morta per un incidente, una delle mascotte dei bambini. I guardiani del reparto erbivori avevano predisposto un letto di paglia nella stalla per attutire la caduta del neonato, che è avvenuta dall' altezza di 2 metri.
Il giraffino si aggiunge al gruppo di 4 animali che abita nella casa delle giraffe: Carroll di 17 anni, mamma di Camerun (che ne ha 5) e nonna del neonato, entrambe arrivate al Bioparco nel 2006 da uno zoo della Repubblica Ceca, la giraffina Esperanza, nata nel Bioparco nell'agosto 2006, e Rocco, l'anziano maschio, di 25 anni, arrivato a Roma nel 2005. La giraffa è l'animale più alto al mondo e raggiunge i 25 anni di età, e pur avendo un collo lunghissimo ha lo stesso numero di vertebre dell'uomo. Il neonato non ha ancora un nome e il Bioparco ha invitato tutti i bambini a inviare una mail all'indirizzo info@bioparco.it con il nome preferito entro giovedì 15 ottobre. Fra tutte le proposte pervenute, lo staff zoologico sceglierà il nome più originale che verrà comunicato attraverso il sito: www.bioparco.it. Fonte: Ansa.it

giovedì 8 ottobre 2009

Nucleare, tre italiani su quattro non vogliono centrali in 'casa'

Tre italiani su quattro non vogliono nemmeno prendere in considerazione l'idea di una centrale nucleare nella propria provincia. E il 72 per cento non crede che le attuali tecnologie nucleari garantiscano elevati standard di sicurezza.E' il verdetto che esce dall'indagine sulla democrazia energetica condotta dall'Istituto Format per conto di Somedia su un campione statisticamente rappresentativo della popolazione italiana di età superiore ai 18 anni (sono state effettuate 1.000 interviste con il sistema Cati dal 14 al 17 settembre 2009). L'atomo esce bocciato in modo netto, nonostante il lungo pressing del governo che ha aperto all'industria francese del settore, in forte difficoltà di bilancio e alle prese con l'aspro contenzioso giudiziario per l'impianto di nuova generazione che sta subendo un rinvio dopo l'altro in Finlandia.Che il nucleare non piaccia agli italiani del resto sembra essere una conclusione alla quale è arrivato anche Palazzo Chigi: il governo ha deciso di rinviare la definizione dei siti per le quattro centrali che intende costruire a un periodo successivo alle elezioni regionali di primavera. Ma come produrre l'energia che sarà comunque necessaria, anche spingendo al massimo sulla leva dell'efficienza? Ecco l'indice di gradimento sulle rinnovabili che emerge dall'indagine di Format diffusa oggi al convegno Energetica, organizzato da Somedia. Al primo posto c'è il solare fotovoltaico con il 48,6 per cento. Al secondo l'eolico con il 25,9 per cento. Al terzo il solare termico con il 17,3 per cento. Poi vengono le biomasse (2,6 per cento), le onde marine (3,3 per cento), la geotermia (1,3 per cento), il mini idroelettrico (1,0 per cento).Il livello di conoscenza delle fonti di energia rinnovabili non è risultato molto alto. Ha affermato di conoscere “molto bene” l'energia solare fotovoltaica il 26,4% del campione, l'energia solare termica il 17,1 per cento, l'energia eolica il 26,6 per cento, l'energia da biomasse il 12,3 per cento, l'energia dalle onde del mare il 7,5 per cento, la geotermia il 10,8 per cento ed il mini-idroelettrico il 6,3 per cento.Fonte: La Repubblica.it

