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giovedì 1 ottobre 2009

Melegnano - Segnalati gamberi killer a spasso al Montorfano

Il gambero killer fa la sua comparsa nel centro abitato di Melegnano.

Ieri mattina gli abitanti del Montorfano, zona residenziale nella periferia est di Melegnano, hanno infatti avvistato un gambero della Louisiana aggirarsi tranquillamente nel loro quartiere. «Lo abbiamo notato - hanno confermato - sul marciapiedi nei pressi del grande parcheggio al centro del Montorfano». Di colorazione rossastra per una lunghezza massima di 15 centimetri e un peso di 100 grammi, la specie, piuttosto aggressiva e immune agli inquinanti e ai pesticidi, è originaria della Louisiana ed è stata successivamente introdotta in altre regioni del mondo. In Italia originariamente il gambero era presente soltanto in alcuni allevamenti, mentre attualmente è diffuso in molte zone del bacino del Po, dell’Arno, del Tevere e ora anche del Lambro, visto che il Montorfano dista poche decine di metri dal corso periferico del fiume, che poi attraversa per gran parte Melegnano. Quando ieri mattina se lo sono trovati davanti, gli abitanti del Montorfano sono rimasti decisamente sorpresi. «Anche perchè - hanno affermato - almeno all’inizio non sapevano neppure di che animale si trattasse». Tocca dunque a Luca Ravizza, tecnico dell’ufficio animali del comune di Melegnano, fare il punto della situazione: «Recentemente - ha spiegato - il gambero della Louisiana è stata avvistato nel bosco di Montorfano, mentre l’ipotesi più plausibile è che provenga dalla Vettabia. Si tratta di un gambero piuttosto grosso - ha chiarito Ravizza - che, se non è pericoloso per l’uomo, può diventare invece letale per insetti, anfibi e pesci. Non a caso è definito gambero killer». Fonte: Il Cittadino

martedì 28 luglio 2009

Melegnano - «Panchine divelte, parchi sporchi» Sos dal Pd per il degrado del verde

Il consigliere Pavesi denuncia lo stato di abbandono dei giardini cittadini.

«I parchi di Melegnano versano in uno stato di perdurante degrado». A denunciarlo è stato Silverio Pavesi, consigliere del Partito democratico locale, che nei giorni scorsi sull’argomento ha presentato un’interpellanza in consiglio comunale. «Perché - ha attaccato il consigliere del Pd - è sotto gli occhi di tutti la critica situazione in cui si trovano gran parte delle aree verdi cittadine». Con l’arrivo della bella stagione e la fine della scuola sono decine i bambini che, accompagnati dai genitori e dai nonni, prendono d’assalto i parchi di Melegnano. «A partire dal parco del castello - ha incalzato Pavesi -, che sinora non è stato fatto oggetto di alcun tipo d’intervento da parte dell’amministrazione di centrodestra. Così, le strutture utilizzate dai piccoli mostrano tutta la loro precarietà, il prato si presenta costantemente cosparso di cartacce e i bambini sono costretti a correre in mezzo alle deiezioni canine». E la situazione non cambia se ci si sposta al Giardino, quartiere densamente abitato a sud di Melegnano: «Le aree verdi in via dei Tigli e in via Giardino - ha affermato il consigliere del Pd - necessitano di interventi tanto consistenti quanto urgenti, mentre nel parchetto di via dei Cedri ci sono due panchine divelte che sovente vengono persino collocate in mezzo alla strada. Per non parlare dell’area verde in fondo a via degli Olmi, che è stata addirittura chiusa». Pollice verso anche per il parco di via Pertini in centro città e per quello del Montorfano nella periferia est di Melegnano: «Il tanto promesso parchetto di via Pertini è appunto solo una promessa - ha chiarito Pavesi -. La riqualificazione del giardino Oldani al Montorfano invece, con tanto di riparazione della pavimentazione e sostituzione delle panchine, è andata puntualmente disattesa». L’ultima battuta di Pavesi è stata per il parco di viale Lombardia, dove è collocata la casa dell’acqua: «L’area è stata privata dei giochi - ha dichiarato -, mentre alcuni cittadini sono stati vittime di azioni criminose. Chiediamo all’amministrazione di informare l’assemblea sulla programmazione e la tempistica degli interventi previsti sulle aree verdi». Fonte: Il Cittadino

