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mercoledì 7 ottobre 2009

San Donato - Da via Sanguinetti all’ex mensa Eni: parte il trasloco dei servizi sanitari

Disco verde per il trasloco dei servizi sanitari di via Sanguinetti, con un primo passaggio in programma legato alle attività in capo al punto Raf che nei giorni 14, 15 e 16 ottobre verranno trasferite presso la ex mensa Eni ristrutturata, in viale De Gasperi al civico 5. Per il momento invece non sono state ancora divulgate notizie in merito alla data in cui passeranno al nuovo indirizzo le attività dell’Asl.Intanto, l’Eni ha fatto circolare un’informativa interna tra i propri dipendenti in cui, annunciando che nei giorni indicati l’attività di medicina del lavoro verrà sospesa, rende noto che i nuovi spazi verranno inaugurati ufficialmente il 19 ottobre e che l’attività riprenderà il giorno 20. Anche il servizio di prevenzione e diagnostica subirà la stessa breve interruzione, pertanto coloro che avessero prenotato una visita medica per i giorni in cui saranno in corso i lavori, riceverà un nuovo appuntamento. Mentre non è prevista alcuna interruzione per il “Primo pronto soccorso”, che funzionerà fino alle 17 di venerdì 16 presso il vecchio indirizzo di via Sanguinetti e riprenderà lunedì 19 nel nuovo complesso. La notizia è di interesse per i lavoratori dell’Eni, ma anche per i numerosi sandonatesi che utilizzano i servizi ex Sieco, (che nel luglio scorso vengono erogati dal Punto Raf), accreditati al Sistema sanitario nazionale. Dopo gli annunciati passaggi che si terranno settimana prossima, lo stesso iter spetterà ai servizi e agli ambulatori in capo all’Asl, dal momento che lo storico presidio di via Sanguinetti verrà adattato per ospitare l’asilo aziendale dell’Eni, così come previsto nel documento licenziato in consiglio comunale nei mesi scorsi. In base alle anticipazioni fornite, l’edificio di viale De Gasperi ospiterà anche una serie di studi medici specialistici convenzionati per i dipendenti della grande compagnia, mentre per quanto concerne le prestazioni in capo all’Asl, queste non dovrebbero subire tagli. Ulteriori aggiornamenti a questo punto non dovrebbero farsi attendere, nel frattempo colletti bianchi e cittadini dovranno iniziare a prendere confidenza con il nuovo punto di riferimento.Fonte: Il Cittadino

mercoledì 2 settembre 2009

San Giuliano - Badanti, iniziata la corsa alla sanatoria

Telefoni roventi all’ufficio stranieri di San Giuliano con oltre un centinaio di richieste di informazioni per la sanatoria, che per tutto il mese di settembre consentirà ai datori di lavoro di mettere in regola colf e badanti. Nella giornata di ieri i funzionari del comune hanno stabilito di cogliere l’opportunità fornita dal recente accordo tra il ministro Maroni e l’Anci (Associazione nazionale comuni italiani), che consente agli sportelli municipali preposti di compilare le pratiche, dal momento che la procedura può essere completata esclusivamente online. «Da settimana prossima - annuncia il responsabile dell’ufficio stranieri di San Giuliano, Luca Alberti -, i cittadini aventi i requisiti necessari, che magari hanno qualche difficoltà a muoversi direttamente con il proprio computer, potranno recarsi presso il nostro sportello». Già nelle scorse settimane si è formata la fila di cittadini, ma anche di donne straniere impegnate nell’assistenza e nei lavori domestici, che hanno mostrato interesse ad avere ulteriori ragguagli sui passaggi che dovranno essere effettuati. Proprio in questo tratto di Sudmilano che ospita un’importante comunità di immigrati, tra cui molte donne che potenzialmente rientrano nei casi contemplati della sanatoria, è già stato organizzato un appuntamento, che si terrà nella serata di venerdì a partire dalle 21 in sala Previato, riguardo l’opportunità in corso di procedere con la regolarizzazione di persone impegnate nei lavori domestici. Probabilmente già qualcuno dei diretti interessati si sarà mosso autonomamente, chiudendo il capitolo in questi primissimi giorni, sebbene il bilancio finale potrà essere tracciato forse in un secondo tempo, nel caso in cui venissero trasmessi i dati ai singoli comuni. Per il momento si sta accendendo la macchina per spianare al massimo la strada, dando il supporto necessario affinché anche chi ha meno destrezza con i mezzi informatici, possa trovare un aiuto concreto. È arrivata conferma infatti che lo sportello incaricato ha già scaricato il programma necessario, per avviare i preparativi finalizzati a potenziare fino al 30 settembre i servizi erogati dall’ufficio stranieri. Visto del resto l’interessamento, il carico di utenza potrebbe essere elevato. Chiunque necessiti di ulteriori specifiche, può in ogni caso mettersi in contatto direttamente con gli addetti (tel. 02 98207392 - 393).

domenica 30 agosto 2009

San Donato - Carta dei servizi, lettori ottici in regalo

L’iniziativa parte dall’assessorato dalle pari opportunità: i cittadini potranno sbrigare molte pratiche burocratiche da casa.Un migliaio di supporti in distribuzione durante la festa patronale.