Paullese, una paralisi quotidiana

Oltre il cantiere per la realizzazione del tunnel di Vigliano, verso Crema (di sera) o nella direzione contraria verso Milano (di mattina), è impossibile passare in tempi rapidi. Si rimane bloccati sulla strada Paullese, anche mezz’ora, per pochi metri di strada. Ma il futuro, a lavori ultimati tra il 2013 il 2014, potrebbe non essere roseo per i pendolari se non arriverà finalmente la metropolitana. I dati sono purtroppo impietosi: secondo le stime della regione che prevede una crescita del 2-2,5 per cento annua del traffico, il numero delle macchine aumenterà del 50 per cento quando i cantieri saranno chiusi. Inoltre 20mila autovetture in più s’immetteranno sulla 415 per entrare e uscire dalla Tem. Vuol dire che il trasporto su ferro è irrinunciabile: «Altrimenti saremo da capo», taglia corto il sindaco di Paullo Claudio Mazzola. L’impatto visivo di quello che affrontano quotidianamente i pendolari lo hanno registrato anche le telecamere di Rai Tre, che lunedì scorso si sono piazzate nell’area del cantiere e hanno filmato la via crucis degli automobilisti in transito. Purtroppo le notizie per i forzati della 415 non sono buone: da una parte se la Provincia ha agito per “accorciare” lo spazio occupato dal cantiere e aumentare quello fruibile dal traffico, dall’altra il provvedimento richiederebbe un ulteriore esproprio di terreno che al momento non viene compiuto; in aggiunta la questione della metropolitana fino a Paullo è ferma al Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica). «Le responsabilità sarebbero gravi - prosegue il sindaco Mazzola - se nonostante gli impegni che sono stati sottoscritti, le parole spese, non ci muovessimo di conseguenza. Il progetto bocciato dalla corte dei conti, è stato modificato e rimandato al Cipe. Adesso è un tira e molla tra Metropolitana Milanese e Cipe. C’è la netta sensazione che non siano più aspetti tecnici, ma che si provi a tener fermo il progetto per far perdere tempo. Nel frattempo Metropolitana Milanese sta già facendo il progetto definitivo, ma è chiaro che se non passa il preliminare non si può andare avanti». È stato richiesto un incontro con il presidente della Provincia di Milano da parte dell’associazione dei sindaci, perché appoggi le azioni per la metropolitana. Ma non è stata fissata ancora la data. Invece un incontro con la Provincia c’è stato, ma con l’assessore alla viabilità Giovanni De Nicola, che ha ricevuto una delegazione formata dai comuni di Paullo, Mediglia, Tribiano e Pantigliate. «Dovevamo parlare della pista ciclabile che unisce i comuni - spiega Mazzola -, ma non abbiamo perso l’occasione per sottoporre all’assessore la difficile situazione dei pendolari. Il cantiere, secondo me, non è stato organizzato al meglio. Gli interventi a tutela degli automobilisti sono insufficienti. Fino al mese di febbraio, non vedremo risultati: la data in cui la rotonda incriminata dovrebbe sparire per essere spostata più in là. Se solo fosse stato programmato in anticipo la costruzione della rotonda, io credo che avremmo avuto dei benefici».Fonte: Il Cittadino

martedì 6 ottobre 2009

Vizzolo - L’auditorium è pronto a tornare a vivere

Per l’auditorium di Vizzolo Predabissi, struttura da duecento posti di fronte al comune di piazza Puccini, è in arrivo la gestione privata. Entro la fine del mese di ottobre il comune passerà le consegne della sala all’associazione culturale milanese “Compagnia del Bel Canto”, che ha vinto la gara per quattro anni di programmazione, sino a fine 2013. La compagnia ambrosiana, nata nove anni fa, promette di portare a Vizzolo teatro drammatico e brillante, concerti di tutti i generi, riduzioni di opere, balletti, iniziative per bambini, spettacoli di cabaret e commedie, corsi d’arte e recitazione aperti ai residenti e al territorio limitrofo. Ma soprattutto il “belcanto” milanese si presenta con la credenziale di imprimere un utilizzo più regolare al centro inaugurato nel 2001, con troppi alti e bassi nello sfruttamento. L’obiettivo è offrire adesso un menù più stabile almeno nei giorni del fine settimana, dal venerdì alla domenica. «Abbiamo pensato che la formula migliore per rilanciare l’auditorium fosse un equilibrio tra spese di manutenzione, che non è chiaramente possibile far pesare tutte su una onlus o un’associazione, pena la diserzione di qualunque gara, e compartecipazione del comune agli utili sui biglietti - spiega l’assessore allo sport e tempo libero Antonio Bonito -. Per cui abbiamo studiato la seguente soluzione: collocare le spese straordinarie a carico dell’ente pubblico e le uscite ordinarie, cioè le utenze, sempre nella parte di competenza comunale fino a un massimo di diecimila euro l’anno. Oltre i diecimila, interviene il privato. La compagnia (che è andata in scena, fra molte altre occasioni, alla Villa Reale di Monza e al teatro delle Erbe di Milano) per contro si impegna a girare al proprietario, in questo caso l’amministrazione pubblica, il 16,5 per cento degli incassi con un minimo garantito a nostro favore di cinquanta». Nel capitolato, ormai siglato e quindi prossimo a passare alla fase operativa con la prima rassegna stagionale, ci sono anche clausole di tipo non finanziario, prima fra tutte il diritto da parte del comune a poter disporre totalmente della struttura per dieci giorni all’anno, ed a revisionare la scaletta delle iniziative prima di dare il nulla osta. Infine la domanda che aleggiava dieci anni fa, prima del taglio del nastro: arriverà anche il cinema? «Non è nelle previsioni - fa chiarezza ancora Bonito -, mancano le attrezzature necessarie per la proiezione. Inizialmente quindi si punterà su musica e teatro».Fonte: Il Cittadino