giovedì 16 luglio 2009

Melegnano - Gli ambientalisti tengono d’occhio il consumo di acqua

Normalità quasi tornata alle oasi Wwf di Melegnano dopo la “cura dimagrante” dell’acqua decisa dal comune: ma gli occhi degli ambientalisti restano puntati sulla prossima erogazione controllata per evitare che si ripetano effetti deserto. Come si erano rischiati tempo fa, in seguito alla prima sperimentazione di riduzione del flusso idrico nei due spazi verdi di Montorfano e delle Noci. «Si è ristabilito un afflusso sufficiente di acqua nelle oasi situate alle due periferie di Melegnano - spiega Erminia Mandarini, portavoce dell’associazione Il Bradipo di Lodi, che gestisce i parchi assieme al Wwf Sud Milano -, anche se il parco delle Noci appare ancora un po’ in sofferenza. Indubbiamente l’amministrazione comunale e i tecnici incaricati di controllare la portata dei tubi di irrigazione si sono resi conto che qualcosa era andato storto nel passaggio all’irrigazione a tempo. Ci sono stati un paio di giorni addirittura in cui negli stagni non è entrato un solo litro di nuovo liquido». I parchi melegnanesi classificati come oasi urbane riconosciute Wwf, contrariamente a quanto si può immaginare, non sono irrigati con risorse idriche spontanee e anche le zone umide, tre stagni, vengono alimentati con condotte artificiali. Nelle scorse settimane il comune ha deciso di ridurre i consumi che palazzo Broletto sostiene ogni anno alla voce “bollette idriche oasi”: 27mila euro in dodici mesi. «D’accordo sul principio - è la presa di posizione degli ambientalisti -, riduciamo pure l’acqua, ma all’inizio si è partiti con uno stop totale, causato da disguidi tecnici, che ha rischiato quasi di far sparire ogni forma di vita nelle zone umide. Resta un punto interrogativo su quale sia il periodo ottimale d’irrigazione. Per noi quattro ore al giorno di acqua corrente sono poche». Fonte: Il Cittadino

mercoledì 8 luglio 2009

Melegnano - Pescate due grosse carpe: il Lambro ritorna a respirare

Pescate due enormi carpe nel Lambro, il grande fiume evidentemente è tornato a “respirare”.

Nei giorni scorsi, infatti, un gruppo di cittadini ha pescato un paio di carpe alla confluenza tra il fiume Lambro e la Vettabia in zona Montorfano, quartiere che si trova nella periferia est di Melegnano. A raccontare l’intero episodio ci ha pensato Ulderico Merli, pensionato residente al Montorfano con l’hobby della fotografia. «Girando per il quartiere - ha raccontato Merli - ho notato un gruppo di pescatori che avevano appena pescato due grosse carpe, piuttosto lunghe e dal peso di diversi chili. A quel punto, non ci ho pensato due volte e ho scattato una foto per immortalare gli animali. Anche perché - ha concluso Merli - non capita tutti i giorni di avvistare le carpe nel Lambro, fiume che non brilla certo per pulizia». Sulla vicenda ha preso posizione Luca Ravizza, che fa parte dell’ufficio ecologia del comune di Melegnano: «Dopo la realizzazione del depuratore di Nosedo - sono state le sue parole -, le condizioni del Lambro sono certamente migliorate, per cui capita di trovarci anche alcuni tipi di animali». D’altra parte, qualche tempo fa un esemplare di airone cenerino ha fatto la sua comparsa su un piccolo isolotto all’interno del fiume nella zona del ponte in via Frisi nel cuore di Melegnano. «Ed effettivamente - ha proseguito il tecnico comunale - avevamo già avuto segnalazione della presenza delle carpe, che vivono prevalentemente lungo i corsi d’acqua di pianura su fondali perlopiù fangosi, motivo per cui non si tratta di un buon indicatore della qualità delle acque. Bisogna poi verificare se sono pesci davvero commestibili. Personalmente, ad esempio, sconsiglio di cibarsene». Nella zona del centro città, intanto, sembrano procedere spediti i lavori sulle sponde del Lambro. Costato complessivamente circa 350mila euro e realizzato dall’Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po ndr), entro l’anno prossimo l’intervento dovrebbe portare alla completa riqualificazione degli argini del fiume lungo l’intero tratto urbano. Fonte: Il Cittadino

