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sabato 4 luglio 2009

Carpiano, l’antico torchio è un monumento dedicato al mondo contadino del passato

Carpiano salva come “monumento” del suo passato agricolo anche il vecchio torchio della cascina omonima, sulla strada che va dal centro del paese alla Pairana.

Durante l’estate saranno ultimati i lavori di posizionamento ed esposizione delle macchine agricole che arrivano dal piano di recupero della cascina Torchio, uno degli insediamenti rurali più antichi di Carpiano, a poca distanza dalla parrocchiale di San Martino. I macchinari che si trovavano almeno dalla fine dell’Ottocento all’interno del complesso colonico, fra cui spicca la grande macina di pietra dal peso di diverse tonnellate, sono diventati un elemento di arredo urbano in più per il paese. La macina, attiva almeno da due secoli ma forse trasferita in Carpiano già nel Settecento, assieme a una macchina sgranatrice più moderna e alle pale di un mulino ad acqua, alcune settimane fa è stata posizionata all’angolo fra via Costituzione e via delle Arti, sotto un’edicola espositiva che sorge su una fetta di Parco Sud ai confini dell’abitato. Un gesto simbolico, il salvataggio dell’antico torchio, che si ricollega alla memoria delle origini contadine: «Era necessario preservare qualcosa della cascina che ha dato da almeno tre secoli il nome alla via omonima- spiega il sindaco Francesco Ronchi - quindi tre anni fa, quando venne presentato il piano di recupero privato dell’ex cascina, dismessa dalla fine degli anni Sessanta, chiedemmo due opere a scomputo di oneri: un parcheggio da venti posti auto all’intersezione con via delle Arti, e appunto il passaggio delle macchine agricole dotate di valore storico sotto proprietà comunale. Purtroppo il recupero di cascina Torchio è andato meno veloce del previsto per i noti fatti legati agli sversamenti di gasolio nel 2007, con conseguente bonifica». Ora comunque il “pesante” trasloco della macina prima mossa ad acqua, poi elettrificata, è concluso. Nei prossimi mesi verrà messa a regime l’area circostante e sarà posizionato un cartello di spiegazione storica.
Fonte: Il Cittadino

giovedì 9 aprile 2009

Anche il Parco agricolo dice “no” al gassificatore di rifiuti a Mediglia

Il direttivo, interpellato dal sindaco, si è espresso contro il nuovo impianto.

Anche il Parco agricolo Sudmilano ha preso posizione contro l’insediamento a Bustighera di un impianto per la valorizzazione energetica dei rifiuti (gassificatore). È passata la delibera, che sarà opposta in conferenza di servizi e proposta alla valutazione di impatto ambientale. All’ordine del giorno, durante il direttivo del Parco che si è riunito martedì, il parere contrario o favorevole al progetto della società Mse (Mediglia Servizi Ecologici), dopo i “no” di comune di Mediglia e Provincia e il “ni” di Regione Lombardia. A chiedere il pronunciamento era stato il sindaco di Mediglia Carla Andena: in forza della decisione già presa dal paese amministrato. «Già lo scorso martedì - precisa il primo cittadino - avremmo dovuto discutere la questione. C’è stato un rinvio. Finalmente siamo arrivati a un pronunciamento ufficiale, per questo ringrazio la presidente Bruna Brembilla che ha voluto seguirmi in questa battaglia. Quello che è importante, a cui noi tutti abbiamo sempre dato la precedenza, è la salute dei nostri cittadini. Oggi la tecnologia proposta non dà sicurezze in merito, può anche essere la più perfetta possibile, ma non abbiamo dati scientifici certi». Motivo per il quale il sindaco aveva chiesto la deliberazione del no: all’unanimità dei presenti il consiglio direttivo del Parco delibera «di esprimere parere di non conformità dell’intervento alle norme tecniche attuative del Ptc del Parco relativamente all’impianto di gassificatore previsto in località Bustighera nel comune di Mediglia». Dai comitati cittadini entusiasmo e perplessità non mancano. «Si è formalizzato un parere negativo - spiega Silvano Piazza, presidente del Comitato cittadini di Mediglia per l’ambiente -, invece di un no. L’assessore Brembilla, che noi avevamo incontrato la scorsa settimana, ci ha ribadito le sue intenzioni. Con lei abbiamo anche parlato dell’audizione che avevamo avuto in Regione: ci ha evidenziato che il rifiuto speciale è di competenza della Regione e il rifiuto solido urbano è di competenza della Provincia. Il tutto è determinante rispetto alle competenze relative all’iter autorizzativo del gassificatore. In Regione è stato detto il contrario: tra l’altro l’assessorato regionale ha messo in delibera di giunta l’abbattimento dei vincoli paesaggistici, eliminando di fatto ostacoli alla realizzazione di simili impianti in zone di pregio. La possibilità che si estendano a macchia d’olio l’ha creata il Pirellone».
Fonte: Il Cittadino

martedì 31 marzo 2009

Melegnano - «Senza risorse fresche per i comuni si andrà verso la cementificazione»

«Senza nuove risorse per i comuni del territorio, il rischio è quello di un’urbanizzazione sempre più massiccia».

