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venerdì 9 ottobre 2009

Nobel per la Pace a Barack Obama

Il presidente americano Barack Obama ha vinto il premio Nobel per la Pace per i suoi «sforzi straordinari nel rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli».

Lo annuncia una nota del comitato norvegese per il nobel.La notizia è arrivata a sorpresa questa mattina quando il presidente del comitato norvegese ha letto la scelta fatta tra oltre 200 candidati. Lo stesso conduttore della Cnn non ha nascosto la sorpresa, spiegando di aver sentito il nome di Barack Obama nella motivazione letta in norvegese ma di preferire di aspettare la traduzione in inglese.«Il Comitato ha dato grande importanza all'impostazione di Barack Obama ed ai suoi sforzi per un mondo senza armi nucleari», ha detto il presidente del Comitato per il Nobel, Thorbjoern Jagland.Il premio verrà consegnato ufficialmente il 10 dicembre a Oslo, nell'anniversario della morte del fondatore, l'industriale e filantropo svedese Alfred Nobel. Il riconoscimento consiste in una medaglia, un diploma ed un assegno da 10 milioni di kronor (circa un milione di euro). Fonte: L'Unità

domenica 4 ottobre 2009

Piazza del Popolo, trecentomila lettori contro il bavaglio

Chi va in giro con il bavaglio. Chi con l'articolo 21 della Costituzione stampato sul petto. "Siamo trecentomila", scandiscono dal palco di piazza del Popolo, gremita, strapiena, troppo piccola per contenere tutti. “Eccoci”. Un vecchio lettore ha fotocopiato la storica prima pagina dell'Unità e la distribuisce agli amici venuti con lui da Napoli. Ressa al nostro gazebo. Tutti vogliono le magliette con la vignetta di Staino: "Denuncia anche me". Nel cielo volteggia la frase di Gramsci: "Odio gli indifferenti". Un minuto di silenzio per le vittime di Messina. Saviano: "Libertà? Poter raccontare senza dover temere ritorsioni".
Fonte: L'Unità.it

San Donato - «La statua di Gandhi testimonia le radici di questa comunità»

Nella giornata in cui il mondo ha ricordato i 140 anni dalla nascita di Gandhi, nel corso di una breve cerimonia ufficiale ieri mattina alle 11 è stata inaugurata la statua dello statista indiano, che ha dato vita ad una fondamentale pagina segnata dalle mobilitazioni per la difesa dei diritti civili. L’opera, realizzata con oltre 5 quintali di bronzo, è stata eretta su un basamento di granito indiano nella fascia di territorio che si estende tra la via Emilia e piazza Supercortemaggiore. Il volto di Gandhi guarda verso l’arteria di grande scorrimento, quale simbolo innanzitutto di pace tra i popoli e le genti. «Questo monumento – ha dichiarato il presidente del consiglio comunale, Luca Compagnone nel corso della cerimonia, che ha contato sulla presenza di un gruppo di alunni della scuola Maria Ausiliatrice – testimonia le radici multiculturali della nostra comunità. Fin dall’insediamento del quartier generale dell’Eni voluto da Enrico Mattei, San Donato Milanese si è caratterizzata per la straordinaria apertura allo scambio e al dialogo con le culture differenti. Consapevoli di questa nostra naturale predisposizione all’amicizia tra i popoli, siamo onorati di ospitare in città questa opera che ricorda una straordinaria figura storica, esempio della continua ricerca del confronto pacifico». Nei giorni scorsi, il sindaco Mario Dompé, motivando la scelta della giunta di erigere il monumento, ha ricordato: «Ospitare il simbolo mondiale della non violenza nella nostra città vuole essere un gesto concreto per sottolineare il nostro convincimento che le relazioni umane a tutti i livelli debbano intrecciarsi, nonostante le differenze culturali, politiche e sociali, senza il ricorso alla violenza». L’attenzione è stata puntata sul quartiere Metanopoli, fulcro della San Donato moderna, che dista solo poche centinaia di metri dagli impianti targati Eni e dai palazzi di vetro, fronteggiando il Quartiere Affari, dove tutti i giorni si muovono migliaia di colletti bianchi. La statua di Gandhi sarà dunque una sorta di carta d’identità per questa area di hinterland, che per le proprie peculiarità è stata più volte definita “la porta tecnologica di Milano”. Il console indiano, ricordando la figura di Gandhi, ha ringraziato il comune di San Donato per la decisione di ospitare nella città un’opera che rende omaggio alla più grande personalità di quel Paese. Alla presenza di un drappello di persone è stata così inaugurata la statua, che appartiene ormai alla città.Fonte: Il Cittadino

Nove comuni si alleano sulla sicurezza

Nove amministrazione della Bassa e del Centro Lodigiano chiedono al prefetto Peg Strano Materia un incontro per alcuni chiarimenti e un riscontro sulle iniziative in atto in termini di sicurezza. La riunione è già stata accordata e si terrà mercoledì a Lodi in prefettura. La richiesta è partita da Brembio e Somaglia e ha poi coinvolto direttamente le amministrazioni di Caselle Lurani, Pieve Fissiraga, Lodi Vecchio, Ossago, Turano, Bertonico e Castiglione d’Adda, «ma è aperta al contributo di tutti e auspichiamo che il prefetto voglia estendere poi le eventuali linee di indirizzo a tutti i comuni del Lodigiano», fanno sapere i promotori. L’iniziativa ha un duplice scopo, quello di portare avanti un confronto territoriale sulle politiche della sicurezza, in modo da muoversi con coesione rispetto alle problematiche comuni, e quello di ottenere dal prefetto delle indicazioni corrette e coerenti sull’utilizzo di alcuni strumenti come le ordinanze per la sicurezza o gli ordini di servizio per l’iscrizione in anagrafe dei cittadini stranieri solo con un reddito minimo. «Alcuni comuni hanno già intrapreso quella strada - dicono Giuseppe Sozzi sindaco di Brembio e Giuseppe Medaglia sindaco di Somaglia -. Aldilà delle valutazioni tecniche anche legislative, vorremmo che il prefetto esprimesse il suo punto di vista sull’applicazione di questi provvedimenti, dando un cappello sovra-comunale alle singole iniziative. Come organo di governo sul territorio il suo parere conforterebbe l’applicazione corretta di questi provvedimenti». Somaglia e Brembio avevano già partecipato la settimana scorsa al tavolo di confronto sovracomunale richiesto dall’amministrazione di Casale proprio sulle tematiche della sicurezza, e in quella sede avevano annunciato la loro volontà di confrontarsi anche con il prefetto. «Questo muoversi insieme permetterà anche di confrontare le operazioni messe in atto nei singoli comuni, e di conseguenza di avere più coesione territoriale - spiega Medaglia -. Poi auspichiamo che il prefetto possa estendere a tutti i comuni gli eventuali indirizzi che ne usciranno». Infine, la riunione potrebbe avere anche degli sbocchi pratici per almeno due versanti che riguardano la sicurezza: la collaborazione tra comuni vicini e la facilità d’accesso ai finanziamenti superiori. «Da questi confronti possono nascere anche iniziative comuni sul pattugliamento del territorio o sull’emanazione di provvedimenti - conclude Sozzi -. Infine, si potrebbero concordare dei percorsi per l’accesso ai finanziamenti sovracomunali per le iniziative nell’ambito della sicurezza, in modo da far arrivare i soldi per quelle attività effettivamente richieste dai singoli comuni».Fonte: Il Cittadino

martedì 29 settembre 2009

San Giuliano - Abbattuti trenta metri di recinzione: «Il parco è diventato terra di nessuno»