domenica 4 ottobre 2009

Nove comuni si alleano sulla sicurezza

Nove amministrazione della Bassa e del Centro Lodigiano chiedono al prefetto Peg Strano Materia un incontro per alcuni chiarimenti e un riscontro sulle iniziative in atto in termini di sicurezza. La riunione è già stata accordata e si terrà mercoledì a Lodi in prefettura. La richiesta è partita da Brembio e Somaglia e ha poi coinvolto direttamente le amministrazioni di Caselle Lurani, Pieve Fissiraga, Lodi Vecchio, Ossago, Turano, Bertonico e Castiglione d’Adda, «ma è aperta al contributo di tutti e auspichiamo che il prefetto voglia estendere poi le eventuali linee di indirizzo a tutti i comuni del Lodigiano», fanno sapere i promotori. L’iniziativa ha un duplice scopo, quello di portare avanti un confronto territoriale sulle politiche della sicurezza, in modo da muoversi con coesione rispetto alle problematiche comuni, e quello di ottenere dal prefetto delle indicazioni corrette e coerenti sull’utilizzo di alcuni strumenti come le ordinanze per la sicurezza o gli ordini di servizio per l’iscrizione in anagrafe dei cittadini stranieri solo con un reddito minimo. «Alcuni comuni hanno già intrapreso quella strada - dicono Giuseppe Sozzi sindaco di Brembio e Giuseppe Medaglia sindaco di Somaglia -. Aldilà delle valutazioni tecniche anche legislative, vorremmo che il prefetto esprimesse il suo punto di vista sull’applicazione di questi provvedimenti, dando un cappello sovra-comunale alle singole iniziative. Come organo di governo sul territorio il suo parere conforterebbe l’applicazione corretta di questi provvedimenti». Somaglia e Brembio avevano già partecipato la settimana scorsa al tavolo di confronto sovracomunale richiesto dall’amministrazione di Casale proprio sulle tematiche della sicurezza, e in quella sede avevano annunciato la loro volontà di confrontarsi anche con il prefetto. «Questo muoversi insieme permetterà anche di confrontare le operazioni messe in atto nei singoli comuni, e di conseguenza di avere più coesione territoriale - spiega Medaglia -. Poi auspichiamo che il prefetto possa estendere a tutti i comuni gli eventuali indirizzi che ne usciranno». Infine, la riunione potrebbe avere anche degli sbocchi pratici per almeno due versanti che riguardano la sicurezza: la collaborazione tra comuni vicini e la facilità d’accesso ai finanziamenti superiori. «Da questi confronti possono nascere anche iniziative comuni sul pattugliamento del territorio o sull’emanazione di provvedimenti - conclude Sozzi -. Infine, si potrebbero concordare dei percorsi per l’accesso ai finanziamenti sovracomunali per le iniziative nell’ambito della sicurezza, in modo da far arrivare i soldi per quelle attività effettivamente richieste dai singoli comuni».Fonte: Il Cittadino

venerdì 2 ottobre 2009

Messina, si scava nel fango decine di vittime, molti dispersi

Libertà di stampa. Tutti in piazza per la libertà d'informazione

Roma, ma anche Londra, Madrid, Parigi, Berlino, Barcellona e Monaco. Sarà la più grande manifestazione per la libertà di informazione nella storia dell’Occidente democratico quella che, dalle 15,30 di oggi, avrà il suo centro in Piazza del Popolo. Altre manifestazioni si svolgeranno contemporaneamente in tutt’Italia.Una protesta, una festa. Sarà aperta dall’Orchestra di piazza Vittorio, la band multietnica nata a Roma e conosciuta ormai in tutto il mondo. In questo modo, l’avvio della manifestazione sarà un modo per sottolineare che quello alla libertà di informazione non è il solo diritto oggi in pericolo nel nostro paese. Sono in discussione i valori fondamentali della nostra Costituzione. A partire dal principio di eguaglianza, colpito dal lodo Alfano (che rende il presidente del Consiglio più uguale di tutti gli altri) e dal cosiddetto «pacchetto sicurezza» (che fa di alcuni uomini, gli immigrati irregolari, dei criminali per status).
Alla protesta - promossa dalla Federazione nazionale della stampa italiana - hanno aderito centinaia di organizzazioni territoriali e nazionali tra le quali l’Ordine dei giornalisti, la Cgil, l’Arci, le Acli, la Fim Cisl, la Federazione italiana associazioni partigiane. Ieri è giunta anche l’adesione del presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani. Tra gli interventi previsti, oltre a quello del presidente della Fnsi Franco Siddi che illustrerà le ragioni dell’iniziativa, quelli di Dario Fo e Roberto Saviano, del presidente emerito della Corte costituzionale Valerio Onida e dell’attore Neri Marcorè.È anche previsto un messaggio di don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana. Tra gli artisti, oltre all’orchestra di piazza Vittorio saliranno sul palco di Piazza del Popolo Samuele Bersani, Marina Rei, Enrico Capuano e Teresa De Sio.Come è noto il presidente del Consiglio ha definito la protesta di oggi «una farsa» e ha sostenuto che l’Italia è il paese dell’Occidente dove la libertà di stampa è più garantita. Qualche giorno fa, d’altra parte, era arrivato a sostenere di aver portato «la moralità della politica».Di certo Silvio Berlusconi è stato il maggior sponsor - anche se involontario - della protesta odierna. I suoi attacchi sistematici ai quotidiani scomodi (accompagnati dall’invito agli imprenditori a punirli negando le inserzioni pubblicitarie), le intimidazioni individuali a giornalisti colpevoli solo di avergli rivolto domande non gradite e, infine, le richieste di risarcimento danni a l’Unità e a La Repubblica, hanno reso chiaro al mondo, e a una crescente parte del Paese, che la cosiddetta «anomalia italiana» rischia di colpire le basi della democrazia.Fonte: L'Unità,it