A lanciare l’allarme sono stati gli amministratori del territorio, che domenica nel castello di Melegnano hanno partecipato ad una tavola rotonda sul futuro del Sudmilano organizzata da Pietro Mezzi, ex sindaco di Melegnano e oggi assessore al territorio in provincia. «Tra infrastrutture viabilistiche, interessi edificatori sul Parco sud e nuovi strumenti di pianificazione locale - ha premesso Mezzi -, il Sudmilano è al centro di tutta una serie di progetti. Il nostro obiettivo è di frenare il consumo indiscriminato di suolo e pianificare uno sviluppo sostenibile». Domenica mattina, quindi, il vicesindaco di Melegnano Enrico Lupini ha indicato nel federalismo fiscale «una possibile soluzione ai problemi del territorio». L’ex sindaco di San Donato Achille Taverniti, Maurizio Margutti, ex vicesindaco di Melegnano e oggi capogruppo di “Melegnano città aperta”, e Romano Tronconi, ex primo cittadino di San Zenone, hanno però sollevato una serie di dubbi: «Perché oggi il federalismo fiscale è ancora qualcosa di indefinito - hanno spiegato -. Nel frattempo, dopo l’abolizione dell’Ici e altre misure varate a livello nazionale, oggi gli oneri di urbanizzazione rappresentano la maggior fonte di entrata per le singole amministrazioni. Di qui l’assoluta necessità di reperire risorse alternative, pena il rischio di un’urbanizzazione sempre più massiccia». Ma il dibattito si è concentrato anche sulla tangenziale est esterna, di cui proprio nei giorni scorsi è stata firmata la concessione per la realizzazione. Mario Valesi, sindaco di Dresano, e lo stesso Mezzi hanno auspicato la massima attenzione sull’argomento: «Perché - ha chiarito Mezzi - le amministrazioni del territorio devono allearsi per studiare un progetto di carattere territoriale, che si affianchi a quello meramente viabilistico. Senza contare che la tangenziale dovrebbe concludersi entro il 2015, ma i fondi per le opere viabilistiche connesse non sono stati fissati. Perciò, i comuni interessati devono battersi affinché la bretella Cerca-Binasca sia anticipata rispetto alla tangenziale est esterna». La tavola rotonda si era aperta con l’intervento di Franco Sacchi, direttore del centro studi Pim: «L’area del Sudmilano necessita di un rafforzamento infrastrutturale - ha ribadito -, mentre il Parco sud deve mantenere la sua centralità». Il presidente di Legambiente Lombardia Damiano Di Simine, infine, ha presentato la proposta di legge dell’associazione ambientalista: «Chiediamo - ha concluso - che, per ogni nuova costruzione su suolo libero, sia ceduto al comune il doppio della superficie occupata dall’edificazione, da destinarsi poi a scopi ecologici».
Fonte: Il Cittadino

mercoledì 25 marzo 2009

Paullo - Sulle due ruote da Lodi a Milano attraverso l’antico lago Gerundo

“Paullo che pedala” ha presentato l’opuscolo con i suoi dieci itinerari.

In bicicletta tra Lodi e Milano, in una bella giornata di primavera. Come quella che ha visto arrivare, sabato scorso alla Casa dell’acqua di Paullo, numerosi gitanti per la presentazione della cicloguida realizzata dall’associazione “Paullo che pedala”. Il volumetto contiene dieci itinerari ciclabili che da Paullo si diramano nell’Alto Lodigiano e nel Sudmilano. Ne sono state fatte anche traduzioni in inglese e tedesco (informazioni su www.paullochepedala.it). Si tratta di un lavoro interessante, frutto di passione e ricco di curiosità, informazioni e suggerimenti utili a quanti vorranno scoprire le bellezze naturalistico-artistiche del territorio. Non a caso la guida è stata realizzata con il contributo dei parchi Adda nord, Adda sud e Agricolo Sudmilano, delle province di Lodi e di Milano, del Consorzio Bonifica Muzza Bassa Lodigiana, del comune di Paullo, della Banca Popolare di Crema e della società pubblica Amiacque. Alla presentazione sono intervenuti Claudio Mazzola, sindaco di Paullo, il presidente della provincia di Lodi Osvaldo Felissari, Pietro Mezzi, assessore della provincia di Milano ed Ettore Grecchi, presidente del Consorzio Muzza Bassa Lodigiana. Oltre naturalmente al presidente di “Paullo che pedala”, Ezio Intropido, e a sua moglie Daniela Paraboschi, che sono poi i curatori dell’opuscolo. Che è il risultato della collaborazione tra più affiliati all’associazione cicloambientalista, appassionati che organizzano tranquille escursioni con la due ruote aperte a tutti e pensate soprattutto per le famiglie. La storia di “Paullo che pedala” (che aderisce alla Fiab, Federazione italiana amici della bicicletta) è un po’ questa, quella cioè di un gruppo di persone (piuttosto numeroso) che amano pedalare a contatto con la natura e vogliono tramandare i tesori locali. Gli itinerari della guida partono tutti da Paullo (antica palude la cui origine è legata al misterioso lago Gerundo) e raggiungono alcuni suggestivi luoghi, dalla foresta di pianura in prossimità della città di Lodi alla basilica di San Bassiano a Lodi Vecchio, dal castello Mediceo di Melegnano all’oasi del Fontanile a Pantigliate. Lungo il percorso per raggiungere queste e le altre mete si trovano musei, monumenti, chiese e bellezze paesaggistiche puntualmente menzionate dalla cicloguida, che segnala inoltre agriturismi, punti di ristoro e aziende agricole. Insomma, questo lavoro manifesta una bella passione per le tradizioni e la storia del territorio, con il suo paesaggio da riscoprire, profondamente influenzato dall’acqua. Quella ad esempio della “greenway” del canale Muzza, lungo cui si pedala in diversi itinerari, fino ad arrivare al castello Borromeo di Cassano d’Adda, che domina la confluenza tra il canale dell’ex linificio nazionale e l’Adda, e l’origine della Muzza stessa.
Fonte: Il Cittadino

sabato 14 marzo 2009

Chiaravalle, nuova vita per il mulino dell’abbazia


Torna a vivere il mulino all’abbazia di Chiaravalle, pittoresca frazione di Milano poco distante da San Donato e San Giuliano.