Lettori ottici gratuiti in arrivo, per offrire ai cittadini di San Donato la possibilità di utilizzare al meglio la propria carta regionale dei servizi, che consentirà loro di poter evitare code agli sportelli, sbrigando alcune pratiche direttamente da casa propria. Il debutto dei dispositivi, simili a delle chiavi usb da inserire al proprio computer, è previsto nella giornata del 20 settembre, in occasione della festa patronale, con un camper mobile dove inizierà la distribuzione della scorta di un migliaio di congegni elettronici. Nel corso dell’evento saranno a disposizione alcuni operatori del Pirellone che potranno anche fornire una serie di indicazioni pratiche su come utilizzare al meglio questo nuovo supporto informatico. Dopodiché sarà necessario inserire la tessera, per sbrigare alcune pratiche legate all’accesso a quei servizi che verranno man mano messi on line. Gli interessati potranno in ogni caso reperire specifiche notizie presso lo Spazio due (ex Centro donna) di Bolgiano. «Il progetto - spiega l’assessore alle pari opportunità Ilaria Amè -, che è stato finanziato dalla Regione, a seguito dell’adesione da parte del comune di uno specifico bando, guarda con concretezza alla conciliazione dei tempi e degli orari della città. Nella prima fase di carattere sperimentale il sistema potrà essere utilizzato per scaricare la modulistica e prenotare le consulenze presso lo Spazio due, poi man mano è prevista un’estensione dei servizi a cui si potrà accedere on line. Il nostro obiettivo finale è teso a raggiungere accordi con le banche per il pagamento di rette e tariffe via web, piuttosto che per le iscrizioni agli asili e alle mense scolastiche. Il traguardo verrà raggiunto con una serie di passaggi intermedi, che man mano consentiranno di utilizzare al meglio le potenzialità della Carta regionale servizi». Parte insomma a San Donato una piccola rivoluzione a vantaggio dei ritmi dei sandonatesi. Sulla carta, una volta entrato a pieno regime l’ingranaggio che sta accendendo i motori, la rete Internet dovrebbe fungere infatti da ponte virtuale tra il territorio e il palazzo. Coloro che vorranno testare da subito l’utilità della Carta regionale servizi, che forse numerosi diretti interessati sino ad ora avranno utilizzato ben poco, potranno dunque approfittare della giornata di festa per accaparrarsi senza alcun esborso un lettore ottico.La nuova scommessa della giunta del sindaco Mario Dompè, che imbocca un moderno tragitto teso a ridimensionare la mole di pratiche cartacee, parte da un territorio che si è anche messo in lista per essere tra i pionieri della carta d’identità elettronica, al fine di non perdere terreno sui nuovi orizzonti offerti dalla tecnologia.Fonte: Il Cittadino

martedì 21 luglio 2009

Peschiera - Rientrati gli studenti colpiti dal virus

L’arrivo da Londra a Malpensa domenica sera, poi un momento comune in municipio: ieri altri controlli.Nessuno strascico: i giovani sorridono e rispondono ai cronisti.

Molto rumore per nulla. O quasi. Il presunto contagio da virus A/H1N1 (non esiste la certezza, non essendo stati ancora compiuti esami ad hoc) subito da 19 studenti di Peschiera e San Giuliano in gita d’istruzione a Londra non ha lasciato strascichi. I ragazzi sono infatti rientrati domenica sera in Italia in buona salute e con il sorriso sulle labbra, solo un po’ stupiti dal can can mediatico scatenato in questi giorni da tutti i mezzi di informazione. La tabella di marcia è stata rispettata senza intoppi: qualche minuto dopo le 21 l’aereo che trasportava gli allievi della scuola media De Andrè che avevano partecipato a un viaggio di due settimane in Gran Bretagna - una sorta di vacanza-studio ospiti di un prestigioso college inglese - è atterrato alla Malpensa. Al fine di evitare la massa di giornalisti e curiosi che attendevano agli ingressi, la scolaresca è stata fatta uscire da un’uscita secondaria dai responsabili dell’aeroporto. Ad attenderli, oltre al sindaco Antonio Falletta e al dirigente scolastico Giuseppe Facciorusso, un pullman messo a disposizione dal comune di Peschiera, che li ha ricondotti a casa. Alle 23 in punto il torpedone ha varcato i cancelli dell’istituto De Andrè, e la commozione di genitori, amici e parenti ha preso il sopravvento. Baci, abbracci insieme a qualche lacrima di felicità. Poi, tutti in sala proiezioni a fare il punto della situazione. Il sindaco Falletta ha salutato i reduci della particolarissima avventura con affetto, consegnando ad ognuno un piccolo cadeux («tanto per essere originali, è un libro in inglese» ha scherzato il primo cittadino). Per gli indiscussi protagonisti della serata è stato poi approntato un ricco buffet: i giovani studenti si sono divertiti molto a rispondere alle domande dei reporter, e a dare prova di inopinata spigliatezza davanti alle telecamere: visibilmente emozionate, al contrario, le due professoresse che hanno accompagnato gli studenti in un viaggio che rimarrà per sempre impresso nei loro ricordi. Rita Vecchio e Annamaria Donniacuo hanno dato prova di grande capacità di gestione in una situazione certamente complicata. Una ventina di adolescenti costretti a vivere qualche giorno barricati nelle loro stanze, alle prese con i sintomi di una temuta pandemia: sono state di volta in volta infermiere, psicologhe, esperte in pubbliche relazioni (per i contatti continui con il consolato italiano a Londra), mamme consolatrici, tanto da meritarsi «la graditudine e la stima eterna» del professor Facciorusso. Pericoli in sè non ce ne sono stati: la febbre è durata poche ore, e solo in rari casi è salita sopra i 39 gradi. Il repentino trattamento con il Tamiflu ha evitato ogni conseguenza, e il maggior smacco dei giovani peschieresi è stato quello di non aver potuto trascorrere gli ultimi scampoli di vacanza con i loro nuovi amici. Ieri mattina, i sei ragazzi non contagiati si sono recati al San Raffaele insieme ai genitori per i controlli di rito: da oggi, per loro e gli altri è di nuovo voglia d’estate e di mare.
Fonte: Il Cittadino

martedì 23 giugno 2009

Vizzolo - Potenziate le corse dirette all’ospedale

Grandi novità per i trasporti del Sudmilano, potenziate le corse per l’ospedale Predabissi e San Zenone.