mercoledì 17 giugno 2009

Melegnano - Acqua a tempo, ma nei parchi le zone umide hanno sete

«Gli stagni di Montorfano e delle Noci a Melegnano sono diventati un deserto in pochi giorni con la fornitura temporizzata di acqua. La situazione è grave soprattutto al parco delle Noci, dove lo stagno grande si è quasi prosciugato». Le associazioni ambientaliste Il Bradipo di Lodi e Wwf di San Donato, che da diversi anni si fanno carico della manutenzione delle oasi Wwf a Melegnano, non hanno gradito l’esordio del metodo “rubinetto” per regolare i consumi idrici nei due spazi verdi della città. Settimana scorsa, dopo anni di discussione, è entrato in funzione un sistema, basato su valvole a tempo, di economizzazione sui consumi idrici delle oasi melegnanesi, per le quali il comune attualmente spende 27mila euro annui in erogazione d’acqua nelle zone umide. Il problema, secondo i due sodalizi verdi, è che “l’austerity” decisa da palazzo Broletto è stata di quelle da cavallo: si è passati dall’irrigazione continua di acqua, con tubo da cento litri di portata, a bocchette temporizzate a ore che buttano giusto una goccia. Anzi neanche quella, perché secondo Erminia Mandarini del Bradipo «è probabile che nello scorso fine settimana le pompe non abbiano funzionato del tutto». Il risultato, spiega l’esponente ambientalista, è «catastrofico al parco delle Noci, dove lo stagno grande ha forse mezzo metro d’acqua e le ninfee sono in grande sofferenza, mentre al Montorfano i bacini d’acqua sono stati reinvasati dopo un’asciutta completa di quattro o cinque giorni: speriamo che i danni siano recuperabili». Una “mano pesante” che però vede l’assessore alle politiche ambientali Luigi Tessarin rifiutare l’etichetta di aguzzino dei parchi: «Se le pompe sono state ferme, lo sono state al massimo in quelle 36 ore in cui abbiamo installato i temporizzatori la settimana scorsa - dichiara Tessarin - posso assicurare che da venerdì scorso le pompe vanno, tre ore al giorno». Wwf e Bradipo ribadiscono di non essere in disaccordo sul principio in sé del risparmio idrico ma «su un suo esordio che è apparso scriteriato. L’apporto d’acqua è stato veramente tirato al filo, abbiamo trovato persino carpe in putrefazione areate sugli stagni assetati». SecondoTessarin «si sapeva che il sistema di regolazione oraria dell’acqua doveva andare a regime, e che quelli iniziali sarebbero stati esperimenti per approssimarsi alla quantità adeguata, che potrà essere di quattro, cinque, sei ore al giorno, quanto necessario a mantenere un certo livello negli stagni. In ogni caso, dal principio dei minori costi non si torna indietro: chi è ambientalista non può permettere che 27mila euro di acqua potabile siano sottratti all’uso pubblico in estate, quando forse ha senso farlo, e in autunno,quando invece la carenza idrica non esiste». Fonte: Il Cittadino

mercoledì 20 maggio 2009

L’appello di Wwf e associazione “Bradipo”: «Non disinfestate il bosco del Montorfano»