Secugnago - Immobili in vendita per risanare le casse

Il consiglio comunale certifica il buco record di 850mila euro approvando la salvaguardia degli equilibri di bilancio e individuando la strategia per correggere la situazione. Non ci sono state sorprese nella seduta di consiglio comunale di mercoledì sera. La nuova amministrazione guidata da Mauro Salvalaglio aveva già annunciato in assemblea pubblica l’importo del buco nel bilancio, e in consiglio l’assessore Giuseppe Paglia non ha potuto che riconfermare le cifre e l’analisi del passivo. «In passato si è speso molto più di quanto si è poi effettivamente accertato un po’ in tutti i capitoli di bilancio, sia per incassi dei tributi locali sia per trasferimenti da parte dello stato sia per altro tipo di entrate - spiega l’assessore -. L’effetto di tutto ciò è che ora ci ritroviamo con un deficit potenziale di 853mila euro». Per un paese da 2mila abitanti e un bilancio da un milione e tre, un’enormità, dalla quale però si può uscire. «Abbiamo già individuato un percorso che prevede una variazione di bilancio pluriennale 2009-2011 - continua Paglia -. Prevediamo di ottenere 600mila euro circa dall’alienazione di immobili comunali, perlopiù terreni. Di questi, 300mila euro circa sono già in fase di riscossione e gli altri arriveranno. Poi continuiamo di incamerare i 250mila euro rimanenti come oneri d’urbanizzazione nel corso di un’operazione che stiamo per sbloccare». Si tratta dell’insediamento di alcune attività produttive che avrebbero dovuto portare in dote una nuova bretella di collegamento tra la via Emilia e il paese. L’ipotesi a cui si lavora è quella di scorporare 250mila euro di oneri destinati a quell’opera e utilizzarli per coprire il buco, salvo poi reinvestirli sull’opera in un secondo tempo. «Ci stiamo lavorando, ma dobbiamo ragionare anche con la Provincia e le aziende interessate - dice il sindaco Mauro Salvalaglio -. Sono comunque ottimista sull’esito dell’operazione di salvataggio».La soluzione comunque passa da un disavanzo nel bilancio consuntivo 2009 e dal successivo recupero nei tre anni successivi. In consiglio, il provvedimento ha ottenuto anche il voto favorevole dell’opposizione che fa capo all’ex vicesindaco Franco Chiodaroli, ma ha avuto quello contrario di Rifondazione Comunista. «Ma tutti concordavamo nel ritenere che la situazione andasse affrontata e risolta rapidamente - conclude l’assessore Paglia -. Rifondazione avrebbe voluto che individuassimo anche le responsabilità e le cause, ma le dovrebbe chiedere agli ex amministratori. E probabilmente delle spiegazioni saranno dovute anche agli enti superiori, perché dopo il consuntivo è probabile che richiedano qualche spiegazione».Fonte: Il Cittadino

giovedì 1 ottobre 2009

San Donato - Torri Lombarde, scene da favelas

Gli spazi affidati al municipio perché diventino una libreria - caffè sono ora in balia di abusivi che fanno paura.Senzatetto vivono sotto i portici e si lavano nella fontana.

Notti all’addiaccio, trascorse all’ombra delle Torri Lombarde, a poche decine di metri dalle sedi di rappresentanza dei noti marchi aziendali del comparto sandonatese affacciato sulla via Emilia. Dopo l’allarme bivacchi lanciato nell’agosto scorso dall’amministratore condominiale del complesso residenziale e dai primi interlocutori del comparto, la situazione sembra essere precipitata. «Il problema ha assunto contorni gravi – torna a rimarcare l’ingegner Paolo Menegaldo, vice presidente del consorzio (composto da Aurora, Bmw, Esselunga, Residence, le due Torri Gallotti e il comparto residenziale, che incide per il 42 per cento) -, in quanto in quell’area, che è stata ceduta al comune per la realizzazione di una libreria caffè, si è ormai insediato un nucleo di ignoti, che per più giorni consecutivi sotto le nostre case mangia, trascorre le notti, si lava nella fontana, che doveva essere un elemento di pregio, e utilizza gli spazi come servizi igienici. Si tratta di un gruppo di 8 o 10 persone che staziona quasi in pianta stabile. Forse anche il degrado in cui versa la stazione ha contribuito a peggiorare il clima, dove vanno messi in conto anche altri segnali preoccupanti che ci premureremo di denunciare quanto prima ai carabinieri, mentre come consorzio porremo all’ordine del giorno il problema che ha carattere d’urgenza. Auspichiamo nel frattempo che il comune affronti questa grave situazione». Aggiunge l’esponente del Pdl, nonché residente delle Torri, Guido Massera: «Considerato che alle Torri Lombarde risiedono oltre 700 famiglie, e che tutti i giorni nel quartiere transitano migliaia di impiegati, a cui si aggiunge la clientela di un noto supermercato, è evidente che questi insediamenti abusivi da parte di ignoti, che vivono ai margini della società, bevendo birra sin dal mattino, rappresentano un grave problema, che coinvolge un’ampia comunità. Nonostante gli investimenti effettuati dai complessi residenziali e dal mondo aziendale per garantire un presidio di guardie giurate, dopo una certa ora è diventato pericoloso, soprattutto per le donne, attraversare a piedi il quartiere. Per questo torniamo a fare appello al sindaco e alla giunta affinché vengano assunti provvedimenti tempestivi, prima che la situazione possa ulteriormente degenerare». Dopo il bando con il quale il comune nella primavera scorsa ha tentato di individuare un gestore disponibile a trasformare la struttura in una libreria caffè, in attesa che la burocrazia fornisca risposte, un gruppo di persone alle prese con una vita di espedienti se ne è approfittato, accaparrandosi un tetto di fortuna. Se per l’immediato futuro i residenti auspicano innanzitutto in uno sgombero, seguito da un presidio dei vigili, guardando al domani del complesso che urge riqualificazione, sembra che al bando abbia aderito un potenziale investitore, ma sull’esito della partita grava ancora un punto interrogativo. Il tema sicurezza torna quindi protagonista, con un nuovo sollecito che si alza dal mondo aziendale e dell’importante quota di sandonatesi della zona, i quali si trovano a fare i conti con gli inquilini abusivi che hanno preso posto nella prestigiosa cornice del più moderno quartiere di San Donato.Fonte: Il Cittadino