Dal prossimo settembre, infatti, la linea Z420 che collega San Donato a Melegnano sarà riorganizzata per servire al meglio le esigenze del territorio. Il progetto prevede il potenziamento delle corse per l’ospedale di Vizzolo, diventato ormai un punto di riferimento per i cittadini dell’area metropolitana, e l’estensione di alcune corse sino a San Zenone al Lambro. La modifica è stata concordata tra provincia di Milano, comuni di Vizzolo e San Zenone e Autoguidovie, società che gestisce il servizio. Soddisfatti i protagonisti dell’intesa, come conferma Paolo Matteucci, assessore provinciale a viabilità, mobilità e trasporti: «Vogliamo potenziare il trasporto pubblico su gomma - dice - , con un capillare lavoro di miglioramento del servizio e di ascolto delle esigenze dei cittadini. Anche perché si tratta di una linea particolarmente importante, che consente un collegamento diretto tra il capoluogo, l’ospedale e i comuni limitrofi, con frequenze di 5-6 minuti nell’ora di punta». Del resto, come emerge da un’apposita indagine condotta tra febbraio e marzo, la linea Z420 copre da sola il 14 per cento del servizio autobus del lotto sud-est milanese. Soddisfazione espressa anche da Mario Mazza, vicesindaco di Vizzolo: «Questo è un ottimo esempio di lavoro concertato tra comuni e Provincia - sono le sue parole -, che consente di raggiungere obiettivi condivisi e importanti per il territorio». Con la riorganizzazione della linea, quindi, sarà possibile servire con più puntualità gli utenti dell’ospedale, i cittadini di Melegnano, quelli di Vizzolo e da settembre anche quelli di San Zenone, località interessata da un notevole sviluppo residenziale. Da parte loro, i due comuni del Sudmilano si sono impegnati a sistemare le fermate degli autobus per far salire e scendere in sicurezza i cittadini. In attesa dell’entrata in funzione della nuova linea ferroviaria S1, infine, il servizio è stato predisposto in modo da avere un orario cadenzato con i treni transitanti a Melegnano. Per informazioni, da metà agosto è possibile consultare il sito http://www.milanosudest-trasporti.it. Fonte: Il Cittadino

sabato 2 maggio 2009

Arriva in Italia il virus dell'influenza suina

L'Asl di Massa conferma che il paziente ricoverato nell'ospedale locale è affetto dalla nuova influenza. È il primo caso in Italia. Lo ha detto all'ANSA il direttore generale dell'Asl 1 di Massa Antonio Delvino. «È stato telefonicamente confermato dall'Istituto superiore di sanità la positività del paziente ricoverato a Massa all'influenza di tipo A, ceppo H1n1», ha spiegato.
Ma «il paziente non presenta più nessuna sintomatologia, è guarito». Lo ha detto il direttore generale dell'Asl 1 di Massa, Antonio Delvino parlando all'ANSA. Il direttore generale ha spiegato che «sono stati sottoposti a profilassi antivirale i suoi parenti più stretti e le persone che hanno avuto contatto con lui».
«Il paziente è guarito, non rischia più niente». La conferma telefonica, ha spiegato Delvino, è stata data al professor Luca Ceccerini Nelli, virologo dell'Università di Pisa. Il paziente, a quanto si apprende, ha contratto il virus H1N1 in Messico, da dove era tornato dopo una breve vacanza il 23 aprile scorso presentando i sintomi sospetti: febbre alta, dolori articolari, disturbi intestinali.
Ricoverato nel reparto malattie infettive dell'Ospedale di Massa, l'uomo, un 50enne della provincia di Massa, è stato trattato con gli antivirali disponibili, di provata efficacia contro la nuova influenza, e attualmente non presenta più sintomi. Nel frattempo, sono stati sottoposti ad esami virologici coloro che erano stati a contatto, dando tutti esito negativo.
Fonte: L'Unità.it