La Provincia di Milano annuncia infatti l’imminente conclusione dei lavori di recupero del “Molino di Chiaravalle”, una struttura collegata alla celeberrima abbazia cistercense e già esistente pochi anni dopo il 1200. Il sipario sul riutilizzo del mulino dell’abbazia sarà alzato domenica 21 marzo, la prima di primavera, quando l’assessorato provinciale all’ambiente (promotore del recupero assieme al Parco Agricolo Sud Milano ed alla Fondazione Cariplo) ha in programmazione un giorno di iniziative nella borgata agricola. Nell’agenda di palazzo Isimbardi, sede della Provincia di Milano i cui vertici verranno rinnovati dal voto di giugno prossimo -, c’è anche l’apertura di un nuovo “Punto Parco Agricolo Sud Milano” proprio a Chiaravalle Milanese: una nuova vetrina del Parco Sud che si inserirà in modo baricentrico fra quelli di Mirasole di Opera e la stazione delle biciclette al terminal sandonatese della metro 3. L’avviamento del Punto Parco seguirà però, in termini meglio precisati in futuro, il riutilizzo del molino medievale per nuove funzioni artigianali e di laboratorio. Le attività dell’edificio, rimasto abbandonato negli anni Sessanta, poi riacquisito dalla comunità monastica di Chiaravalle, saranno però “nuove” fino a un certo punto: il riutilizzo della struttura menzionata per la prima volta nel 1238 sarà infatti proprio come... mulino. Sono state posizionate infatti una ruota e una macina in legno destinate a produrre pane. Il recupero del Molino di Chiaravalle si completa poi con una sala conferenze, lo spazio botanico del “Giardino dei semplici” e una sala multimediale.
Fonte: Il Cittadino

venerdì 13 marzo 2009

Milano vuole crescere a sud: Penati e Mezzi lanciano l’sos

«Milano vuole costruire case per 700mila nuovi abitanti, ma per farlo deve togliere di mezzo il Ptcp, il Piano territoriale di coordinamento provinciale, ed avere piena deregulation nel Parco Sud.

Per questo i lavori del consiglio provinciale sono bloccati dalla spaventosa cifra di 1900 emendamenti targati centrodestra». L’allarme è arrivato ieri da Filippo Penati, leader a palazzo Isimbardi già in piena campagna elettorale, assieme a Pietro Mezzi, assessore verde, responsabile della politica del territorio e parchi. Il Ptcp di palazzo Isimbardi, il documento ideato nel ‘98 (giunta Colli) per coordinare e ricucire i 189 comuni ambrosiani in un disegno d’insieme, rischia di non vedere la luce entro i brevi termini ancora nelle mani dell’esecutivo Penati. «L’adozione del Piano - ha denunciato Mezzi - si sta scontrando con la massa ostruzionistica di 1900 emendamenti tutti a firma di Forza Italia e Alleanza Nazionale, con una risicatissima quota che arriva dai Comunisti Italiani, che puntano a rendere sostanzialmente impossibile il voto prima del semestre bianco. Ma i tempi ci sono ancora e faremo di tutto perché si arrivi almeno all’adozione del documento, il quale anche senza seconda lettura (approvazione definitiva, ndr) deve essere comunque salvaguardato come prescrizione vincolante». Sul filo del rasoio, dunque. E tutto - a detta del presidente ricandidato e del collega assessore - a causa di uno scenario che dovrebbe inquietare le propaggini del Sudmilano: mano libera nel Parco Sud, per una nuova stagione di grandi “Piani Casa” a Milano. Oltre allo spazio per il famoso nuovo inceneritore. «Qui il problema non è tecnico - ha affondato Penati - in realtà il territorio, anche dove governa il centrodestra, ha dimostrato di capire che un Piano di coordinamento ci vuole e la quadra su molte situazioni si è trovata. Il nostro Ptcp integra anche aspetti che certamente non arrivano da scelte di centrosinistra come la “legge obiettivo” per le nuove autostrade milanesi tipo tangenziale est est. Il problema è politico: dietro la barricata c’è la copertura della volontà, annunciata da palazzo Marino, di ripopolare Milano, che da decenni è in emorragia di abitanti, con 700mila nuovi cittadini. Per farlo secondo noi ci vuole un Ptcp, secondo la Pdl no: bastano i Piani di cintura urbana». Mezzi ha insistito sul fatto che l’accusa di «dirigismo», sull’approccio tenuto dal centrosinistra rispetto al Piano, non sta più in piedi: «Abbiamo individuato gli ambiti agricoli strategici della provincia a norma delle legge Boni, che è regionale; abbiamo cucito 65 km di “Dorsale Verde” nel Sudmilano, abbiamo cercato di mediare con Milano città sulle aree di espansione periferica.»
Fonte: Il Cittadino

giovedì 5 febbraio 2009

San Donato - Appello dei cittadini: «Niente cemento per cascina Ronco»

Il sindaco ha offerto garanzie durante un’assemblea pubblica.

Nonostante gli accorati appelli dei cittadini, per la cinquecentesca cascina Ronco di San Donato si prospetta un futuro con nuove costruzioni. La struttura verrà probabilmente trasformata in un complesso immobiliare, che sotto il profilo estetico conserverà le proprie linee originarie, mentre sotto il piano funzionale cambierà destinazione. Il futuro della tradizionale struttura che sorge ai margini del Parco agricolo Sudmilano è stato dibattuto nell’incontro pubblico che si è tenuto martedì a Poasco alla presenza del sindaco Mario Dompè e dei vertici del comitato cittadino, i quali hanno espresso preoccupazioni. «Per quanto riguarda cascina Ronco non ho mai trovato una voce a favore del cambiamento rispetto a quella che è la sua tradizione» ha affermato il vice presidente della delegazione locale, Maurizio Franceschini, il quale per l’occasione ha manifestato anche una serie di timori - condivisi dagli altri esponenti del comitato - per i terreni che corredano il tratto agricolo locale. Anche dal pubblico si sono alzate voci di allarme, riguardo il rischio di colate di cemento che darebbero continuità ad una vasta area urbana che si estenderebbe da Opera, fino a San Donato e a San Giuliano. Ferme rassicurazioni sono arrivate dal sindaco Mario Dompé, che ha ricordato: «Quest’area del Parco agricolo Sudmilano ha particolare importanza non solo per il nostro territorio, ma per tutta la provincia di Milano, visto che è una delle poche zone agricole rimaste». Mentre il discorso cambia per la cascina, dove «il Piano regolatore prevede una trasformazione». Il sindaco ha spiegato che «la proprietà si era fatta avanti l’anno scorso con una proposta e che in questi giorni ha chiesto un nuovo appuntamento». A quel punto i portavoce dei cittadini hanno chiesto di essere coinvolti nelle prossime decisioni. Sempre in tema urbanistico, i residenti della frazione hanno voluto chiarimenti per quanto concerne il Piano di governo del territorio che - è arrivata una conferma ufficiale - ha ottenuto una proroga di due anni, rispetto al termine inizialmente fissato per fine marzo. Riguardo alla partecipazione popolare, in questa fase in cui è in avvio la procedura relativa alla stesura del Vas (Valutazione impatto ambientale), il sindaco ha spiegato che i cittadini potranno intervenire «mediante un sito Internet, che dovrà essere aperto». Ci sono inoltre nuove opportunità per i residenti della frazione che vogliono prendere contatti con i rappresentanti del comitato. La presidente Giusy Quaranta, ha infatti annunciato: «Tutti gli ultimi lunedì del mese, ci riuniremo a porte aperte: chi vorrà avanzare segnalazioni potrà così incontrarci personalmente».