martedì 29 settembre 2009

Liberare la stampa per liberare la mente!

Il 3 ottobre grande manifestazione


Sudmilano, ecco tutte le opere a rischio

Certo il taglio del sovrappasso ciclopedonale a Colturano, rinviato il castello di Melegnano, dubbi sulla bretella Cerca-Binasca. L’assessore Squeri: «In bilancio un buco di 40 milioni di euro» .

Il rosso da 40 milioni di euro in provincia semina effetti veri ma anche paure ingiustificate fra gli amministratori del Sudmilano. Una cosa è sicura: alla luce delle magre finanze che palazzo Isimbardi si trova nel 2009 “salta” e ritorna fra i progetti destinati all’anticamera il sovrappasso ciclopedonale della Cerca a Colturano, lanciato dall’amministrazione Penati proprio in scadenza di mandato. Ma per il castello di Melegnano il discorso è assai diverso: «Ci rendiamo conto del valore culturale e delle potenzialità dell’opera - dichiara fra gli assessori al fianco di Guido Podestà il titolare del bilancio Luca Squeri - per cui riconfermiamo tutta l’intenzione di provvedere alla completa riqualificazione del castello entro il 2011. Certo: a chi mi chiedesse oggi come oggi se questa è una certezza inappellabile, rispondo no per la semplice ragione che il triennale delle opere 2010-13 non l’abbiamo ancora steso. Lo faremo tra poco dopo gli assestamenti generali di bilancio: ma il piano delle opere pubbliche non lo faccio solo io, lo decide una giunta composta da dieci e più assessori».Archiviata l’estate, dedicata al riprofilarsi del governo provinciale dopo l’insediamento di Podestà, anche il Sudmilano si misura con l’“effetto buco” a palazzo Isimbardi. Quaranta milioni di cuneo negativo lasciati dalla gestione precedente sull’esercizio 2009. Per correggerli, via libera anche a sei milioni di minori spese - tagli insomma- nei quali sono finiti alcuni appostamenti sulla riqualificazione del castello melegnanese. Siamo alla vigilia del fermate le macchine ? «Mettiamo le cose nel loro ordine - interviene il sandonatese Squeri, che oltre alla delega al bilancio ha anche quella al patrimonio, quindi agli immobili storici in mano a palazzo Isimbardi -. Primo: non credo di dover rispondere del mancato rispetto dei lavori pianificati sino a giugno nel castello melegnanese. È un problema di chi ci ha preceduti: se nella primavera non sono state avviate opere già decise, la ragione andrebbe chiesta a chi ha avuto le responsabilità amministrative sino alla primavera». Secondo punto, l’esatta origine del passivo che ha congelato finanze e voli creativi per il 2009: «Al momento dell’insediamento del presidente Podestà - prosegue dunque l’assessore - gli uffici ci hanno presentato una situazione contabile in rosso per circa 40 milioni di euro. Come è nata? Ventinove milioni di minori entrate e 11 di maggiori uscite. La cifra dipende in larga parte dal considerevole impiego di risorse a fondo perduto, da parte dell’amministrazione Penati, nel piano anticrisi “Alziamo la testa”; dall’altro dall’impossibilità, nonostante tutti gli annunci dell’ex presidente, di spendere meno per affitti di immobili, eventi e spese correnti». Così, a mezza estate si è presentata la “sterzata”: «Abbiamo agito su tre leve: la compartecipazione agli ecoincentivi del governo, un taglio da sei milioni e l’impiego dell’avanzo di amministrazione per altri sei».Così nei sei milioni in meno sono effettivamente entrati alcuni capitoli 2009 che riguardavano il castello di Melegnano. «Ma questo è l’immediato, anzi lo straordinario, non è certo l’ultima parola - torna a ribadire l’esponente Pdl maturato nello scenario politico sandonatese -; la volontà è assolutamente quella di completare un intervento così importante. Ripeto: il triennale è frutto di un lavoro a molte mani, ma io sono fermamente intenzionato ad inserire 3,8 milioni sul 2010 per concludere il consolidamento e l’igienizzazione degli interni dell’ala est, poi altri 2,5 milioni appostati sul restauro, compresi gli affreschi». Parola a Giovanni De Nicola e chiarimenti sul fronte strade e mobilità. «C’è una cosa che in questo scenario di chiara difficoltà economica non possiamo proprio pensare di mettere in cima all’agenda - espone il collega di Squeri - ed è il sovrappasso ciclopedonale sulla Cerca a Colturano. Lì si trattava evidentemente di un discorso embrionale, ipotetico, che avrebbe comunque atteso molti anni: non è per il domani. La bretella Cerca-Binasca a Melegnano? Non dovete più chiedere alla Provincia, ma alla Tem: è la società Tem a finanziare le opere connesse all’autostrada, e a stabilire quali verranno prima e quali dopo. Annuncio infine che presto presenteremo a Binasco un modello di sottopasso “vivibile” riqualificato assieme agli studenti dell’Accademia di Brera. Un modello che speriamo di introdurre, di concerto con altri soggetti, anche in altre strutture che sappiamo essere critiche, come i sottopassi di San Donato».Fonte: Il Cittadino