giovedì 30 aprile 2009

Allarme nel Mediterraneo In Spagna la medusa-killer

ROMA - La chiamano la "medusa assassina" e il soprannome non è di quelli che mettono il buon umore se si pensa che è appena sbarcata nel Mediterraneo. L'allarme arriva dalla Spagna perché la "caravella portoghese", che in realtà è un aggregato di quattro organismi, abita nell'Atlantico e ha sfruttato i venti propizi e la piccola vela naturale di cui dispone per ottenere un passaggio verso i mari caldi. Il rischio è che si trovi bene, riesca a riprodursi con successo e decida di restare.
Al momento nessuno può dire se questo scenario di convivenza forzata con un ospite marino poco gradito sia destinato a trasformarsi in realtà. Anche perché per ora è difficile calcolare la consistenza numerica delle truppe d'invasione. La Physalia phisalis, questo è il nome scientifico, è stata avvistata per la prima volta tre settimane fa davanti a Malaga. E un paio di giorni fa era già all'altezza di Murcia avendo percorso un bel tratto di mare verso la Francia.
Ritrovarsela in acqua durante l'estate non sarebbe piacevole anche perché è una medusa ingannatrice. Il corpo è piccolo, non più di 20 - 30 centimetri, ma i tentacoli sono estremamente sottili, fili insidiosi lunghi fino a 30 metri: difficile per chi fa il bagno accorgersi di un pericolo concentrato in pochi millimetri di membrana così distante dalla "testa" dell'animale. Ma è anche difficile scordarsi un eventuale impatto: oltre al bruciore immediato vanno messi nel conto tachicardia, sudorazione accentuata, spasmi muscolari e qualche difficoltà respiratoria. Secondo il Centro oceanografico Ignacio Franco, tra il 30 e il 50 per cento delle persone colpite da questa medusa finisce all'ospedale. E, in casi di allergia, si rischia anche la morte.
L'Istituto spagnolo di oceanografia precisa che non è la prima volta che la Physalia phisalis fa il suo ingresso nel Mediterraneo ed è probabile che anche questa volta la sua incursione sarà di breve periodo. Ma già in passato ci sono stati momenti in cui si è moltiplicata creando seri problemi sulle spiagge spagnole.
"Oggi le probabilità di una proliferazione delle meduse è aumentata a causa di vari fattori", spiega Silvano Focardi, rettore dell'università di Siena. "In questo caso l'elemento più importante è l'alterazione della catena alimentare determinata dalla scarsità di predatori. Con l'eccesso di pesca abbiamo tolto dal mare i pesci e le tartarughe che mangiavano le meduse e ci troviamo così di fronte a una presenza che non viene più contenuta in modo naturale".
Fonte: La Repubblica.it

San Donato - «Il trasloco degli ambulatori è vicino»

Il direttore dell’Ao: «Non perderemo i pezzi e potenzieremo i servizi»; solo odontoiatria sarà accorpata a Melegnano.Dopo l’estate alcuni reparti si trasferiranno in via De Gasperi.

Anche l’Azienda ospedaliera di Melegnano conferma lo scambio poliambulatori-asili aziendali Eni nella struttura di via Sanguinetti a San Donato. «Sì, gli ambulatori di San Donato stanno per cambiare sede - dichiara in prima persona Claudio Garbelli, direttore dell’Ao con sede a Vizzolo Predabissi -, ma ogni discorso sull’abbandono della città da parte della sanità pubblica è a vuoto». E aggiunge: «Direi che puntiamo piuttosto al potenziamento, se prevediamo 24 ore settimanali di attività in più, e il potenziamento di ginecologia e urologia». Le parole del direttore degli ospedali pubblici nel Sudmilano mettono qualche segnale indicatore nel complesso “domino” - con qualche voce preoccupata - che si è messo in moto attorno agli scenari di via Sanguinetti. Asili aziendali nell’ex centro ambulatoriale, ok: ma l’Azienda ospedaliera andrà davvero in via De Gasperi? E se trasloca, perderà qualche “pezzo” per strada? La risposta, per la parte di competenza dell’Ao di Melegnano, è offerta dal direttore. «Cominciamo dai tempi - è dunque il ragionamento del manager dal 2007 al timone dell’azienda melegnanese -, il trasferimento nell’ex mensa Eni dovrebbe avvenire dopo l’estate, alla fine di settembre. Non possiamo essere certi sul dettaglio, su questa o quella settimana, ma il periodo è quello: dopo l’estate».Punto secondo: la valutazione sulla nuova sede del centro sanitario sandonatese. Secondo il direttore Ao, «l’ipotesi via De Gasperi è più valida di quella attuale. In via Sanguinetti l’Asl 2 per anni ha continuato a corrispondere alla proprietà un affitto per superfici non utilizzate: un terzo dell’attuale poliambulatorio non ha una destinazione definita. Sono elementi che pesano, alla lunga, sulle casse sanitarie». Ma di fronte all’ex mensa i parcheggi auto scarseggiano, mentre in Sanguinetti uno spazio lo si trova sempre. «Qui bisogna essere chiari - prosegue il direttore -, l’eventuale parcheggio nuovo non è materia nè dell’Asl 2 nè dell’Azienda ospedaliera. Il compito è dell’amministrazione comunale, oppure dell’Eni o altri investitori privati». Infine la domanda cardine: con che profilo, cioè con quali specialità mediche, l’Azienda ospedaliera riaprirà i battenti in via De Gasperi. «Il 5 febbraio scorso abbiamo firmato un verbale d’intesa con Asl 2 e sindacati - illustra dunque Garbelli - nel quale si afferma con chiarezza che a San Donato c’è l’intenzione di introdurre 24 ore settimanali in più. Quindi manterremo, con espansione d’orario in alcune discipline, cardiologia, chirurgia, dermatologia, pneumologia, ginecologia, urologia, otorino. Sì, c’è una specialità che intendiamo accorpare a Melegnano: odontoiatria. Non ha senso mantenere l’odontoiatria conservativa a San Donato e quella protesica a Melegnano: andiamo ad unirle».
Fonte: Il Cittadino