Ancora vandali in azione al parco Serenella. L’ennesimo episodio si è verificato sabato e riguarda l’abbattimento della rete di recinzione del parco lato ferrovia, lunga circa trenta metri. Tante le lamentele dei cittadini delle abitazioni vicine e dei membri del comitato di quartiere. «Specie in orari notturni, questo parco è teatro di continui accessi di persone, per la maggior parte giovani extracomunitari, che bevono e disturbano», spiega uno dei residenti. Inoltre, sono state rimosse per essere risistemate le due altalene, ma da allora non si sono ancora viste. I bambini che frequentano l’oasi devono accontentarsi, nella speranza che le altalene vengano presto rimesse al loro posto. Il comitato di quartiere ha chiesto un incontro urgente con l’amministrazione comunale per discutere della situazione e verificare possibili soluzioni per restituire il parco ai cittadini, anche nelle ore notturne, quando diventa “terra di nessuno” e si verificano gli atti vandalici. Fonte: Il Cittadino

domenica 20 settembre 2009

CACCIA, RIAPRE STAGIONE. ENPA: NO A ABOLIZIONE LIMITI

Oggi si è aperta ufficialmente la stagione venatoria. Nell'occasione, l'Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) reitera il suo "allarme per l'emendamento Pini (Ln)", sottolineando come "tra trabocchetti per favorire la 'caccia no limits', deroghe alla normativa nazionale e comunitaria, abbattimenti selettivi, saranno centinaia di milioni gli animali uccisi dalle doppiette. "Dopo le pre-aperture della stagione venatoria, che hanno già mietuto numerose vittime e creato gravissimi incidenti, in uno dei quali è rimasto coinvolto perfino un bambino - scrive l'Enpa in un comunicato - domenica 20 settembre riapre ufficialmente la stagione venatoria.Fino al 31 gennaio prossimo le campagne e i boschi della Penisola saranno dunque frequentati dalle doppiette, pronte a sparare a qualsiasi cosa si muova e creare una situazione di grave pericolo per tutti quegli gli escursionisti che vogliano godersi gli ultimi scampoli d'estate". "Sebbene ridotto ai minimi termini - si sottolinea nel comunicato - il mondo venatorio può contare sul sostegno dei produttori di armi, dei ristoratori e di chiunque altro pratichi attività collegate a quello che taluni ancora definiscono uno 'sport', nonché sull'appoggio di alcuni esponenti politici che, per compiacere la propria base elettorale, tentano in ogni modo di far passare ulteriori concessioni a vantaggio della lobby venatoria estremista". "E' il caso, ad esempio, del Ddl Orsi per 'caccia selvaggia' che, tra le tante pessime novità, allunga la durata della stagione venatoria, aumenta i luoghi aperti agli spari e incrementa le specie cacciabili.Al momento il progetto Orsi si é arenato; non altrettanto può dirsi dell'emendamento Pini (Lega Nord) che, per ben due volte nel giro di pochi mesi, ha tentato di abolire i vincoli temporali al calendario venatorio". L'Enpa ricorda come "il primo blitz - in occasione della Legge Comunitaria 2008 - è fallito per l'opposizione del Parlamento; il secondo, invece, è tuttora in atto. A distanza di soli cinque mesi dalla precedente bocciatura, dunque, Pini ha ripresentato lo stesso emendamento alla legge Comunitaria 2009. Se approvata, la norma creerebbe gravissime conseguenze per la fauna selvatica e la sicurezza dei cittadini, ed esporrebbe il nostro Paese a nuove procedure d'infrazione dell'Unione Europea che si andrebbero così a sommare a quella già aperte a suo tempo. A rimetterci sarebbero tutti gli italiani che si troverebbero a pagare di tasca propria l'inutile vezzo di una categoria sempre più marginale".Fonte: Ansa.it

sabato 19 settembre 2009

La "Ronda nera" a Roma

In camicia ocra, pantaloni neri, uno stemma tricolore e un'aquila con la scritta Spqr circa dieci persone si sono ritrovate in Piazza della Repubblica a Roma per la prima uscita nella capitale dei volontari della Guardia Nazionale Italiana. Tra loro, Maria Antonietta Cannizzaro, presidente nazionale Msi-Dn. Che dice: "Presto ripeteremo l'iniziativa anche in periferia".
Hanno percorso le vie centrali di Roma in schiera e con il braccio destro alzato in segno del saluto del legionario. Sdegno e risa da parte dei passanti. Lancio di coriandoli e stelle filanti da parte di un consigliere provinciale della Sinistra, Gianluca Peciola. Alla guida dei militanti, il presidente del partito nazionalista Gaetano Saya, rinviato a giudizio nel 2004 per propaganda di idee fondate sull'odio razziale e nel 2005 ai domiciliari per aver creato all'interno del dipartimentimento studi strategici antiterrorismo una sorta di polizia parallela.Ed è subito bufera politica. «Ora basta! Non va sottovalutata l'iniziativa delle cosiddette Ronde Nere», dice il segretario del Pd Lazio Roberto Morassut. «Il sindaco - aggiunge - deve dare un segnale netto e inequivocabile nei confronti di queste degenerazioni di destra estrema rompendo ogni equivoco che possa far sentire certi gruppi tollerati o addirittura protetti. Cominci dalla sostituzione di Andrini".E Alemanno inteviene così: «Chiedo ufficialmente al Prefetto e al Questore di intervenire immediatamente per evitare che la nostra città venga segnata dalle vergognosa pagliacciata delle ronde nere. Esiste un ben preciso regolamento emanato dal Ministero degli Interni che proibisce le strumentalizzazioni politiche dell'istituto degli Osservatori volontari per la sicurezza, introdotto dal pacchetto sicurezza del Governo. Inoltre questa attività può essere avviata in città solo su specifica richiesta del sindaco, richiesta che io ancora non ho avanzato al Prefetto di Roma», spiega il sindaco di Roma. «Per questi motivi, è evidente che il gruppetto di provocatori che ha dato vita alla sceneggiata coordinata da Gaetano Saia stia operando chiaramente fuori dalla legge e deve essere perseguito". Fonte: L'Unità.it

giovedì 17 settembre 2009

Attentato a Kabul: sei le vittime italiane



Sei militari italiani sono rimasti uccisi e quattro feriti in un attentato avvenuto nel pieno centro di Kabul, sulla Massoud Circle, la strada che conduce all'aeroporto della capitale afghana.