lunedì 28 settembre 2009

San Donato - Il sottopasso è peggio di una discarica

All’ingresso del tunnel è meglio trattenere il respiro, ma la puzza d’urina è solo il “biglietto da visita” della stazione di San Donato. Sul pavimento, tra mattonelle mancanti o troppo “appiccicose”, campeggiano dei fazzoletti di carta sporchi. Una pendolare si affretta per raggiungere il binario: «Avete visto in che condizioni dobbiamo viaggiare? Nessuno fa niente, nonostante le numerose segnalazioni, inviate sia al comune che alle Ferrovie dello Stato».I viaggiatori non sanno più come attirare l’attenzione sulla sporcizia e sulla totale assenza di controlli. Nelle ultime settimane, poi, la situazione sembra essere peggiorata. «La luce è praticamente spenta da giorni - spiega una pendolare che utilizza abitualmente la stazione di San Donato per raggiungere il posto di lavoro -, ma dal momento che spesso questo luogo è frequentato da persone sospette, la sera non è affatto divertente camminare nel tunnel al buio. Io tengo il cellulare stretto in mano, per qualsiasi evenienza. Come se non bastasse, il sottopasso oltre a essere buio è anche sporco, al mattino, quando arriviamo per prendere il treno, troviamo bottiglie e persino escrementi. Da una settimana nessuno si è degnato di pulire gli escrementi, lasciati sulle scale che portano al primo binario».Questa settimana, inoltre, la pioggia ha allagato il tunnel, rendendo difficile il suo attraversamento. «Ogni volta che c’è un temporale - aggiunge la pendolare, anche a nome dei compagni di viaggio -, bisogna stare attenti a non bagnarsi i pantaloni, facendo le acrobazie per passare. Nonostante sia piovuto da diversi giorni, il sottopasso è ancora bagnato».I vandali ci mettono spesso lo zampino per rendere la stazione un luogo peggiore. Ogni volta che le luci vengono riparate, dopo pochi giorni qualcuno le fa a pezzi. Graffiti, scritte sui muri e bacheche distrutte rendono il quadro ancor più desolante. L’unica cosa che funziona è il monitor con gli orari dei convogli in partenza e in arrivo. «Dal nostro punto di vista - fanno sapere i pendolari -, le telecamere sarebbero utili, ci farebbero sentire più al sicuro».I passeggeri devono sopportare infine un disservizio: alla stazione di San Donato non c’è la possibilità di acquistare i biglietti per viaggiare, non ci sono distributori automatici o biglietterie, nemmeno i bar hanno a disposizione dei ticket. «Ci si arrangia come si può, comprandoli altrove, anche se spesso è una soluzione scomoda. In ogni caso, anche quando si ha il biglietto, non c’è modo di obliterarlo, le macchinette non sono in funzione».Fonte: Il Cittadino

giovedì 24 settembre 2009

Mediglia - Via Risorgimento, una sterpaglia «Appena finita è già degradata»