mercoledì 25 marzo 2009

San Donato - Accusa un malore e aspetta tre ore al pronto soccorso

Più di 3 ore in attesa al pronto soccorso con l’autolettiga. È successo ieri al Policlinico. La Croce rossa di San Donato ha dovuto aspettare dalle 16 alle 19 circa per un paziente di San Giuliano che ha avuto un malore e un trauma. È arrivato l’elicottero ed è stato trasportato in codice giallo all’ospedale. I sanitari hanno capito che era meno grave e gli hanno assegnato un codice verde. Il mezzo, però, è stato bloccato al Pronto soccorso per tre ore, mentre in genere si va da mezz’ora a massimo 2. A dare spiegazioni, però, è la stessa direttrice sanitaria Maria Teresa Cuppone. «Sì - commenta - mi risulta una croce rossa arrivata alle 16.20; era un paziente con un trauma che interessava il cervicale, non si poteva sbarellare se non dopo aver fatto tutte le diagnostiche. Purtroppo però c’era contemporaneamente un codice rosso che ha occupato per due ore tutti e 3 i medici. Fino ad ora, le 20.30, abbiamo avuto 74 ingressi, attualmente in attesa ci sono 3 o 4 persone. Da quando abbiamo aperto il nuovo pronto soccorso gli accessi sono aumentati. Il problema dell’attesa è sempre dettato dai codici rossi che arrivano all’ultimo momento. Il caso di oggi poi era particolare: si trattava proprio di un trauma che andava tenuto in una certa posizione fino a quando non faceva gli esami radiologici. Sul codice rosso potrebbe avere anche 5 medici che sarebbero tutti occupati. Oltre il 70 per cento degli ingressi è per la traumatologia».
Fonte: Il Cittadino

Melegnano - Tumori alla vescica, via all’indagine

Verranno coinvolti 600 pazienti del circondario: la media locale è il doppio di quella regionale.Obiettivo scoprire le cause della patologia più diffusa in città.

Tumori alla vescica, indagini al via per gli abitanti del Melegnanese. Ad annunciarlo è Edoardo Bai, responsabile della medicina del lavoro dell’Asl: «Dopo il via libera da parte della regione - spiega Bai -, che ha approvato il nostro progetto, prossimamente partirà la campagna che coinvolgerà 600 cittadini tra Melegnano, San Giuliano e Cerro al Lambro affetti da tumore alla vescica». La vicenda risale ormai a più di un anno or sono, quando lo stesso Bai ha consegnato alla regione Lombardia tutta una serie di dati non certo confortanti: «Dal 2000 al 2006 - ha rivelato in quell’occasione il responsabile dell’Asl -, a Melegnano i casi di tumore alla vescica sono esattamente due volte e mezzo per gli uomini e una volta e mezza per le donne superiori alla media regionale». Come dire che per un caso di tumore a livello regionale, a Melegnano ce ne sono stati due e mezzo per gli uomini e una e mezzo per le donne. «Il doppio, insomma - ha ripreso Bai -, facendo la media tra i due sessi. A questo punto, si tratta di compiere un’indagine accurata per accertare l’esatta tipologia delle vittime. Per prima cosa - ha chiarito -, vogliamo capire se i malati lavoravano o comunque hanno avuto qualche contatto diretto con l’ex chimica Saronio». Vale a dire l’industria di Melegnano che sino a metà degli anni Sessanta produceva coloranti per tessuti, impiegando però senza alcuna misura di prevenzione e protezione le famigerate ammine aromatiche, all’origine di numerosi casi di tumore alla vescica accertati sino all’inizio degli anni Ottanta. Sta di fatto che, dopo la denuncia dell’Asl, a gennaio 2008 la regione Lombardia ha istituito una commissione tecnica d’indagine per scoprire le cause del tumore nell’area del Melegnanese. Composto dai tecnici del Pirellone, dell’Arpa, dell’Asl e dell’università di Milano, in questi giorni l’organismo ha dato il nulla osta al progetto dell’Asl, che a breve dovrebbe ottenere un finanziamento ad hoc. «A questo punto - fa sapere ora Bai -, partiremo con le interviste ai malati di tumore alla vescica, che tra il 2000 e il 2006 abbiamo individuato essere 600 tra Melegnano, San Giuliano e Cerro. Ad ogni modo - ecco la successiva precisazione -, nessuno di loro ha avuto contatti diretti con l’ex chimica Saronio». In altre parole, dunque, non si tratta di ex dipendenti dell’industria, che del resto ha chiuso i battenti ormai più di 40 anni fa. Bai spiega infine i propositi dell’indagine, che si propone di coinvolgere alcuni studenti di medicina dell’Università di Milano: «L’obiettivo è quello di tracciare un identikit completo dei malati. Mi riferisco ad esempio alla zona dove vivono, alle loro abitudini alimentari e al loro stile di vita. Perché - conclude - dobbiamo assolutamente trovare le ragioni di una patologia tanto diffusa nel Melegnanese».
Fonte: Il Cittadino

sabato 21 marzo 2009

Vizzolo - La culla segreta che salva i bimbi

Si tratta dell’unica struttura di emergenza per l’abbandono di neonati della zona.All’ospedale è operativa una moderna versione della ruota degli esposti.