Fonte: Il Cittadino

venerdì 16 gennaio 2009

Nuovi stagni e barriere vegetali per proteggere l’area del Lambro

Via al progetto promosso dal Parco Agricolo insieme a sponsor prestigiosi.

L’area del Lambro si arricchirà di stagni, barriere vegetali, percorsi didattici, grazie ad una sinergia tesa ad assicurare nuovi investimenti che nei prossimi due anni verranno concentrati sul pregiato tratto ambientale di San Donato, ritenuto di rilevante interesse naturalistico. Partecipano a questa “avventura” il Parco Agricolo Sudmilano, la società Ricoh, la Fondazione Cariplo, la Lipu - BirdLife Italia (Lega italiana per la protezione degli uccelli): un gruppo di partner alleati con l’intento di valorizzare la parte di città non ancora urbanizzata. Il tratto locale rientra infatti nel ventaglio di aree di intervento, che dagli inizi del 2009 fino al mese di giugno del 2010 ospiterà una serie di azioni migliorative. In prossimità dell’area dove è in corso anche il progetto di palazzo Isimbardi “Metrobosco”, che prevede la piantumazione di una fitta sequenza di esemplari, le nuove iniziative, in base alle informazioni divulgate dai partner di questa operazione, annunciano «il recupero del fontanile, nonché il ripristino di alcuni habitat non più presenti, la creazione di stagni, la realizzazione di schermature vegetali a scopi sia estetici che ecologici». Gli obiettivi sulla carta sono infatti tesi a «migliorare l’ambiente per la fauna selvatica e attutire i rumori provenienti soprattutto dalle infrastrutture viarie». Riguardo invece l’ampliamento delle opportunità a disposizione dei sandonatesi di accedere alla zona meno frequentata del territorio, viene in particolare annunciata la realizzazione di «nuovi accessi per il pubblico all’area naturalistica». Inoltre, gli esperti definiranno sentieri arricchiti di bacheche e di indicazioni utili per consentire alla cittadinanza di immergersi in questa sorta di bosco cittadino, caratterizzato dal clima umido tipico delle zone di esondazione dei fiumi. Tragitti guidati insomma alla scoperta di specie arboree, che formeranno un ambiente ospitale per volatili e altri animali, i quali troveranno il loro habitat nell’estensione decentrata del territorio. Al fine di proteggere questa oasi naturale, come già previsto da tempo, verrà anche innalzata la recinzione, che delimiterà un indirizzo privilegiato. La strategia che porterà ad investire fondi per la manutenzione e il rilancio delle zone del Parco Agricolo del Sudmilano prevede insomma vantaggi anche per la nicchia protetta di San Donato, che forma una barriera da traffico e inquinamento.

Fonte: Il Cittadino

venerdì 2 gennaio 2009

«Sul Parco del Sudmilano nessuna colata di cemento»

Di colate di cemento entro i confini del Parco Agricolo Sud milano, la presidente Bruna Brembilla non vuol proprio sentire parlare.

È pronta la sua replica dopo la “crociata” ambientalista che si è levata in seguito all’approvazione della variante territoriale per gli aggiustamenti sulle frontiere dell’oasi protetta: ai sindaci viene sottolineato che non saranno lasciati passare interventi non consoni (edificazioni sì ma nell’interesse generale e laddove non sono possibili alternative), mentre verso i paladini del Parco sono spese parole di rassicurazione sulla tutela dell’attuale dimensionamento dell’area.

In pratica, viene solo stabilita la ricomposizione dei margini urbani dei Comuni. Un passaggio duramente contestato dall’assessore regionale Massimo Ponzoni e dal consigliere verde Carlo Monguzzi, che hanno paventato il pericolo di aprire la strada al cemento. «Ora che il Parco esiste per un maggior numero di persone - sostiene Brembilla, che è anche assessore all’ambiente della Provincia di Milano -, spero che sia aumentata anche la schiera pronta a sostenerne la valorizzazione! Saremo tutti fianco-fianco quando si tratterà di approvare definitivamente le varianti o la nuova legge sui Parchi cui la regione dovrà mettere mano». Si ricorda che il direttivo del Parco (9 dicembre 2008) e l’assemblea dei sindaci (19 dicembre 2008) hanno approvato la variante del Piano del Parco che prevede la possibilità per i comuni di individuare aree limitate in cui viene consentito la trasformazione dell’uso del suolo.La dimensione di tali aree non potrà superare 1,5 per cento del territorio a Parco di ciascun comune. A tale possibilità di trasformazione, corrisponde l’obbligo da parte dei comuni di compensare il Parco con la cessione di aree o la realizzazione di interventi di interesse ambientale o di fruizione come piste ciclabili, boschi o aree naturalistiche. L’obiettivo di questa proposta è di favorire un’equilibrata organizzazione dei territori comunali del Parco così da garantire il soddisfacimento dei bisogni essenziali delle collettività locali senza pregiudicare l’integrità e la qualità ambientale dell’area protetta.
«Si tratta - spiega Brembilla - di temi sentiti dai cittadini che, democraticamente, un’amministrazione pubblica ha il dovere di prendere in considerazione al fine di riqualificare zone degradate dei comuni e di pianificare organicamente il suo territorio».
Fonte: Il Cittadino

lunedì 29 dicembre 2008

Votano i sindaci, il Parco Sud cambia confini

Il provvedimento passa a larga maggioranza ma i Verdi non ci stanno: «È una scusa per cementificare l’oasi verde».Approvata la variante che permette ai comuni sudmilanesi di costruire di più.