Appello di Wwf e associazione “Il Bradipo”: «Non disinfestate il bosco di Montorfano contro la gatta pelosa, innanzitutto perché non è tale; in secondo luogo perché i prodotti chimici sconvolgerebbero l’ecosistema». «Non disinfestate il bosco del Montorfano contro le “gatte pelose”, perché innanzitutto non sono parassiti dell’iphantria americana ma larve di tignola, quindi due specie diverse. In secondo luogo perché la disinfestazione con i prodotti chimici si abbatterebbe su tutto l’ecosistema». La precisazione (con appello perché non si proceda ad interventi sommari) arriva dalle associazioni che gestiscono a Melegnano le oasi Wwf: il parco delle Noci in zona Quartiere Ovest e appunto il bosco di Montorfano lungo il corso del Lambro e della Vettabbia. Nei giorni scorsi al Montorfano sembrano essersi manifestati i chiari segnali della proliferazione delle cosiddette gatte pelose, le larve del bruco americano o iphantria cunea, che provocano la defoliazione di intere superfici alberate con il non gradevole effetto collaterale di una precipitazione continua di bruchi sulle strade, sulle auto, persino in testa a chi passa sotto. Ma secondo gli ambientalisti melegnanesi bisogna evitare di applicare la ricetta sbagliata. Dunque, precisano Giorgio Bianchini del Wwf ed Erminia Mandarini dell’associazione “Il Bradipo” «l’infestazione non è del lepidottero conosciuto come gatta pelosa ma di tignola comune, altro lepidottero che tuttavia non determina danni irreversibili alle piante. I bruchi della tignola attaccano solo il biancospino e il prugnolo e passata l’invasione cominceranno subito a spuntare nuove foglie». Secondo Wwf e “Bradipo” «la proliferazione dei bruchi è del tutto naturale in un’area come il bosco di Montorfano». Infine l’appello a non procedere a disinfestazioni sommarie: «Un intervento di disinfestazione provocherebbe un danno enorme, in quanto l’utilizzo di prodotti chimici si ripercuoterebbe su tutto il sistema del Montorfano. Sparirebbero innanzitutto gli uccelli insettivori e anche per le specie restanti c’è il rischio di danni profondi».Fonte: Il Cittadino

venerdì 15 maggio 2009

Invasione di gatte pelose al Montorfano: i pensionati: «Dobbiamo salvare il bosco»

Pericolo gatte pelose al bosco di Montorfano. A sollevare la questione sono stati un gruppo di pensionati che sono soliti trascorrere i pomeriggi nell’oasi naturalistica della periferia est di Melegnano: «Perché - hanno attaccato - gli alberi del bosco sono stati presi d’assalto dalle gatte pelose, che stanno lentamente mangiando vari tipi di foglie». Il bosco di Montorfano è il frutto di un intervento di rinaturalizzazione di un’area degradata alla confluenza tra il fiume Lambro e la Vettabbia. All’interno dell’oasi si trovano diverse tipologie di piante caratteristiche del bosco di pianura, mentre l’attività dell’oasi è gestita dalla sezione del Wwf sudmilanese, che propone tutta una serie di visite guidate rivolte alle scolaresche del territorio. «Sta di fatto - hanno ripreso preoccupati i pensionati - che sinora sono circa una quarantina gli alberi assaliti dalle gatte pelose. Ma il rischio è che il fenomeno si possa rapidamente estendere anche alle altre piante presenti nel bosco». Pertanto, nei giorni scorsi è scattata la segnalazione agli agenti della polizia locale. «Ma non si potrebbe far proprio nulla - si sono chiesti infine i pensionati - per arrestare la moria degli alberi?». Tocca quindi a Luca Ravizza, membro dello staff dell’ufficio ecologia di palazzo Broletto, fare il punto della situazione: «Le gatte pelose fanno parte dell’ecosistema del bosco di Montorfano - ha affermato -, in cui tra l’altro non abbiamo mai effettuato alcun tipo di disinfestazione. Perciò, saranno gli altri animali presenti nell’oasi a cibarsi delle gatte pelose». La questione è invece diversa per gli alberi assaliti dalle gatte pelose che si affacciano sulle strade del quartiere Montorfano. «In questo caso - ha concluso Ravizza -, di concerto con l’assessore alla partita, decideremo se operare o meno la disinfestazione». Fonte: Il Cittadino

venerdì 17 aprile 2009

Melegnano - Giornata delle oasi al bosco Montorfano e al parco delle Noci

Anche Melegnano celebra la giornata delle oasi.