Dallo scorso mese di febbraio è completamente operativa la cosiddetta culla segreta dell’ospedale Predabissi di Vizzolo, l’unica struttura di emergenza per l’abbandono di neonati esistente e operativa nella zona sud est di Milano. Nel corso del passato mese è stata infatti perfezionata la convenzione tra la direzione ospedaliera di Vizzolo Predabissi e l’associazione per la ricerca medica “Gianfranco Corti-Piero Rossi”, che ha sostenuto l’impegno economico dell’iniziativa. Con la convenzione la “culla”, cioè il servizio di accoglienza e rianimazione per neonati che vengono abbandonati da madri anonime diventa a tutti gli effetti un delicato campo di intervento dell’azienda con sede a Vizzolo. A questo punto, anche se ci si augura che non accada mai, la culla del’ospedale Predabissi è davvero pronta a funzionare. Il progetto è dell’associazione “Corti-Rossi, Fede scienza e impegno”, fondata in memoria degli amministratori Piero Rossi, già sindaco di Cerro al Lambro, e Gianfranco Corti, primo cittadino di Bascapè e vicesindaco di Melegnano. La moderna ruota degli esposti ha un’apertura verso l’esterno, è chiaramente indicata da segnali anche sulla strada provinciale Pandina, garantisce l’anonimato (non è necessario in altri termini chiamare i medici al momento della consegna dei piccoli), garantisce il primo soccorso e ogni genere di assistenza ai bambini consegnati al nosocomio di Vizzolo Predabissi. I promotori del progetto hanno deciso di muoversi guardando i terribili dati di sottosviluppo che ancora affliggono la società italiana: ogni anno nel nostro Paese tremila neonati vengono rinvenuti nelle strade, nei parchi, spesso nei cassonetti della spazzatura come figli di maternità indesiderate, di violenze, stupri e altre storie di marginalità. La disponibilità di moderne “ruote”, o sportelli anonimi di rianimazione neonatale, è ancora molto carente: a Milano esiste la culla segreta della clinica Mangiagalli, mentre a Roma è attiva da tempo quella del Casilino.
Fonte: Il Cittadino

giovedì 19 marzo 2009

San Donato - Inaugurato il nuovo pronto soccorso

La nuova struttura per le emergenze non è più divisa in reparti ed è dotata di macchine moderne per le analisi e gli esami.

Da martedì mattina i 500 metri quadrati del nuovo pronto soccorso del Policlinico di San Donato sono entrati pienamente in funzione, con un gruppo di pazienti pionieri che ha tagliato il nastro della struttura per le emergenze. Gli ampi spazi del reparto, integrato alla rete del “118”, ospitano alcune moderne apparecchiature per gli esami diagnostici, tra cui l’Eco Color Doppler multidisciplinare, che verrà utilizzato dal personale sanitario per qualsiasi tipo di indagine internistica e cardiovascolare. Inoltre, sono state completamente rinnovate le attrezzature per le analisi di laboratorio e la valutazione dei parametri ematochimici, così come è stato modernizzato il sistema di controllo sui pazienti, grazie all’impiego di alcuni video collegati alla centrale di monitoraggio posta vicino all’ingresso. Mentre le quattro sale per le urgenze sono dotate di nuovi ventilatori polmonari e defibrillatori, a cui, in tema di distribuzione degli spazi, si aggiungono tre sale per la degenza, per un totale di sei posti letto.Sotto il profilo organizzativo (come viene reso noto in un comunicato diramato ieri) il nuovo blocco non è più diviso in reparti, bensì riunisce in un’unica struttura diversi specialisti che, di volta in volta, intervengono in base alle caratteristiche dei pazienti, in un’ottica che dovrebbe accelerare i tempi della diagnosi e della definizione quindi del percorso di cura del malato.Questi gli obiettivi con cui è stato pensato il padiglione atteso da anni dai sandonatesi, che è destinato a fornire anche un deciso supporto al carico di emergenze provenenti da un ampio bacino di utenza. «Il nostro nuovo Pronto Soccorso D.E.A (Dipartimento Emergenza e Accettazione, ndr) è stato dotato delle più moderne tecnologie cliniche e diagnostiche, nonché di sistemi informatici avanzati per la gestione di tutte le attività di controllo e organizzazione interna - afferma la direttrice sanitaria del Policlinico di San Donato, dottoressa Maria Teresa Cuppone -. Il personale medico sarà quindi ulteriormente facilitato nell’offrire cura e assistenza del più alto livello ai nostri tanti pazienti». E, come previsto da anni, gli ingressi sono stati trasferiti in piazza Edmondo Malan, pertanto i pazienti stanno già iniziando a prendere confidenza con il nuovo tragitto che passa attraverso via per Monticello. Mentre nell’area esterna è stato predisposto un apposito spazio riservato al servizio di elisoccorso.

Fonte: Il Cittadino

martedì 17 marzo 2009

San Donato - Visite gratuite per prevenire i tumori nell’unità allestita vicino al comune


In un’unità mobile dedicata alla salute, lunedì prossimo i sandonatesi potranno sottoporsi a visite gratuite per prevenire tumori al seno e controllare i nei. Il mezzo, che ospiterà gli specialisti, i quali vedranno i pazienti in due sale allestite di tutta la strumentazione necessaria, sarà posteggiato nel parcheggio del comune: le visite sono fissate dalle 10 alle 13.30 e dalle 14.30 fino alle 18. L’iniziativa, è stata promossa dalla Lilt (Lega italiana per la prevenzione oncologica), sotto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica e con il patrocinio dei ministeri, in occasione della “Settimana per la prevenzione oncologica”, che si terrà dal 20 al 29 marzo. Un evento che porterà in tutta Italia un ampio corollario di iniziative dedicate all’informazione, che accompagneranno momenti - come quello in programma sul territorio di San Donato -, incentrati sulla diagnosi precoce. Per qualsiasi ulteriore notizia, gli interessati possono recarsi direttamente nel corso della giornata di lunedì nel tratto in prossimità del palazzo municipale, dove gli operatori potranno fornire una serie di specifiche. In altri casi di screening gratuiti organizzati dal Policlinico, la cittadinanza ha dato prova di grande partecipazione, con notevole affluenza di cittadini che si sono sottoposti a controlli, rispondendo positivamente alle campagne di carattere sanitario. Anche in questo caso, saranno in campo medici esperti, che visiteranno i pazienti in spazi appositi ospitati nella struttura itinerante.
Fonte: Il Cittadino

mercoledì 25 febbraio 2009

Vizzolo - A casa sereni dopo l’ospedale

«In oncologia non ci saranno più dimissioni senza specificare l’iter seguito in reparto».Ideata una procedura che si adatta a ogni paziente.