L’assemblea dei sindaci del parco Sud ha detto sì alla variante del Piano territoriale di coordinamento del Parco, inerente la «ricomposizione dei margini urbani e la riqualificazione paesistica e ambientale». Vuol dire che le frontiere del parco potranno mutare, assecondando le pressioni fatte a vario titolo proprio dai comuni, diversi del nostro territorio: Paullo,Tribiano, San Donato, San Giuliano, Peschiera, Cerro al Lambro, Vizzolo, Mediglia, Colturano, Dresano, Melegnano, Carpiano. L’ordine del giorno è stato votato a larga maggioranza dai 42 sindaci presenti sui 61, che hanno dato il via libera alla possibilità di costruire su cinque chilometri quadrati di verde agricolo sui 470 totali. Scuole, parcheggi, strade, case e servizi pubblici che adesso potranno nascere dove finora le ruspe non potevano arrivare, tuttavia a detta dei Verdi (in netto contrasto con il Pd) la variante non è nient’altro che una breccia per fare entrare il cemento, «l’esito di una pessima gestione, sia politica sia tecnica». Ed in questo senso i sindaci si sono posti dei limiti, approvando congiuntamentamente alle modifiche territoriali anche la proposta del comune di San Giuliano di «una maggior cautela da parte dei Comuni all’utilizzo del territorio perché il Parco è un bene e una risorsa non inesauribile che merita difesa e valorizzazione». Tradotto: ogni richiesta di correzione dei confini non potrà prescindere da ragioni di interesse pubblico generale e sempre che non si possa fare a meno d’intervenire al di fuori delle aree protette. E più concretamente, mai si potrà superare la soglia dell’1,5 per cento del territorio comunale (vale a dire 5 chilometri quadrati al massimo, su una superficie totale di 470 del Parco Agricolo Sud). «Dopo 20 anni di rigidità vincolistica - ha detto Bruna Brembilla, presidente del Parco Sud - era indispensabile correggere alcuni errori cartografici e consentire la trasformazione di alcune parti dei territori dei singoli comuni, per funzioni differenti, tenendo conto delle nuove necessità dei cittadini e di esigenze giù emerse nel 2001. Per fare questo in modo da non sacrificare il Parco abbiamo attuato politiche di compensazione ambientale, secondo la logica del «fare con equilibrio»: costruire poco e bene dando risposta alla reale esigenza di servizi che vengono dai Comuni e, in cambio, realizzare vere aree verdi per aumentarne le occasioni di fruizione del Parco per renderlo davvero un territorio amico». Il presidente dell’Assemblea dei sindaci del Parco Sud Massimo D’Avolio, ha ricordato che «le scelte fatte favoriscono il soddisfacimento dei bisogni essenziali delle collettività locali riqualificando le zone degradate e assicurando la qualità ambientale dell’area protetta».

Fonte: Il Cittadino

venerdì 26 dicembre 2008

Un appello aperto ad internet per salvare la "Campagnetta" dalla cementificazione.



Nell'ex canale navigabile, chiamato ora campagnetta, vorrebbero costruire case e riempire questo grande spazio verde di 57.000 metri quadrati con case, strade e tanto cemento. I cittadini della via Di Vittorio e di Via Parri, vogliono invece un grande parco pubblico. Un parco ricco di alberi, vegetazione, che sia luogo di incontro per tutti gli abitanti di San Donato Milanese. Un luogo attraversato da una grande pista ciclabile che attraversi tutta l'area e giunga fino all'abbazia di Viboldone da un lato e che prosegua dall'altro verso via Parri. Un luogo che favorisca la socializzazione e i giochi di piccoli e grandi, un luogo dove sia possibile anche ascoltare musica e richiamare con eventi di qualità i comuni limitrofi. Tutto questo si può fare, basta restare uniti, basta impedire che le scelte di pochi speculatori affaristi prevalga sul nostro futuro. Se distruggono quella zona, non sarà più possibile tornare indietro. Ovunque tu sia, lascia un commento di solidarietà, facciamo vedere che siamo in tanti a non volere cemento ma un grande parco pubblico aperto a tutti.

mercoledì 17 dicembre 2008

San Giuliano - Rifondazione lancia l’allarme sul destino del Parco Sud

«Il Parco Sud rischia di perdere almeno 500 ettari di territorio».

Il gruppo di Rifondazione comunista di San Giuliano, in un comunicato stampa diramato nella giornata di ieri, esprime così aperto dissenso alle delibera approvata settimana scorsa dal Parco Agricolo Sudmilano. Il documento secondo i comunisti locali «apre pericolosamente la strada alla cementificazione del più importante polmone verde dell’area metropolitana milanese». In particolare, viene fatto presente che «se la proposta di variante normativa del Piano territoriale di coordinamento del Parco Agricolo Sud Milano inerente “aree di ricomposizione dei margini urbani e di riqualificazione paesistica ed ambientale, di interesse pubblico e di riassetto urbanistico” venisse infatti adottata dal consiglio provinciale, i comuni del Parco potranno costruire su aree attualmente vincolate ad uso agricolo dimostrando soltanto la presunta utilità locale o sovracomunale degli interventi e concedendo in cambio opere di compensazione ambientale (monetizzabili)». Un rischio particolarmente temuto dalla forza politica di maggioranza che, con dati alla mano, mette in risalto i possibili scenari che un indirizzo del genere potrebbe aprire. Viene fatto notare che «sebbene le aree interessate da possibili trasformazioni non potranno superare l’1,5 per cento del territorio comunale compreso nel perimetro del Parco, con un limite massimo di 15 ettari per comune, ciò comporterà comunque la perdita complessiva, non certo irrisoria, di almeno 500 ettari di territorio fino ad oggi sottratto alla speculazione edilizia e alla cementificazione». Dal momento quindi, che a questo punto la parola va ai primi cittadini, e che il comune di San Giuliano rappresenta la realtà della Provincia di Milano che ospita la maggior quota di Parco con un importante estensione ad uso agricolo, Rifondazione, in vista dell’assemblea dei sindaci in programma per venerdì, lancia un appello. In questa fase, che si prospetta particolarmente dibattuta, chiede «a tutte le forze della sinistra e ambientaliste di opporsi a questa scelta e auspica che il sindaco Marco Toni nell’assemblea dei sindaci esprima parere contrario». In pratica, viene chiesto ai rappresentanti istituzionali di prendere le distanze da una scelta che «Rifondazione comunista di San Giuliano considera incomprensibile e dannosa per i territori e per le popolazioni che li abitano».
Fonte: Il Cittadino