I loro nomi sono stati ormai quasi tutti resi noti dalla Difesa. Sono il tenente Antonio Fortunato, originario di Lagonegro, in provincia di Potenza, il primo caporal maggiore Matteo Mureddu,di Oristano, il del primo caporal maggiore Davide Ricchiuto, nativo di Glarus, in Svizzera, il sergente maggiore Roberto Valente, di Napoli, e il primo caporal maggiore Gian Domenico Pistonami, di Orvieto. Il sesto nome non è ancora stato reso noto.Sia i morti che i feriti (questi ultimi non sarebbero in pericolo di vita) sono tutti del 186.o Reggimento Paracadutisti Folgore di Siena.Nell'attentato sono morti anche due afghani e oltre 30 civili sarebbero rimasti feriti. Decine di veicoli hanno preso fuoco. L'attacco è stato rivendicato dai talebani ed è stato fatto - hanno riferito fonti dei ribelli ad Al Jazira - «con lo scopo di dimostrare che nessuno può considerarsi al sicuro in Afghanistan». «Sui mezzi c'erano complessivamente 10 nostri soldati. Sei sono morti», ha confermato il ministro della Difesa Ignazio La Russa intervenendo al Senato.I morti italiani sono quattro caporal maggiore, un sergente maggiore e il tenente che comandava i due blindati Lince.Secondo una prima ricostruzione della Difesa italiana, a provocare l'esplosione sarebbe stata un'autobomba. Due i mezzi militari - due veicoli blindati Lince - rimasti coinvolti. L'auto carica di esplosivo è scoppiata al passaggio del primo mezzo del convoglio, uccidendo tutti e cinque gli occupanti. Danni gravi anche al secondo Lince: uno dei militari a bordo è morto e altri tre sono rimasti feriti.
L'attentato è avvenuto alle 12.10 locali, le 9.40 in Italia, nei pressi della rotonda Massud, dove il traffico è rallentato per i controlli sul traffico diretto verso l'ambasciata Usa, il comando Isaf e l'aeroporto. Sui due lati delle strade sono stati distrutti case e negozi.Secondo le prime ricostruzioni, un automezzo civile (una Toyota bianca secondo quanto ha riferito in Senato il ministro della Difesa Ignazio La Russa) con a bordo i due kamikaze e con un notevole carico di esplosivo sarebbe riuscito ad infilarsi tra i mezzi prima di esplodere.Negli ultimi mesi, nonostante la massiccia presenza di forze armate internazionali, a Kabul si sono moltiplicati gli attacchi suicidi dei talebani. L'ultimo è stato l'8 settembre scorso, quando un'autobomba ha ucciso tre civili esplodendo davanti all'entrata della base aerea della Nato.Il Presidente dela Repubblica Giorgio Napolitano è stato informato a Tokyo dell'attentato; il premier Silvio Berlusconi ha espresso il suo profondo cordoglio personale e quello dell'intero Governo al Capo di Stato Maggiore della Difesa generale Camporini e al generale Castellano che comanda il nostro contingente a Kabul. «Il Governo italiano - si legge in una nota - è vicino alle famiglie delle vittime, condivide il loro dolore in questo tragico momento ed esprime la sua solidarietà a tutti i componenti della missione italiana in Afghanistan impegnata a sostegno della democrazia e della libertà in questo sfortunato paese". Secondo un giornalista della Afp presente sul posto, i corpi di almeno tre persone tra cui quello di due civili giacciono davanti ad un veicolo militare italiano appartenente all'Isaf, distrutto dall'esplosione udita oggi a Kabul. Il corpo di un militare senza vita e mutilato è nella parte posteriore del veicolo blindato che issa la bandiera italiana. Due soldati della Nato lo hanno successivamente ricoperto con un telo di plastica blu. I corpi smembrati di almeno di due civili morti, riporta lo stesso giornalista della Afp, sono stati caricati a bordo di un'ambulanza. La tv afghana Tolo sostiene che «ci sono almeno 12 italiani fra morti e feriti».Stando a un portavoce dell'Isaf, la Forza Internazionale di Assistenza per la Sicurezza guidata dalla Nato, la deflagrazione è avvenuta lungo la strada che conduce all'aeroporto internazionale, dove è ospitata una base dell'Alleanza Atlantica, la stessa attaccata lo scorso 8 settembre da un kamikaze per conto dei Talebani, che rivendicarono poi l'attentato, costato la vita a tre civili. Il portavoce ha precisato comunque che lo scoppio non si è verificato in prossimità della struttura militare, ma le fonti giornalistiche hanno aggiunto che sarebbero stati presi di mira proprio veicoli alleati.Dal ministero dell'Interno è frattanto trapelato che ancora una volta si sarebbe trattato di un kamikaze. Il sito sorge tra l'altro non lontano dal Palazzo Presidenziale, nel quale poco prima il presidente uscente Hamid Karzai aveva tenuto una conferenza stampa sulle controverse elezioni del 20 agosto. La capitale dell'Afghanistan di recente è stata teatro di numerosi attacchi suicidi: oltre a quello contro lo scalo aereo, il mese precedente era stato preso d'assalto addirittura il quartier generale dell'Isaf, in piena città; sette gli afghani rimasti uccisi nell'occasione.17 settembre 2009. Fonte: L'Unità.it