Venivano dimessi dall’ospedale e lasciati a se stessi. Così quando avevano bisogno di nuove cure nessuno sapeva quale malattie avevano, chi li aveva curati, quali farmaci avevano preso. Capitava spesso all’ospedale di Vizzolo, ma non solo. Adesso il responsabile del dipartimento oncologico Luciano Isa ha annunciato un nuovo progetto, all’avanguardia, che è in grado di garantire continuità di cura tra ospedale e territorio. «Abbiamo individuato uno strumento completo che è la lettera di dimissione completo - spiega il dottore -; si tratta di un documento nel quale è ben identificato il nome del medico di famiglia, al quale viene inviata personalmente la lettera. Poi è presente l’anamnesi del paziente, il motivo che l’ha portato in ospedale, cosa gli hanno fatto durante il ricovero, qual è stata la diagnosi e come è stato curato, ma anche i farmaci prescritti. Quelli della terapia del dolore soprattutto, il sabato e la domenica, quando il medico di famiglia non è in ambulatorio e non può prescriverli, vengono consegnati direttamente al paziente. Vengono precisate le eventuali intolleranze alimentari e i riferimenti da contattare in caso di bisogno».
Insomma la lettera di dimissioni con queste caratteristiche è lo strumento che il dipartimento oncologico ha ritenuto più adatto per realizzare la continuità di cura. I 3.500 pazienti che ogni anno accedono al day hospital di Vizzolo e i 900 ricoverati da ora non avranno più problemi. L’iniziativa è stata realizzato in collaborazione tra l’ospedale di Vizzolo e quello di Gorgonzola, con il reparto di oncologia di San Donato e l’Humanitas di Rozzano. Tutto il progetto è stato supportato dall’Asl di Melegnano e dal suo direttore sanitario Mauro Agnello, mentre le strutture del dipartimento oncologico hanno collaborato nella realizzazione del progetto. Dopo lo studio abbiamo fatto una verifica per vedere se la cartella così come era stata predisposta poteva funzionare e i risultati sono stati ritenuti interessanti dai medici. «Prima capitava anche che il medico di famiglia chiamasse in ospedale per avere informazioni su quanto era stato fatto al suo paziente - continua Isa -, ma non si sapeva bene che medico se ne fosse occupato o se si sapeva non si era in grado di rintracciarlo perché non era in servizio in quel momento. Non veniva neanche definita la terapia effettuata e i farmaci assunti. Questo nuovo strumento, invece, ci ha già dato delle soddisfazioni - aggiunge Isa -; è stato modificato l’atteggiamento che creava difficoltà assistenziali. Il progetto è stato finanziato da regione Lombardia, ma l’Asl ha voluto fare di più e metterci dei soldi aggiuntivi. Ha inserito l’iniziativa, infatti, nel contratto con l’Azienda ospedaliera».

Fonte: Il Cittadino

martedì 2 dicembre 2008

Quando l’ospedale è a misura d’uomo

I segni del mutamento tracciati dall’indagine “Azioni di accoglienza e umanizzazione nelle aziende ospedaliere lombarde”.Al presidio di Vizzolo una strategia per far sentire bene il paziente.

Umanizzazione degli ospedali, i passi avanti in una ricerca dell’Azienda ospedaliera Melegnano. Sino a non molti anni fa l’ospedale era davvero «l’altra faccia» della normalità: quando si veniva ricoverati si era accolti da pareti bianche come i camici, orari stravolti, nessun mobile nè quadro, una sola tv per ogni corsia. E poi, mille scale per chiedere informazioni in assenza di mappe o cartine di orientamento. Oggi il volto impersonale degli ospedali sta cambiando, in Lombardia e anche fuori, e i segni di questo mutamento sono tracciati anche dall’indagine “Azioni di accoglienza e umanizzazione nelle aziende ospedaliere pubbliche lombarde”, presentata ieri a Milano. Una mappa dell’“ospedale amico” che porta le firme dell’Azienda ospedaliera di Melegnano, diretta da Claudio Garbelli, e dell’ospedale Luigi Sacco di Milano guidato da Luigi Corradini. La direzione del Predabissi di Vizzolo e quella del Sacco, con l’ausilio dello sponsor Roche, nel periodo 2007/08 hanno raccolto informazioni e progetti da 27 strutture pubbliche della regione, condensandoli in una pubblicazione-censimento che traccia la parola «umanizzare». Portare gli ospedali - nei limiti del ragionevole - vicino alle abitudini e agli ambienti di tutti i giorni. L’indagine prende in considerazione 62 iniziative di carattere umanizzante dividendole in grandi gruppi di destinatari: stranieri, bambini, anziani e diversamente abili, degenti ed utenti in generale. Un fronte interessante, rispetto al quale negli ultimi anni si è dovuta sviluppare un’organizzazione completamente nuova, è quello degli stranieri. Molti ospedali infatti non hanno nessuna indicazione tradotta e tutta la “carta”che circola è rigorosamente in italiano. Ecco quindi che ospedali come Lecco, Busto Arsizio o la stessa Melegnano di fronte all’incidenza ormai alta degli immigrati hanno cominciato a distribuire manuali di orientamento tradotti in varie lingue, oppure si sono appoggiati ad agenzie di interpreti, a mediatori culturali e hanno affisso nei Dea, i dipartimenti emergenze, istruzioni tradotte. Bambini: oggi gran parte delle pediatrie ha la scuola in ospedale, gli spazi gioco e un arredo multicolore. Negli ultimi anni alcuni enti come gli Istituti clinici di Milano hanno lanciato idee come la «Stanza dei giochi e dei pensieri» dove, prima di un’operazione chirurgica, un bambino può porre tutte le domande che vuole. In molte pediatrie è ormai corrente la clown-therapy, con i dottori-clown e la pet-therapy che introduce anzichè bandire cani e gatti in corsia. l pianeta anziani chiede soprattutto semplificazione:«in questo senso- hanno spiegato l’assessore regionale alla sanità Luciano Bresciani e Corradini- molti nosocomi d’Italia soffrono la dispersione dei padiglioni, con un dipartimento di qua e l’altro di là. Ma alcune aziende, come il Sacco, hanno cominciato a introdurre i Sus, Sportelli unici di supporto all’utenza.» Per tutti, infine, hanno cominciato ad apparire sale d’attesa degne di tal nome, «totem» di orientamento all’ingresso, volontari-guide muniti di cartellino. E anche il cinema, la biblioteca e i giornali non sono più così rari: hanno fatto l’esordio anche i computer da letto, i pc-bed.
Fonte: Il Cittadino