venerdì 12 dicembre 2008

È ufficiale: più cemento nel Parco sud

I sindaci sudmilanesi d’accordo con la scelta dell’assemblea dell’ente mentre gli ambientalisti gridano allo scandalo.Cambiano destinazione d’uso 15 ettari, ridefiniti tutti i confini.

Era stato annunciato in tempi non sospetti e ormai è divenuto ufficiale: l’1,5 per cento del territorio comunale compreso nel parco, per un massimo di 15 ettari, potrà cambiare destinazione. In pratica potranno aprirsi i cantieri per nuovi insediamenti: si potrà costruire su 5 chilometri quadrati, contro i 470 totali di una zona definita agricola: l’equivalente di una città delle dimensioni di Corsico. Insomma: le frontiere cambiano. E gli ambientalisti denunciano l’attacco ingiustificato al Parco, un ultimo baluardo contro il cemento che cade. Ma i sindaci del territorio plaudono alla scelta operata, che consentirà una sistemazione più ordinata dei confini tutelati senza mutilazioni (si acquisisce un pezzo di territorio che diviene edificabile, in cambio però di un appezzamento che diviene “verde” che verrà protetto). Il Parco Agricolo Sud Milano ha convocato l’Assemblea dei sindaci ponendo all’ordine del giorno la variante al Piano territoriale di coordinamento e del Piano di fruizione del Parco Sud. Il prossimo 19 dicembre, presso la Cascina grande di Rozzano i 61 sindaci esprimeranno il proprio parere sulle proposte approvate dal consiglio direttivo del Parco. Dodici dei comuni interessati sono sudmilanesi: Tribiano, San Donato, San Giuliano, Peschiera, Cerro al Lambro, Vizzolo, Paullo, Mediglia, Colturano, Dresano, Melegnano, Carpiano. La variante prevede la possibilità, da parte di tutti i Comuni del Parco, di individuare aree di «ricomposizione dei margini urbani» attraverso il proprio Piano di governo del territorio. In pratica si tratta di appezzamenti da risistemare, all’interno del perimetro del Parco Sud, che altrimenti non potrebbero essere toccati: Peschiera Borromeo o San Giuliano avrebbero a disposizione 150mila metri quadrati, mentre un comune come Paullo troverebbe finalmente spalancata la via per la realizzazione della Circonvallazione. Risponde insomma a un’esigenza da tempo avvertita da parte dei Comuni e mira a risolvere alcune problematiche definizioni dei confini del Parco ereditate dal passato. «Questa scelta - afferma Bruna Brembilla, presidente del Parco Sud - integra il lavoro degli ultimi quattro anni in cui la Provincia e il Parco sud hanno lavorato per realizzare i Piani di cintura, cinque grandi parchi metropolitani attraverso il principio della compensazione che porterebbe ad edificare poche aree marginali e degradate nel parco per qualche migliaio di abitanti, in cambio di 20 milioni di metri quadrati di aree verdi». All’ordine del giorno anche il Piano di fruizione, ossia uno dei più importanti strumenti di programmazione del Parco finalizzato a definire i progetti di valorizzazione più interessanti per far conoscere e frequentare le bellezze naturali e artistiche del territorio a sud di Milano.Fonte: Il Cittadino

venerdì 5 dicembre 2008

Paullo - Il Parco Agricolo pronto a sbloccare la circonvallazione

Si tratta di un’opera dal valore di cinque milioni di euro.

Il Parco agricolo Sud sbloccherà la realizzazione della Circonvallazione di Paullo, la strada che dal semaforo di Conterico aggirerà il comune sudmilanese per collegarsi alla rotonda che reindirizzerà la circolazione urbana verso Tribiano e nelle altre direzioni. Si parla di un’infrastruttura del valore di circa cinque milioni di euro, la cui attesa si è prolungata per quasi due anni.«C’è stato un incontro - spiega Mario Sposini, assessore alla viabilità del comune -, che ha visto impegnato me e il sindaco (Claudio Mazzola, ndr) con la direzione del parco impersonata dal dottor Alberto Tenconi. Ero andato lì a muso duro, perché per una cosa e l’altra si è sempre ritardata un’opera necessaria, che noi eravamo già pronti a fare. Finalmente però ho visto delle reali aperture e ho dovuto mutare piacevolmente il mio atteggiamento: il direttore si farà infatti carico di darci una mano». Il progetto prevede la riqualificazione dell’area nord ovest. Non solo la tangenziale, ma anche una serie di presidi ambientali. La strada dovrà passare in alcuni ambiti territoriali protetti ed occorre l’autorizzazione del Parco. Si tratta di scampoli di territorio, che il comune intende restituire ai confini protetti ma in altri luoghi. Tra l’altro il Parco era già intervenuto per sua iniziativa a ridefinire le proprie frontiere, levandole da un’area antropizzata dov’è anche previsto il passaggio della futura metropolitana. «Io adesso - continua l’assessore Sposini - mi auguro di veder in primavera il cantiere. In questa fase è giusto dare al paese il grado di sviluppo che si merita, recuperando qualità ambientale all’interno del centro urbano». Il consiglio comunale di Paullo ha dato ad un piano integrato che dirotterà 2,4 milioni di euro a favore della nuova opera a fronte della realizzazione di una superficie per la media distribuzione non alimentare e soprattutto di un albergo con annesso centro congressi. Ancora 1,6 milioni di euro arriveranno con il Paullo Center, il resto lo metterà a disposizione l’amministrazione comunale. La nuova tangenziale è indispensabile alla cittadina, per offrire un polmone di sfogo al traffico interno e liberare dal traffico la via principale della città, viale Milano, dove ogni giorno passano in media 13mila veicoli: avrà una lunghezza di 2,5 chilometri, partirà dal canale Muzza per chi arriva da Milano e si immetterà in via Pasubio (la prosecuzione di viale Milano) fuori dal centro abitato, passando a sud del paese. Il tracciato sfrutterà una parte di via Mazzarello, che sarà riqualificata con l’ampliamento della carreggiata, piste ciclabili e rotatorie, mentre il tratto rimanente sarà completamente nuovo.
Fonte: Il Cittadino