lunedì 14 settembre 2009

Storie di ordinaria inciviltà per San Giuliano

È triste prenderne atto ma questa è realtà. Involuzione anziché evoluzione. Sempre più spesso nel territorio comunale di San Giuliano si possono registrare degli episodi di ineducazione sociale che potremmo ormai definire “storie di ordinaria inciviltà”. Ecco via Pinciroli, frazione Borgolombardo: alcuni residenti e proprietari di biciclette usano per parcheggio le ringhiere e i pali della luce creando spesso disagi ai passanti ed alle aziende che devono rendere servizi alla città, manutenzione o altro. Ancora poi queste biciclette spesso vengono colpite da atti vandalici o furtarelli privandole di alcuni ricambi necessari al normale uso (vedi ruote, sella e altro). Altro caso ecco via Carducci, spesso adibita a discarica abusiva; l’ultimo episodio, in ordine cronologico, ritrovamento di un materasso abbandonato. Neanche il centro della città risulta essere indenne da questo tipo di fenomeni; un carrello della spesa di proprietà del supermercato Gs di piazza Italia eccolo ritrovato legato e ben assicurato nella vicina via privata Cervi. Evidentemente il responsabile di questa azione ha ritenuto che l’inserimento della moneta da un euro nell’apposito meccanismo di sblocco valesse come diritto di acquisizione della proprietà del carrello porta spesa che veniva quindi adoperato per il trasporto comodo degli acquisti dal centro alimentare alla propria abitazione. Certo leggendo il novero di questi fatti i cittadini per bene, che fortunatamente sono ancora la maggioranza, si indignano ma spesso l’indignazione da sola non basta ad invertire questa tendenza. Molto spesso sarebbe auspicabile un intervento diretto di rimprovero civile verso chi si rende responsabile di questi fatti ma appare ovvio che se questo rimprovero non è fatto da molti verso uno rappresenta una fonte di rischio e allora basterebbe prendere il telefono e segnalare la cosa alle autorità preposte ed attente all’ambiente che ci circonda. La semplice diffusione di questa sana abitudine sicuramente abbatterebbe il numero di questi fenomeni.Fonte: Il Cittadino

sabato 12 settembre 2009

Sant'Angelo - «In città è emergenza sicurezza»

Una città «deserta», in cui risse e accoltellamenti sono all’ordine del giorno. A Sant’Angelo è «emergenza sicurezza». A lanciare il grido d’allarme «per i fatti criminosi che si ripetono quotidianamente», il consigliere d’opposizione per il Popolo della libertà, Maurizio Cerioli. Ad alimentare la paura ed esasperare i cittadini, la catena quasi interrotta di furti («molti dei quali non denunciati, con vere e proprie zone della città nel mirino di criminali che si concedono di mettere a segno più colpi nella stessa via») e i disordini notturni, che spesso si concludono con risse e accoltellamenti perché «come la cronaca di questi giorni ci dimostra, ormai esistono zone franche della città - precisa Cerioli -; un esempio per tutti il passaggio da piazza Mercato della Frutta a piazza Ferrari, ogni sera invasa dai giovani in prevalenza stranieri che spesso abusano di alcool. Oggi i santangiolini evitano persino di passarci e questa è una limitazione della libertà dei cittadini». Secondo il consigliere anche gli episodi che hanno interessato la basilica (le catene più volte lasciate nell’edificio e le scritte sacrileghe) e il Chiesuolo (danneggiamenti e atti vandalici), «non possono essere semplicemente etichettati come l’opera dei soliti idioti; i luoghi scelti e le scritte simboliche fanno pensare a qualcosa di organizzato e sarebbe prudente cercare di andare a fondo nelle indagini. Le forze dell’ordine hanno già smantellato diverse organizzazioni criminali con base proprio a Sant’Angelo». Insufficienti poi le misure adottate dell’amministrazione sul fronte sicurezza e se le delibere contro l’accattonaggio e la prostituzione «hanno risultati pratici marginali e sembrano più un’operazione di cosmesi che imbelletta e lascia inalterati i problemi sottostanti», ben altra cosa sarebbe intervenire sul posizionamento delle telecamere di sorveglianza. «Quelle puntate sugli ingressi della città operano un controllo generale, è opportuno invece presidiare gli obiettivi sensibili, come scuole e oratori, costantemente presi di mira - chiude Cerioli - , ma anche pensare a proposte per togliere i giovani dalla strada. Un centro di aggregazione culturale destinato ai giovani all’Ortaglia, vicino a biblioteca e Internet point, potrebbe essere una strada».Fonte: Il Cittadino

domenica 19 luglio 2009

MANDELA DAY: MAXI CONCERTO A NEW YORK


NEW YORK - Un maxi-concerto per festeggiare Madiba, "l'uomo più amato al mondo", colui che "ci ha insegnato che anche l'impossibile può avverarsi". Sul palco del Radio City Music Hall, a rendere omaggio a Nelson Mandela in occasione del suo 91/o compleanno, sfilano star di Hollywood e della musica, da Morgan Freeman a Gloria Gaynor, da Aretha Franklin a Steve Wonder. Rompe per un buona causa, quella per la lotta all'Aids, la promessa di non esibirsi più in pubblico fino a quando il marito sarà presidente della Francia: Carla Bruni, la first lady francese, canta accompagnata da Dave Stewart Blownin in the wind di Bob Dylan. A interrompere le oltre ore di musica in onore di Mandela è il presidente americano Barack Obama che, con un videomessaggio, gli fa gli auguri e lo ringrazia per tutto quello che ha fatto. Grande assente alla festa è proprio il festeggiato, l'ex presidente del Sud Africa, che comunque non fa mancare il proprio sostegno e, introdotto da Freeman, illustra con un videomessaggio lo scopo del Mandela Day, che da quest'anno verrà festeggiato ogni 18 luglio: "Non è un giorno di vacanza ma una giornata per dedicarsi agli altri". O almeno dedicare loro - questo il motto - 67 minuti per vedere "quello che possiamo fare, per lasciare un'impronta". 67 sono gli anni di lotta sostenuti da Mandela contro l'apartheid. Unico italiano a esibirsi è Zucchero, che canta 'You are so beautiful': Zucchero é l'unico degli artisti della serata ad aver partecipato a tutti i concerti dell'organizzazione 46664 (il numero di matricola di Mandela durante la sua detenzione) da quando hanno preso il via in Sud Africa agli inizi del 2000. Ad aprire la festa per Mandela è Whoopy Goldberg che, dopo una breve introduzione, lascia spazio al Coro di Soweto che si esibisce in 'Gimme hope Joanna', brano di diversi decenni fa bandito in Sud Africa ma in testa alle classifiche inglesi per alcune settimane. La prima artista a salire sul palco è Gloria Gaynor che, avvolta in un lungo abito fucsia, si esibisce prima in 'I will survive' e poi in 'Happy days'. "E' un onore essere una piccola parte di questo grande evento per una persona straordinaria: Mandela, l'unico a poter ispirare il mondo", spiega Gaynor alla platea. Si esibiscono poi Yvonne Chaka Chaka (che canta 'Man of the world') e Will I. Am (Sos e It's a new day). Spetta all'attore Forest Whitaker presentare "una star europea che ha venduto oltre 2 milioni di dischi" e ora conosciuta "anche come First Lady di Francia", Carla Bruni. L'ex modella, con in braccio la chitarra, sfoggia un sobrio completo pantalone nero e canta prima in francese ('Quelqùun m'a dit') e poi in inglese ('Blownin in the wind'): una performance la sua al termine della quale Nicolas Sarkozy, presente fra il pubblico, si alza orgoglioso ad applaudire. Josh Groban, Queen Latifah e Baaba Maal (che canta 'With my own hands' di Ben Harper) si alternano fra gli applausi del pubblico. Un'ovazione arriva con l'ingresso in scena di Morgan Freeman, che introduce il videomessaggio di Mandela. "Non può viaggiare ma ci teneva a inviarci un messaggio per spiegare lo scopo del Mandela Day - spiega l'attore -. Nei film ho interpretato il presidente degli Stati Uniti, Dio. Ma quella di Mandela è una storia vera, quella di un uomo che ha trascorso 27 anni in prigione e ve ne è uscito senza rancore". Chiudono lo spettacolo la 'regina del Soul' Aretha Franklin e Steve Wonder che, prima di cantare, ricorda la famiglia del suo amico Michael jackson, scomparso lo scorso 25 giugno. Fonte: Ansa.it

venerdì 17 luglio 2009

Somaglia - Diffida dell’Enpa sul branco di randagi: «No all’abbattimento, è contro la legge»