sabato 19 luglio 2008

L’ospedale del terzo millennio

Il direttore generale annuncia un piano di investimenti finanziari da 23 milioni di euro.Pronto soccorso e rianimazione saranno potenziati.

«L’ospedale di Vizzolo Predabissi deve mantenere una specializzazione per le emergenze sanitarie, cioè “essere ospedale” in senso stretto, con un piano di investimenti da 23 milioni su pronto soccorso e blocco rianimazione. Non abbiamo bisogno di un punto di riferimento per degenze croniche». Così Claudio Garbelli, direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Melegnano dai primi del 2008, sottolinea uno dei nodi più interessanti - dal punto di vista dei cittadini- contenuti nel Poa 2008, il Piano dell’organizzazione aziendale. Il documento, chiuso poche settimane fa, costituisce l’aggiornamento del piano precedente, firmato dall’ex general manager Alberto Scanni. Il Poa o Pofa, voluto dalla regione che l’ha reso obbligatorio nel 2003 per tutte le aziende ospedaliere lombarde, a Vizzolo e negli altri ospedali collegati ha debuttato nel 2004 sotto la gestione Cecchettin, tornando i nel 2006 con la direzione di Scanni, diretto predecessore di Garbelli. Nel corso degli anni, scorrendo le pagine, è cambiata anche la “filosofia” del Predabissi e degli altri ospedali. Si è parlato ad esempio, ad un certo punto, di forte specializzazione del nosocomio appena fuori Melegnano verso malattie che implicano poca urgenza e attrezzatura specialistica, ma lunga degenza e decorso cronico; forse anche per l’ipotesi, poi non andata in porto, di portare a Vizzolo una divisione di importanza regionale per malattie infettive. Ora l’ex manager della Fondazione Maugeri di Pavia, assieme al direttore sanitario Francesco Ceratti, torna a ribadire che l’ospedale di Melegnano deve concentrare in sé le emergenze e le urgenze della zona:«non è un presidio per degenze croniche». Perché ciò avvenga è necessario un sostanzioso piano di innovazione, e il Poa mette nero su bianco l’asso nella manica. «Abbiamo la certezza dello stanziamento di 23 milioni di euro, da parte del ministero e della regione, per procedere ad una riqualificazione importante del Predabissi (ospedale capofila dell’Ao, ndr); - annunciano i direttori - con questi sarà costruito un nuovo blocco operatorio, con unità di rianimazione, in adiacenza all’attuale pronto soccorso. Sì, le vecchie sale operatorie sono da chiudere: ci vuole un pesante rinnovo». Secondo Garbelli la costruzione del nuovo blocco operatorio-urgenze non è questione di “se”, ma di quando:«quando ci sarà il progetto definitivo ed esecutivo - spiegano i vertici aziendali - cioè fra fine 2009 ed inizio 2010». Se davvero il Predabissi potrà inaugurare un’unità emergenze all’avanguardia per il 2009, sarà la più grande trasformazione in quaranta anni esatti di vita. Nonostante la volontà di intervenire in modo netto sulla dotazione medica e tecnologica del Predabissi («è sconcertante il fatto che non abbiamo ancora una risonanza magnetica», si limita ad aggiungere il direttore generale), il successore di Scanni e Cecchettin non vuole vestire i panni del rivoluzionario; non ad esempio sull’organizzazione interna delle divisioni e del personale: «Non toccherò niente dei dipartimenti gestionali e tecnico scientifici. Lungi da me l’idea di sconvolgere organizzazioni che hanno bisogno di anni per “ingranare”». Anche perché presto l’Azienda di Melegnano acquisterà una propaggine all’estremo nord: entreranno i due ospedali di Vaprio e Trezzo d’Adda. E per quanto riguarda il ”polo nord” di questa azienda tutta sviluppata in longitudine, Garbelli accantona momentaneamente il progetto di un ospedale nuovo di zecca da qualche parte della Martesana:«per ora ci sono 15 milioni per ammodernare quello di Melzo.»
Fonte: Il Cittadino