martedì 4 novembre 2008

A Rocca Brivio parte un viaggio nell’arte e nella storia antica

Nei progetti anche la creazione di una biblioteca tematica.

Una carrellata di volumi dedicati all’arte e al Parco agricolo Sudmilano, troverà casa nella confortevole cornice di Rocca Brivio, che si prepara ad ospitare una biblioteca tematica. «Il progetto - spiega la presidente della società Rocca Brivio Srl, Luigina Greco -, che andrà in porto nell’arco di un paio di mesi, si pone l’obiettivo di ampliare ulteriormente le attività, affinché la Rocca si affermi come punto di riferimento per le attività culturali. Siamo in contatto con la rete Milano-est per quanto riguarda il materiale che verrà messo a disposizione insieme a supporti audiovisivi in spazi organizzati per questi nuovi servizi». Insomma, se per tanto tempo l’antico maniero sangiulianese ha vagato alla ricerca di un’identità, sembra che in questa nuova pagina sia stato attivato un percorso teso a caratterizzare il pregevole patrimonio storico di San Giuliano. «Stiamo lavorando - riprende la presidente -, anche per organizzare corsi di pittura ad alto livello, in base ad un percorso che tiene conto delle proposte già in atto sul territorio, al fine di diversificare le iniziative». E sempre guardando alla prospettiva che guarda ad una «culla culturale», si inizia a ventilare l’ ipotesi di accordo con il Politecnico di Milano, da cui dovrebbe sortire la possibilità per gli studenti di lavorare sulla Rocca, con approfondimenti riguardo il suo passato, partendo dalle linee geometriche che la contraddistinguono e la incastonano in un’epoca ricca di importanti esempi. In particolare, la persona che sta al vertice del consiglio di amministrazione, spiega: «Dobbiamo ancora firmare l’accordo, ma si tratta di un’iniziativa in cui crediamo molto, in quanto da una parte porterebbe ad una concentrazione di studenti che allargherebbe ulteriormente il raggio di frequentatori della Rocca, dall’altra significherebbe la produzione di materiale che potrà essere poi messo a disposizione nella biblioteca per studi e ricerche». Ma se la storia e l’arte saranno i fili conduttori di una serie di futuri progetti, anche nel calendario di iniziative tese all’aggregazione, non mancano golosi spunti sull’argomento. Nella serata di sabato il sipario si alzerà infatti su un banchetto con un menù rigorosamente medievale, in cui i promotori dell’evento, curato nei minimi particolari, hanno immaginato il duca di Milano, Massimiliano Sforza, concedersi un momento di svago, prima della Battaglia dei Giganti, che si tenne sulla piana di Zivido. Nella “Serata a cavallo del Medioevo” ci sarà buon cibo, ma oltre alle ricette antiche, non mancheranno altri ingredienti capaci di regalare agli ospiti un’atmosfera d’eccezione. Voltando pagina, si profilano alcuni investimenti, tesi in primo luogo alla sistemazione del parcheggio: la Rocca si adeguerà alle esigenze più moderne, mantenendo però una stretta sintonia con il passato.
Fonte: Il Cittadino

mercoledì 1 ottobre 2008

Sorpresa nel Parco, gli uccelli acquatici sono in forte crescita


Sorprese dal censimento annuale dell’avifauna nel Parco Sud: gli uccelli acquatici nello spazio verde sono in aumento, indice che vent’anni di parco - è stato istituito nel 1990 - hanno dato un equilibrio sempre più naturale all’ambiente. I dati riferiti al primo semestre 2008 sono stati elaborati dal direttivo del parco assieme all’assessorato all’ambiente della provincia di Milano, in ottemperanza ai criteri del protocollo europeo Wetlands International, che stabilisce in particolare i parametri biologici delle zone umide. Per il 2008 (primo semestre), le rilevazioni indicano una popolazione tendenziale - dentro i 45mila ettari agricoli di superficie - di venti aironi bianchi stanziali, 700 cormorani, 1560 gabbiani ed un numero di germani reali valutato fra i quattro e i cinquemila. Avvistati anche una gru, un’albanella reale (rapace tipico delle zone paludose) e tre esemplari dell’ancora più raro tarabuso, imponente animale di oltre un metro di apertura alare che in Italia conta sporadiche popolazioni in canneti e altri ambienti umidi. Naturalmente si tratta di dati tendenziali, ai quali va aggiunta la parte invisibile, cioè gli animali che sfuggono al rilevamento. In altri termini, il numero effettivo di esemplari è sicuramente superiore, almeno per le specie presenti in massa: ma i dati censiti sono comunque preziosi come termometro della salute del parco, il più urbano d’Italia. Con la collaborazione di esperti ornitologi delle associazioni ambientaliste e della Stazione Italiana per la Ricerca Ornitologica (Siro), da gennaio all’estate sono state censite le sessanta zone umide più importanti del Parco, fra cui la Cava Manara di Peschiera Borromeo e la cava di Poasco e Sorigherio. Il conteggio complessivo si attesta a 8.053 uccelli acquatici appartenenti a 32 specie stanziali o svernanti. In testa alle popolazioni il germano reale con 3.954 esemplari, il gabbiano comune con 1.560 individui, la gallinella d’acqua con una popolazione svernante di 850 esemplari - notevolmente sottostimata per le sue abitudini elusive - il cormorano (700 esemplari), presente soprattutto nei laghi di cava. Tra gli avvistamenti decisamente rari si contano venti esemplari di airone bianco maggiore, il tarabuso, la gru e l’albanella. Un caso a sé è quello delle cicogne di Zibido San Giacomo: il 2008 ha portato la terza nidificazione (sei cicognini in tre anni) per il progetto Cicogna bianca di Lipu e Parco Sud. Tutti segnali molto positivi.
Fonte: Il Cittadino

lunedì 22 settembre 2008

Il Parco sud, polmone verde che punta a Expo 2015

E Milano si accorse che l’unico fazzoletto verde che potrà “vendere” in vista dell’Expo 2015 è il Parco Agricolo sud.