Cani randagi a Monticchie: scende in campo l’Enpa. La comunicazione arriva direttamente dal presidente della sezione provinciale dell’Ente nazionale per la protezione animali Aldo Curatolo, pronto ad informare come l’ufficio legale dell’Enpa nazionale invierà nei prossimi giorni ad Asl, polizia provinciale e comune di Somaglia una diffida ad avviare eventuali piani di abbattimento come mezzo di soluzione alla situazione di sicurezza venutasi a creare con la presenza di questo pericoloso branco di cani randagi nei pressi della riserva. Un piano di abbattimento che Curatolo non esita a definire «scellerato», perché «cruento, oltre che illegale». Come si legge dal comunicato inviato dal responsabile provinciale dell’Enpa, una simile ipotesi «è semplicemente contro la legge. Non vi è infatti alcuna lettura - prosegue il presidente provinciale Enpa nel suo comunicato - della legge 281/91 e della legge regionale 16/2006 che consenta detti abbattimenti di cani randagi». L’affondo del responsabile provinciale dell’Enpa prosegue poi con commenti di dura critica: «Sconcerta - conclude Curatolo - che proprio le istituzioni pubbliche, preposte alla protezione degli animali, possano prospettare una soluzione del problema con metodi così cruenti, oltre che illegali». Fonte: Il Cittadino

giovedì 16 luglio 2009

Il gup di Milano Nicola Clivio ha condannato a 15 anni e 4 mesi i baristi Fausto e Daniele Cristofoli imputati per l'omicidio di Abdoul Guiebre, detto Abba, il 19enne originario del Burkina Faso ucciso a sprangate il 14 settembre 2008 perchè sorpreso a rubare un pacco di biscotti nel bar dei due imputati. Il giudice ha accolto l'impianto accusatorio del pm Roberta Brera che aveva chiesto una condanna a 16 anni e 8 mesi per l'omicidio aggravato da futili motivi.
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Quando un uomo di Stato è invitato a dare spiegazioni in Parlamento su comportamenti che possono apparire privati ma lasciano ampi margini alla discussione pubblica l’appello non può restare inascoltato. Oscar Luigi Scalfaro, 15 luglio


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Strage di Viareggio, salgono a 28 le vittime.

mercoledì 15 luglio 2009

Un quartiere di nomadi a Poasco

Identificate 19 persone di nazionalità romena: serviranno giorni per completare la bonifica dell’area.Smantellato “villaggio” composto da nove baracche.

In uno spicchio di terreno ai bordi di Poasco alcune famiglie di rom avevano “messo su casa” con nove baracche abusive realizzate con materiale di fortuna e tre grandi tende da campeggio. Al momento dello sgombero, che ieri è iniziato alle 7 del mattino e si è concluso nel pomeriggio intorno alle 16, gli otto agenti della polizia locale coordinati dal capitano Antonio Nicolì, hanno identificato 19 persone, tutti di nazionalità romena, che si sono poi allontanati dal territorio. L’accampamento allestito nella zona di Sorigherio, che si estende lungo la vecchia linea ferroviaria Milano - Genova, è stato scorto proprio nel corso di un sopralluogo da parte dei vigili, i quali, passando al setaccio le zone potenzialmente critiche, si sono spinti nell’appezzamento fuori mano, in parte coperto dalla vegetazione, dove il gruppo di inquilini irregolari aveva stabilito la propria residenza “esentasse”. Gli occupanti avevano fatto in tempo a mettere in piedi un’organizzazione essenziale, con suppellettili, sedie, materassi, vettovaglie e altri arredi che sono stati ritrovati sul posto. Una volta appreso che dovevano lasciare la zona, prima di andarsene hanno riposto in alcuni sacchetti quello che sono riusciti a portare via. In questo caso la bonifica non è risultata propriamente agevole, in quanto il luogo non è raggiungibile con ruspe e altri mezzi meccanizzati, pertanto gli interventi, che sono partiti con l’abbattimento delle baracche realizzate con assi di risulta, richiederanno alcuni giorni di lavori. Ancora una volta la frazione di Poasco è così diventata punto di approdo per senza tetto, con l’insediamento di interi nuclei di nomadi, i quali hanno battuto una strada già calcata in passato da gruppi di loro connazionali, probabilmente sempre attirati dalla disponibilità di spazi collocati ai bordi del contesto urbano. Tutto è avvenuto infatti in base ad un copione noto, che sul territorio di San Donato ha già alle spalle una corposa antologia di esempi. «Con questa operazione - dichiara il sindaco Mario Dompè - gli sgomberi di insediamenti abusivi realizzati nel 2009 nel territorio comunale diventano quattro. Per affrontare il problema con sempre più efficacia ci stiamo confrontando con il comune di Milano per realizzare un maggiore controllo delle zone di confine, aree che spesso diventano terra di nessuno favorendo l’occupazione da parte dei nomadi e il proliferare dell’illegalità».
L’assessore Simona Gargani, ricorda: «Dall’insediamento di questa amministrazione, sono oltre 20 gli interventi effettuati. Nonostante il nostro impegno, siamo a conoscenza di alcune situazioni di criticità, che dipendono però dai comuni confinanti, rispetto alle quali abbiamo già inviato solleciti tesi ad assicurare ai cittadini di San Donato un clima di sicurezza e ordine pubblico».
Fonte: Il Cittadino

martedì 7 luglio 2009

SALVINI INDEGNO DI UN PAESE CIVILE: CHIEDA SCUSA E SI DIMETTA

LEGA: SALVINI A PONTIDA CANTA RITORNELLO CONTRO NAPOLETANI

ROMA - Festa di Pontida 2009. Un bicchiere di birra in mano, il deputato ed europarlamentare della Lega Matteo Salvini si intrattiene con un gruppo di persone e dà il la a un ritornello: "Senti che puzza, scappano anche i cani. Sono arrivati i napoletani...". Il video è stato pubblicato questa mattina da Repubblica.it, correlato da un articolo dal titolo 'Se questo e' un parlamentaré. Il video, secondo quanto riportato dal quotidiano on-line, risale al 13 giugno 2009. Salvini ("quello che ha proposto i vagoni della metro separati per gli extracomunitari" sottolinea l'articolo) è attorniato da un gruppo di militanti che scattano foto con lui e gli intonano un coretto. Poi lui alza il bicchiere e canta, seguito dai presenti: "Senti che puzza, scappano anche i cani. Sono arrivati i napoletani...Son colerosi e terremotati...Con il sapone non si sono mai lavati...".