L’erba delle aiuole è secca, in debito d’acqua per la mancata irrigazione, mentre la pavimentazione dei marciapiedi in alcuni punti s’è rialzata. Appena fatta via Risorgimento a Triginto è già in condizioni d’allarme e i consiglieri del gruppo di minoranza della Fenice con tanto di documentazione fotografica sottolineano le pecche di un’opera costata 480mila euro e per la cui realizzazione si è impiegato un anno intero, invece dei 180 giorni previsti. Le idee chiare ce le ha però anche la maggioranza: l’assessore Pasquale Porcelli , che invita a non esagerare il problema e riconosce che qualche intervento di sistemazione è stato già effettuato, annuncia che non verrà rilasciato da parte dell’ufficio tecnico il certificato di regolare esecuzione dei lavori se non verranno risolti tutti gli intoppi segnalati. Senza collaudo e certificato la società non verrà pagata. «Lo dico a garanzia dei contribuenti - dichiara Porcelli - che si attendono un risultato finale e questo deve essere assolto. Noi abbiamo dubbi su infiltrazioni e poi certo non le ha piantate questa amministrazione le essenze arboree. Tutto deve essere fatto a regola d’arte. Se la prestazione, prevista dall’appalto, viene giudicata scorretta verrà attivata la procedura per il rimborso delle spese». Incredibilmente questa situazione si è verificata durante l’estate. «Il prato è squallido, le piantine muoiono, e l’erba è secca - taglia corto Gaetano Carenzi della Fenice -: le piante non sono state bagnate. La ditta era in ferie: gli irrigatori non funzionavano». Il malumore è visibile: questa doveva essere infatti la via più bella del paese, con asfalto nuovo e i marciapiedi finalmente a prova di barriere architettoniche. «Mi sembra però che qualche errore si stato compiuto - prosegue Carenzi -, causando ulteriori costi: è stato spostato un palo della luce che hanno spostato, già aggiustata una fioriera e un marciapiede che si è sollevato. I lavori erano stati finiti a maggio. Dal 15 al 20 luglio non funzionavano più gli irrigatori. Però davanti al comune i fiori sono bagnati, perché passa il camion. Potevano far qualcosa anche per via Risorgimento». Polemica anche per i rifiuti, accatastati sulle aiuole e per le deiezioni canine. «Dovrebbero mettere i cartelli», spiega Carioni, che si chiede se i lavori sono veramente finiti. «C’è ancora sabbia sui marciapiedi - dice - e si ha la sensazione che l’opera sia stata lasciata a metà».Fonte: Il Cittadino

Paullo - Lavori al palo, proliferano topi ed erbacce: il cantiere del nido è diventato una giungla

Serpi e topi vi hanno trovato il loro habitat ideale. Ma lì, in via don Gnocchi, tra arbusti e erba incolta, tra ferri arrugginiti ed un edificio lasciato a metà, dovrebbe nascere il nuovo asilo nido di Paullo. Eppure, nonostante le promesse, per il momento di accenni alla ripresa dei lavori non ce ne sono stati. Trasformando una bella zona del paese, in un'area di degrado. I residenti sono stufi e protestano, costretti a convivere con un cantiere da soap opera per le incomprensibili lungaggini. L'opposizione dal canto suo, pur riconoscendo l'importanza dell'opera, avanza il dubbio che i lavori siano partiti solo ed esclusivamente grazie ai soldi arrivati dalla Provincia. «L'amministrazione - attacca il gruppo del Pdl - ha spiegato che riprenderanno a breve e speditamente appena sarà possibile, ma sono oramai parecchi mesi che sono fermi. Il cantiere è chiuso, abbandonato a se stesso. La cosa sta creando parecchi fastidi e problemi ai residenti delle vie adiacenti». Gli esempi? Giocare nel vicino campetto da calcio è diventato impossibile, perché il cantiere si estende fino a recintare tutta l'area verde. Inoltre le erbacce alte e gli arbusti cresciuti si sono impossessati della zona, «sostituendo al bosco in città (progetto dell'amministrazione) - ironizza il centrodestra - quella che sembra una giungla». Inoltre è stata segnalata la presenza di ratti e animali randagi soprattutto durante la notte. Sulla sicurezza del cantiere, basta dire che la rete arancione che lo delimita non è - a detta dei più critici - adeguata: in alcuni punti è divelta e strappata e chiunque può accedere. «Presenteremo - spiega Luca Lavinci (Pdl) una interpellanza in merito e chiederemo spiegazioni e tempi certi. Abbiamo già avuto una spiacevole avventura con il centro socio assistenziale rimasto fermo per anni e non ancora finito e in attività. Paullo non ha bisogno di degrado e zone abbandonate». È corsa ai ripari anche la giunta. L'assessore all'istruzione Federico Lorenzini ha spiegato che il comune per una più rapida esecuzione dei lavori si è fatto garante dei pagamenti da parte dell'azienda che ha vinto l'appalto. La posa del tetto e altri interventi erano infatti stati dati in subappalto ad altre aziende, che in mancanza di sicurezza sulla solvibilità di chi li aveva commissionati non procedeva. «Solo qualche giorno fa - annuncia Lorenzini - abbiamo rivisto la delibera che ci vede ora garanti della posa della travatura lamellare e del tetto completo. Insomma, a breve potremo vedere i risultati. Possiamo dire che questa era l'unica via percorribile per velocizzare la costruzione del nido. Altrimenti avremmo potuto spulciare la graduatoria e passare alla seconda azienda classificata, che non siamo sicuri offra garanzie migliori».Fonte: Il Cittadino

San Colombano - Avvistamenti record nei cieli lodigiani

Osservate nei campi quindici specie volatili per un totale di oltre 3mila uccelli.