Della valorizzazione del Parco sud in vista dell’attesissima vetrina internazionale, che torna dopo 109 anni, si è parlato ampiamente lunedì 8 settembre alla Festa democratica in corso al Palasharp di Lampugnano. Un dibattito seguito da più di cento persone ha preso coscienza che i trenta milioni di visitatori di Rho-Pero - anche se forse non saranno così tanti - se vorranno trovare un po’ di natura dovranno cercarla andando verso il Lodigiano, e che l’agricoltura «è tornata ad essere guardata con rispetto», secondo le parole di Mario Vigo, presidente di Confagricoltura Lodi-Milano. Il dibattito ha affrontato, con l’intervento di associazioni di categoria e ambientaliste, l’integrazione del più importante ambiente naturale attorno alla soffocata metropoli con l’esposizione non lontanissima. Ignorare il Parco sud (e gli altri parchi regionali), quando comincerà il battage per la mega fiera? Un delitto. Bisogna cercare di inserirli nel tessuto vivo dell’evento, “venderli” anche nel senso migliore. Secondo Mario Vigo «l’Expo comincia a prendere forma in un momento in cui l’agricoltura interessa tutti ed improvvisamente non viene più vista come il fanalino di coda delle economie». Lo spettro della crisi alimentare mondiale, le speculazioni finanziarie sul cibo, l’inflazione, i cambiamenti climatici hanno riaperto gli occhi. «Oggi siamo tornati a produrre - ha osservato infatti il presidente locale di Confagricoltura - e le autorità europee non impongono più l’imperativo di non creare eccedenze». Parco sud e Lodigiano devono quindi andare all’Expo a testa alta, presentando i loro modelli di filiera corta (minima distanza produttore-consumatore) e «la difesa e il riutilizzo degli ambienti rurali» . All’Expo vuole andare anche Tasm, Tutela ambientale Sud Milano. «Entro il 2015 sarà ultimato il Lida, il laboratorio interattivo di Assago sul ciclo idrico - ha osservato il presidente Tiziano Butturini - siamo determinati ad inserire questo “science center” italiano nell’esposizione». Altri capisaldi chiaramente emersi dal confronto sono itinerari turistici ed agriturismo. Diverse voci hanno segnalato come prima del 2015 bisogna tracciare una rete turistica che da Milano porti alla (abbastanza) verde Bassa. Poi l’agriturismo, visto anche come deterrente all’eccesso di strutture residenziali collegate all’esposizione.
Fonte: Il Cittadino

venerdì 25 luglio 2008

I cavatori alleati dell’ambiente: 350mila euro per il Parco Sud

Serviranno per investimenti che porteranno piste ciclabili e altri alberi e arbusti.


Il Parco Agricolo Sudmilano potrà contare su 350mila euro da investire in verde e piste ciclabili.

Questo risultato è stato possibile grazie a un accordo sottoscritto ieri a palazzo Isimbardi tra Bruna Brembilla, assessore provinciale all’ambiente e presidente del Parco sud, e nove società di escavazione iscritte all’Anepla (Associazione nazionale estrattori produttori lapidei e affini) e già operanti nel parco stesso. Tra queste rientrano la Cosmocal di San Donato e San Giuliano, i Fratelli Manara di Peschiera Borromeo, la Monte Verde Calcestruzzi di Colturano e la Sudcave del comune di Mediglia. Una cifra sostanziosa che verrà impiegata nella piantumazione di nuovi alberi e in progetti verdi targati Metrobosco, il grande anello della provincia di Milano. «Un grande successo che servirà a riqualificare le aree degradate intorno alle cave - sottolinea l’assessore Brembilla -, trasformandole in zone piacevoli dal punto di vista estetico e importanti per quello ambientale e naturalistico. I progetti realizzati rappresentano una grossa opportunità di far crescere lo sviluppo economico di pari passo con la valorizzazione del nostro territorio». Il Parco Agricolo Sudmilano ha un’estensione di 47mila ettari e interessa 61 dei 189 comuni della provincia di Milano. In totale le cave sono 12, per un’area di 700 ettari (1,5 per cento del territorio del parco) e di questi ben 230 sono costituiti da laghi di cava. Si tratta di un parco che intreccia motivi di salvaguardia e tutela del territorio con la difesa di una funzione economica, come quella agricola, che ha segnato la storia del progresso di quest’area. Con un grande obiettivo: governare lo sviluppo attraverso criteri di compatibilità ambientale e nel rispetto della sua vocazione agricola. «Si tratta di un accordo che testimonia gli eccellenti risultati che si possono ottenere nella soluzione dei problemi legati alla gestione dell’utilizzo delle risorse territoriali - commenta il presidente Anepla Cirino Mendola -. In particolare mi piace evidenziare come le imprese del nostro settore, forti di una nuova consapevolezza ambientale, a fronte di migliori garanzie sulle prospettive future di sviluppo possono trasformarsi in vere protagoniste della tutela del territorio e delle sue risorse naturali». Inoltre, il recupero di aree dismesse e abbandonate per poi rimetterle a disposizione della gente che ama la natura e la vita all’aria aperta, rientra a pieno titolo nelle proposte del Parco Agricolo in vista dell’Esposizione universale in programma per il 2015.

Fonte: Il Cittadino