IL DEPUTATO; POLITICA NON C'ENTRA, ERA CORO DA STADIO
''Qui la politica non c'entra nulla, non c'entra nulla il razzismo, e chi si stupisce o si scandalizza vuol dire che sono almeno 30 anni che non mette piede in uno stadio...''. Cosi' l'eurodeputato leghista Matteo Salvini, raggiunto telefonicamente a Bruxelles dall'ANSA, commenta il video comparso stamani su Repubblica.it, nel quale lo stesso Salvini canta una canzone da stadio antinapoletana. ''La politica e' questo governo - sostiene Salvini - che ha ripulito Napoli da rifiuti e schifezze dopo anni di degrado. Il video in cui canto invece e' un'altra cosa, e' una festa tra amici che nulla c'entra con la politica, nel corso della quale si sono cantate canzoni da stadio. Quella messa in rete e' la canzone sfotto' che si canta ai tifosi del Napoli e poi ne abbiamo cantata subito dopo una contro il Verona. La rivalita' calcistica tra Bergamo, Napoli, Verona, Milano, Genova e via dicendo e' cosa ben nota a tutti e tutte le domeniche negli stadi si intonano cori di sfotto' che non hanno alcun risvolto razzistico. Ci si sfotte tra tifoserie e io ero appunto con tifosi bergmaschi che facevano coretti da stadio, e non in una sede politica''. ''Sono ben tristi - conclude Salvini - quelli che si mettono a polemizzare o a fare discorsi moralistici su un cosa goliardica che, ripeto, con la mia attivita' politica non ha nulla a che vedere''.

LA RUSSA, DA SALVINI LEGGEREZZA
"Io non amo questi cori neanche allo stadio e fuori mi sembrano una leggerezza. Penso che Salvini si dovrebbe scusare". Il ministro della Difesa Ignazio La Russa, conversando con i giornalisti alla Camera, commenta così il video dell'esponente leghista Matteo Salvini contro i napoletani. Poco dopo, passa il ministro leghista Roberto Calderoli, e La Russa, siciliano ma da sempre residente a Milano, scherza: "Cosa sarebbe successo se parlamentari napoletani della Pdl avessero intonato, contro 'noi milanesi': 'Milano in fiamme! Milano in fiamme!'? Anche questo è un coro da stadio, ma 'noi milanesi' ci saremmo arrabbiati, o no?".

PELUFFO (PD), SALVINI CHIEDA SCUSA E SI DIMETTA
"L'onorevole Salvini non smette di stupirci: dopo le carrozze della metro milanese per soli 'lumbard' oggi il video su Youtube contro i napoletani". Così il deputato del Partito democratico Vinicio Peluffo, il quale chiede le dimissioni di Matteo Salvini, parlamentare ed eurodeputato della Lega Nord. "In Parlamento - ricorda Peluffo - l'onorevole Salvini promuove il 'club parlamentari amici della birra' e pochi giorni dopo scoviamo un suo video dove la birra gli fa un brutto scherzo. O Salvini la birra non la regge e da ubriaco si è fatto pizzicare in cori razzisti, oppure la birra la regge benissimo e da sobrio si è messo alla testa di un coro di cui dovrebbe vergognarsi". "In ogni caso Salvini ci risparmi la sua solita mezza smentita, che puntualmente segue le sue scivolate - aggiunge il deputato del Pd - Chieda semplicemente scusa e si faccia, come si diceva una volta, un bell'esamino di coscienza. Aspettiamo fiduciosi che si renda conto della gravità e, conseguentemente - conclude - si dimetta da consigliere comunale a Milano, da deputato, da parlamentare europeo: ha solo l'imbarazzo della scelta visto il numero di cariche che continua ad accumulare".

DE MAGISTRIS, SALVINI INDEGNO DI UN PAESE CIVILE
"Ancora una volta emerge il vero volto di Salvini che andrà a rappresentare in Europa il corrispondente volto razzista e xenofobo della Lega Nord, di cui egli stesso non solo è esponente politico ma vero e proprio figlio 'culturale'". Lo afferma l'eurodeputato dell'Italia dei Valori, Luigi de Magistris. "Salvini, va ricordato qualora qualcuno lo avesse rimosso, é quel signore che ha recentemente avanzato la proposta, senza vergogna, di riservare alcuni vagoni dei mezzi pubblici ad uso esclusivo degli italiani, con la conseguente ghettizzazione degli immigrati. Mentre dunque in Europa stiamo discutendo di multietnicità e di integrazione, arrivano dall'Italia questi boatos indegni di un Paese che si dice civile. Salvini ieri attaccava i migranti, oggi i napoletani: una deriva che non solo fa inorridire, ma preoccupa perché, come ci insegna la storia del Novecento, il germe della discriminazione e dell'odio razziale - conclude - può trasformarsi in un mostro incontrollato". Fonte: Ansa.it

domenica 5 luglio 2009

G8: 'CATENA UMANA' DI 6000 PERSONE SULLE DOLOMITI PER I DIRITTI DEI PAESI POVERI

Trento, 4 lug. (Adnkronos) - Alla vigilia del G8 una catena umana di 6000 persone si formera' sulle Tre Cime di Lavaredo. La manifestazione ''G8 - Le Dolomiti Abbracciano ''Africa'' si svolgera' domani alle 12 a Misurina ed e' promossa dalla ONG Associazione Gruppi "Insieme si puo'..." Onlus e Comune di Auronzo di Cadore. Una manifestazione, quella di Misurina, che nasce da un'idea forte ma anche "poetica" come l'ha definita Bono Vox, cantante degli U2, da anni impegnato nella campagna per l'azzeramento del debito dei paesi del terzo mondo e fondatore dell'organizzazione "Data", (Debt, Aids, Trade, Africa).La rockstar irlandese e' stata vicina agli organizzatori della manifestazione sin dal primo momento con un messaggio scritto di suo pugno: ''Voglio dire - si legge - quanto sono grato a tutti coloro che lavorano per l'uguaglianza e la giustizia dei poveri del mondo e a Tatiana (Assessore alla Cultura, all'Istruzione, alle Politiche Giovanili del Comune di Auronzo di Cadore, ndr), per aver organizzato questa iniziativa in occasione del summit italiano dei potenti del G8. Abbiamo montagne da scalare - conclude Bono - ma sara' molto piu' facile con le sue idee poetiche''.La scelta della catena delle Dolomiti come teatro dell'evento non e' casuale ma racchiude un simbolismo forte. Queste montagne sono nate 40 milioni di anni fa proprio a causa delle forze sollevatrici dovute all'impatto tra le placche di Africa ed Europa. Possono dunque rappresentare la cerniera naturale tra i continenti, un luogo d'incontro simbolico creato da madre natura. Le Tre Cime di Lavaredo, poi, rappresentano una trinita' naturale che si eleva verso il cielo. Da sanguinoso teatro della Grande Guerra vogliono ora diventare emblema di pace, giustizia, uguaglianza e garanzia di diritti per l'Africa. Fonte: Libero-News.it - Foto Ansa.it