Avvistamenti record sopra i cieli lodigiani: il campo d’osservazione rapaci in migrazione di San Colombano, che quest’anno ha esteso i suoi confini con altre postazioni a Pieve Fissiraga, a Castel San Giovanni e a Boffalora Piacentina, all’imbocco della Val Tidone, ha registrato 3.261 avvistamenti per 15 specie di volatili. L’anno passato gli avvistamenti furono 1.300 per otto specie.I quattro campi sono stati organizzati dall’associazione banina “Il Picchio Verde” e dal Grol, il Gruppo ricerche ornitologiche Lodigiano, in collaborazione con la Lipu piacentina e con il contributo delle province di Milano e Pavia, che hanno contribuito rispettivamente con 1000 e con 500 euro per i rimborsi spese, e di Piacenza, che ha assegnato una guardia forestale all’osservazione nei campi piacentini. Piccolo giallo sul contributo della Provincia di Lodi, 800 euro che erano stati stanziati ma che pare non siano ancora stati assegnati.«Dire che sono emozionato è eccessivo, ma veramente i risultati ottenuti sono stati importanti», dice Marco Siliprandi del Grol. «È stato un impegno gravoso per tutti i volontari, ma le soddisfazioni ci sono - gli fa eco Maurizio Papetti del Picchio Verde -. Abbiamo importanti conferme sulla migrazione sopra i nostri cieli lodigiani, e abbiamo avvistato molte specie». La specie in assoluto più numerosa che è stata avvistata è quella del falco pecchiaiolo, rapace migratore che da anni è osservato sui cieli lodigiani. Quest’anno sono stati registrati 3.130 esemplari. Delle tredici specie di rapaci viste, nove sono migratorie, tra cui il falco di palude, l’anno scorso visto tre volte, quest’anno 24. E i campi ai piedi dell’Appennino Emiliano non hanno riservato grandi numeri, ma avvistamenti di qualità. Oltre a interessanti specie di piccoli rapaci, tra cui 45 esemplari di falco grillaio, sono state segnalate anche 28 cicogne nere, una specie rara che in Italia raggiunge la trentina di esemplari. Queste cicogne erano in transito migratorio provenienti perlopiù dall’Europa centrale.«E poi abbiamo notato anche diversi uccelli stanziali, tra cui le due coppie di falco pellegrino, quelle che stanno sulla centrale di Castel San Giovanni e, probabilmente, quella già segnalata sulla centrale di Tavazzano, che si spinge abitualmente fino a Pieve Fissiraga e San Colombano - conclude Siliprandi -. Il campo ha dato risultati notevoli, anche se molti passaggi migratori avvengono a quote troppo alte per essere registrati. Dopo aver verificato e studiato tutti i dati, decideremo insieme se continuare l’esperienza con le stesse modalità». E sabato 19 il Grol propone un’escursione per l’osservazione delle migrazioni fino ad Arenzano. Per informazioni si può contattare il numero 3403645527.Fonte: Il Cittadino

mercoledì 23 settembre 2009

San Rocco al Porto - L’abbattimento durerà 90 giorni: «L’obiettivo è rispettare i tempi»

Novanta giorni per demolire più di 100 anni di storia: il ponte sul Po a San Rocco sarà abbattuto a partire dal viadotto su lato lodigiano, quindi i lavori si sposteranno progressivamente verso Piacenza. Ieri mattina le ruspe con le pinze frantumatrici sono entrate in funzione proprio all’altezza del crollo del 30 aprile lavorando sull’impalcato e sulla soletta della carreggiata dove fino a cinque mesi fa passavano le auto. Una volta liberato l’impalcato, prima la parte inerte poi l’acciaio annegato nella struttura, toccherà alle pile essere demolite con un “martellone”, strumento dal nome significativamente evocativo.Il viadotto su lato lodigiano, fin poco oltre il punto del cedimento, sarà abbattuto completamente, impalcato, soletta e pile di sostegno. La parte di ponte sospesa sul fiume, invece, sarà attaccata subito dopo, ma qui sarà demolito il solo impalcato metallico e la soletta in cemento armato. Sarà l’intervento più spettacolare, con un pontone galleggiante ancorato in prossimità della campata da demolire. Su di esso sarà allestita una gru che sosterrà in sospensione un escavatore da 130 quintali al quale spetterà il compito di frantumare la soletta in piccole parti. Le porzioni di cemento armato saranno raccolte senza dispersione in fiume. A quel punto, la struttura in acciaio sarà sezionata con tagli locali e poi calata a terra con autogru o altri sistemi di sollevamento. Tutta questa parte di ponte sarà decostruita piuttosto che demolita, con una sorta di smontaggio pezzo per pezzo, garantendo così la stabilità della struttura ancora in essere. Infine, il viadotto d’accesso su lato piacentino resterà sostanzialmente intatto, con i soli punti di raccordo alla parte sopra l’alveo che potranno essere interessati da piccoli interventi.«La sfida più grande nella demolizione del ponte è costituita dalla decostruzione della soletta e dell’impalcato salvaguardando le pile di sostegno in alveo - dice Stefano Panseri, amministratore delegato di Despe -. A degli occhi profani potrebbe sembrare un’operazione semplice, ma nasconde delle grosse insidie». I lavori saranno conclusi in 90 giorni dalla consegna del cantiere, entro cioè il 17 dicembre. «Riteniamo che ci siano tutte le condizioni per poter chiudere l’intervento per quella data, anche in presenza dei normali momenti di stop - continua Panseri -. In questo lavoro sentiamo la pressione e l’aspettativa del territorio per fare bene e fare in fretta, ed è ciò che faremo».Fonte: Il Cittadino