L’appuntamento è per domenica, quando nel bosco di Montorfano e al parco delle Noci sono previsti numerosi eventi. Dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 19, infatti, nell’area verde sono in calendario tutta una serie di visite guidate, mentre alle 10 è in programma l’animazione per i bambini. Al parco delle Noci in via don Minzoni dall’altra parte della città, invece, per l’intera giornata sono si svolgeranno visite guidate all’oasi e alla mostra didattica “Sulle tracce degli animali”, con tanto di possibilità di pranzo al sacco. Mentre alle 16 ci sarà l’inaugurazione di un nuovo sentiero nel bosco e alle 17 l’attività per i più piccoli. Per informazioni, è possibile inviare una mail a sudmilanese@wwf.it o telefonare al 333 9584890. Sempre nel pomeriggio di domenica, infine, dal punto parco stazione delle biciclette di San Donato partirà una cicloescursione guidata alla scoperta dell’oasi Wwf di San Giuliano, del bosco di Montorfano e del parco delle Noci a Melegnano. Nel frattempo, il gruppo Terna e il Wwf hanno raggiunto un accordo ad hoc, che per le oasi di Melegnano prevede la definizione condivisa di un piano di azioni per la sostenibilità dello sviluppo della rete elettrica.
Fonte: Il Cittadino

venerdì 6 giugno 2008

Avvistato il picchio rosso nel bosco



Fino ad oggi si sapeva della presenza dell’uccello nell’area, ma non era certo che fosse stanziale.

È stato scoperto un nido con un maschio e una femmina.

C’è anche il picchio rosso maggiore nel bosco di Montorfano. A rivelarlo è Luca Ravizza, che fa parte dell’ufficio ecologia del comune di Melegnano: «In questi giorni, infatti - fa sapere al proposito Ravizza -, all’interno di un albero nel bel mezzo del Montorfano, è stato scoperto un nido un po’ particolare, in cui ci sono un maschio e una femmina del picchio rosso maggiore». Si tratta di un uccello lungo circa trenta centimetri con le parti inferiori, le spalle ed alcune zone del capo bianche. Diffuso in tutta Europa tranne che in Irlanda e nelle regioni più settentrionali della penisola scandinava e della Russia, in Italia è frequente sia nei boschi delle pianure che in quelli montani. «Sinora - riprende l’esperto - sapevamo solo della presenza del picchio all’interno del bosco di Montorfano, ma non eravamo a conoscenza di una sua nidificazione nella zona. In tal modo, quindi, la fauna del bosco si arricchisce ancor di più». Una scoperta importante, quindi per il patrimonio faunistico dell’area verde melegnanese.Esteso su circa 3 ettari nella periferia est di Melegnano, il bosco di Montorfano conta numerosi tipi di piante autoctone come l’ontano e il salice bianco, la quercia farnia e il nocciolo. Mentre tra gli animali abbiamo i conigli selvatici e le volpi, i cormorani e le anatre, i fringuelli e gli usignoli. Ed ora anche il picchio rosso maggiore, che non a caso ha da sempre una particolare predilezione per i boschi di pioppi, olmi e salici. «Questo tipo di uccello - prosegue nella descrizione Ravizza - si muove con una velocità notevole, mentre sul terreno scende di rado. Ma quando lo fa, vi saltella con una certa disinvoltura». I picchi sono golosi soprattutto di insetti e delle loro larve, di nocciole e di bacche, solitamente l’accoppiamento dei picchi avviene all’inizio della stagione primaverile. «Ma nel bosco di Montorfano - confida ancora l’esperto - ci sono anche i ghiri, che si muovono soprattutto di notte». Mammifero roditore, lungo 30 centimetri di cui 13 di coda, il ghiro possiede una pelliccia di colore grigio o castano sul dorso e bianco-gialla sul ventre. Diffuso ovunque nell’Europa centro-meridionale, la durata massima della sua esistenza in natura è intorno ai sei anni, mentre vive preferibilmente nei boschi luminosi di latifoglie e in quelli di conifere. L’ultima battuta di Ravizza è per i gamberi della Louisiana, che nei giorni scorsi gli abitanti del Montorfano hanno trovato all’interno del centro abitato: «Si tratta di animali innocui per l’uomo - chiarisce l’esperto concludendo il suo intervento -, ma che possono rivelarsi estremamente pericolosi per insetti, anfibi e pesci, di cui si nutrono abbondantemente». Un altro abitatore del bosco di Montorfano, vero e proprio habitat naturalistico per varie specie animali.
fonte: Il Cittadino