venerdì 3 luglio 2009

RONDE NERE E CONTI IN ROSSO - La «sicurezza» imposta dal governo diventa legge

Dalle misure contro l'immigrazione irregolare (tra cui introduzione del reato di clandestinità e allungamento dei tempi di permanenza per gli irregolari nei centri di identificazione), alla legalizzazione delle 'ronde' in città. Sono alcuni dei passaggi principali del “Ddl Sicurezza” arrivato al voto finale (con la fiducia chiesta dal governo) e trasformato in legge.

Silvio Berlusconi assume sulle sue spalle per intero la responsabilità di una legge, quella sulla sicurezza, che fa già molto discutere. «L'ha voluta fermamente e fortemente il Presidente del Consiglio - scandisce in conferenza stampa a Coppito - e tutto il governo, che potrà garantire con misure più efficaci la sicurezza e la tranquillità dei cittadini». E a chi gli parla di critiche del Vaticano, il premier ribatte sbrigativo: «Non le conosco e non posso commentarle».
Il provvedimento, varato dal governo più di un anno fa e che in questi mesi ha registrato un duro braccio di ferro tra maggioranza e opposizione, ma anche forti dissensi all'interno del centrodestra, contiene anche norme per il decoro urbano (con multe salate per chi sporca le città) e contro le cosiddette stragi del sabato sera.Le critiche delle opposizioni si sono accentrate comunque sulla questione immigrati. Pd, Udc e Idv (e con loro giuristi e associazioni) hanno accusato la maggioranza di mettere in atto 'politiche discriminatorie' puntando il dito contro “l'eccessiva impronta leghista sul provvedimento che, nel corso dell'esame parlamentare, ha portato anche all'inserimento della 'schedatura' dei clochard e all'obbligo per gli immigrati di esibire il permesso di soggiorno per accedere ai pubblici servizi e agli atti di stato civile, ossia anche per registrare all'anagrafe i figli o per sposarsi.A causa di quest'ultima norma l'opposizione denuncia che da ora in poi i presidi nelle scuole e i medici di ospedali e Asl saranno comunque obbligati, in quanto pubblici ufficiali, a denunciare gli irregolari poiché la legge introduce il nuovo reato di clandestinità. Il governo controbatte che la disposizione non riguarderà i figli degli immigrati che frequentano le scuole ed esclude che i medici dovranno fare la 'spia'.Per mantenere il diritto a restare nel nostro paese gli stranieri dovranno poi essere 'ligi alle leggi'. Per ottenere il permesso di soggiorno, infatti, dovranno guadagnarsi dei 'crediti' che, in caso di violazione delle leggi, saranno decurtabili proprio come accade per la patente a punti.
Ma vediamo, sulle principali questioni, che cosa prevede il “Ddl Sicurezza”.
REATO DI CLANDESTINITÀ
Lo straniero che fa ingresso ovvero si trattiene nel territorio dello Stato violando la legge, è punito con l'ammenda da 5mila a 10mila euro e l'espulsione.
IDENTIFICAZIONE
Nel provvedimento si stabilisce che il periodo massimo complessivo di trattenimento per l'identificazione non può essere superiore a 180 giorni. Il questore, in ogni caso, può eseguire l'espulsione e il respingimento anche prima della scadenza del termine, dandone comunicazione al giudice di pace.
RONDE 'SENZA ARMI'
Via libera alle 'ronde', ovvero alle associazioni volontarie dei cittadini 'a guardia' dei quartieri. I 'volontari per la sicurezza' (così sono chiamati nella legge) non potranno girare armati e svolgeranno attività di segnalazione alle forze dell'ordine, ma non di presidio del territorio. Le associazioni saranno iscritte in un apposito elenco tenuto dal prefetto e tra esse avranno la precedenza quelle costituite da ex appartenenti alle forze dell'ordine, alle forze armate e agli altri corpi dello stato. i requisiti per l'iscrizione delle associazioni negli elenchi saranno definiti con provvedimenti successivi del Viminale.
ZONE DI SICUREZZA
Un altro pacchetto di norme riguarda i reati che destano allarme sociale, prevedendo aggravanti per l'estorsione, la rapina e la truffa. l'inasprimento di pena scatta nel caso in cui gli illeciti siano compiuti in alcuni luoghi particolarmente frequentati dai cittadini come stazioni, banche, uffici postali, parchi e giardini pubblici e fermate di autobus. si crea così una sorta di 'zone di sicurezza'. Vengono anche aggravate le pene per chi commette violenza contro i minori all'interno o nelle adiacenze di istituti di istruzione o formazione.
SINDACI “SCERIFFI”
Più poteri ai sindaci nei casi di indebita occupazione di suolo pubblico, o quando ricorrono motivi di sicurezza pubblica. i primi cittadini potranno ordinare l'immediato ripristino dello stato dei luoghi a spese dei colpevoli. se si tratta di venditori ambulanti viene predisposta la sospensione dell'attività commerciale fino all'adempimento dell'ordine e del pagamento delle spese, o la chiusura per motivi di igiene e decoro urbano.
STRAGI DEL SABATO SERA
Si inaspriscono le pene per gli automobilisti ubriachi o drogati. il 'fondo contro l'incidentalita' notturnà servirà per l'acquisto di materiali e mezzi per le forze di polizia oltre che per campagne di sensibilizzazione. Le auto sequestrate ai proprietari fermati per eccesso di alcol e uso di droga potranno essere assegnate in custodia giudiziale agli organi di polizia, prioritariamente per la prevenzione della sicurezza della circolazione stradale.
TASSA PERMESSO SOGGIORNO
La richiesta di rilascio e di rinnovo del permesso di soggiorno è sottoposta al versamento di un contributo il cui importo è fissato fra un minimo di 80 e un massimo di 200 euro. Sono esclusi i casi di richiesta d'asilo e di protezione per motivi umanitari.
FONDO RIMPATRI
E' istituito presso il ministero dell'interno un fondo rimpatri finalizzato a finanziare le spese per il rimpatrio degli stranieri.
CARCERE PER CHI AFFITTA A CLANDESTINI
Chiunque, a titolo oneroso al fine di trarre ingiusto profitto, dà alloggio o cede anche in locazione un immobile a uno straniero che sia privo di titolo di soggiorno al momento della stipula o del rinnovo del contratto di locazione, è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni.
Fonte: L'Unità.it

giovedì 2 luglio 2009

San Donato - «Un freno al Far West di via Alfonsine»

La responsabile della famiglia: «Troppi rumori e traffico di motorini impazzito: cercherò soluzioni e parlerò con i giovani».L’assessore Amé assicura che cercherà di risolvere i problemi.

«Martedì sera ho rischiato la mia incolumità in via Alfonsine, dove motorini e auto sfrecciavano a velocità incontrollata, tra gruppi di schiamazzanti giovani, che mi hanno fatto comprendere i disagi lamentati dalle famiglie». Così l’assessore alle pari opportunità e alla famiglia del comune di San Donato, Ilaria Amé, con la sua testimonianza conferma il clima segnalato da anni dai residenti, i quali hanno preso la parola per sollecitare controlli notturni e serali tra i frequentatori assidui del tratto di Metanopoli, che anche nelle ore diurne è stato più volte teatro di una sequenza di fastidiosi episodi. Gli stessi negozianti anche recentemente hanno espresso disappunto per la presenza di gruppi di adolescenti dediti a dispetti: un’antologia di fatti che talvolta ha richiesto l’intervento dei vigili urbani. Ma se in questo caso le incursioni di perditempo che di tanto in tanto danno filo da torcere ai titolati di attività non conoscono stagione, l’estate via Alfonsine si anima di gruppi di ragazzi che sembrano non conoscere regole. Puntuali i residenti delle zone circostanti si stanno mobilitando, animando anche l’intenzione di procedere con una raccolta firme, simile a quella avviata dal quartiere di Certosa. Ma mentre in quel caso l’atmosfera è arroventata da gruppi di immigrati che bivaccano in piazza Tevere, nel noto punto di riferimento del quartiere fondato da Enrico Mattei il problema sembra legato alle scorribande di cordate di giovani sandonatesi, alcuni dei quali minorenni. Se da una parte si parla dunque di rilancio delle attività, con un’ipotesi di distretto commerciale, dall’altra sono attese soluzioni. «Come assessore - annuncia l’Amè -, cercherò di farmi portavoce in giunta dei problemi che ho toccato con mano, tentando anche di aprire un dialogo con i giovani, per cercare eventualmente di intervenire sul disagio». I problemi sono gli stessi di sempre, ma l’arrivo della bella stagione sembra aver complicato le cose, mettendo in moto puntualmente le proteste di chi in quella zona di San Donato ci abita e deve fare i conti con chiasso, schiamazzi, acceleratori schiacciati, motorini dalle marmitte assordanti, a cui si aggiungono liti e brutti e scherzi, dove in alcuni casi non è stato risparmiato nemmeno l’arredo pubblico. Secondo alcuni cittadini, le telecamere potrebbero essere una soluzione, tanto che sembra siano già state avanzate anche richieste in comune, in merito alla posa di impianti che puntino l’obiettivo sul corridoio a senso unico corredato di lunghe panche per le sedute, che fronteggiano i portici dove si snodano le insegne. Una cornice senza dubbio piacevole, dove però, a dire dire dei diretti interessati, manca innanzitutto il rispetto delle regole che disciplinano la convivenza civile. Fonte: Il Cittadino

mercoledì 24 giugno 2009

La libertà dell’Iran: un dovere di tutti


Nella storia del mondo, la libertà non è mai stata raggiunta attraverso il silenzio.

Farhad Hassanzadeh



Voglio raccontarvi di quanto Neda volesse vivere a lungo, in pace e in eguaglianza di diritti... Di quanto fosse orgogliosa di dire a tutti, a testa alta, «Io sono iraniana»...
Messaggio della sorella di Neda scritta in verde per la libertà dell’Iran.

lunedì 22 giugno 2009

San Giuliano, tafferugli di fine campagna. Al comizio volano pugni e anche denunce

La campagna elettorale si conclude fra tafferugli e querele.

Tutto è accaduto sabato sera in via Cavour, attorno alle ore 21,30, quando gli avversari politici di Pd e Pdl sono venuti alle mani.«Due giovani esponenti del centrosinistra sono stati vergognosamente assaliti e picchiati da Corrado Biondino, autorevole esponente locale del Popolo della libertà - spiega la coalizione di centrosinistra guidata da Marco Toni -. Il vile attacco è avvenuto mentre i ragazzi stavano contestando agli esponenti del Pdl un volantinaggio non autorizzato. In maniera del tutto immotivata, Biondino si è scagliato contro i due ragazzi, ferendoli, alla presenza di decine di testimoni oculari che hanno assistito al pestaggio. I giovani sono stati portati al pronto soccorso dell’ospedale di Melegnano, dove hanno prontamente ricevuto le cure dai sanitari».Nei confronti di Biondino è stata sporta una denuncia, allo stesso tempo il sindaco Toni lo ha denunciato per calunnia a causa di una serie di accuse che ritiene false e prive di fondamento. «Questo è un attacco all’intera città - aggiunge poi la coalizione di centrosinistra -. L’imbarbarimento di questa campagna elettorale, a cui Biondino ha dato il suo pessimo contributo, pone al centro dell’attenzione il problema dell’emergenza democratica nella nostra città».Diversa la versione di Biondino, il quale ha raccontato ai carabinieri di San Giuliano di essere stato avvicinato con prepotenza e arroganza dal primo cittadino e dal figlio. «Mi hanno strappato di mano i volantini che stavo distribuendo - racconta nel verbale della denuncia -, poiché in un primo momento la mia reazione è stata quella di trattenere i volantini, Toni con una mano mi ha afferrato violentemente il braccio destro, stringendo con forza e provocandomi una torsione del pollice. Toni, il figlio e un gruppetto di persone hanno poi iniziato a rastrellare tutti i volantini che avevamo distribuito sui parabrezza delle vetture».Il coordinatore della campagna elettorale targata Pdl afferma, inoltre, di essere stato offeso dal primo cittadino e dalle altre persone presenti sul posto. Alcuni lo avrebbero infatti “bollato” come ladro e delinquente.«Tengo a precisare - aggiunge Biondino - di essere stato gravemente offeso dalle parole che mi sono state rivolte, pronunciate alla presenza di numerosi cittadini estranei ai fatti». L’esponente del Pdl, infine, sottolinea di essersi recato presso il pronto soccorso dell’ospedale di San Donato dopo aver subito l’aggressione, qui è stato medicato per una «distorsione al primo dito della mano destra». Fonte: Il Cittadino