lunedì 23 giugno 2008

«Una città più verde grazie al Lambro»


I parchi Agricolo Sudmilano e Vettabbia occasioni per valorizzare il ritorno nelle cascine


Nelle strategie di sviluppo il recupero del rapporto con il fiume.
San Giuliano Milanese, città “longitudinale” sviluppata lungo la via Emilia, vede il proprio futuro come “San Giuliano al Lambro”.

Una lunga appendice di Milano, quasi una “tensione” verso il Lodigiano, circoscritta da due organizzate macchie di verde che sinora occorre scorgere con un un po’ di immaginazione, ma nel futuro potrebbe essere diversamente: il Parco agricolo Sud - Vettabbia, tappezzato di cascine, verso Locate Triulzi; il corridoio verde e azzurro del Lambro a est, in direzione di Mediglia. Sono queste le coordinate, semplici ma sotto certi aspetti dirompenti, con cui debutta a San Giuliano il Pgt: piano di governo del territorio, il documento che il comune dovrà licenziare nei prossimi mesi con validità di cinque anni (2013) ma con una visuale che getta ponti assai più lontano. Il primo Pgt sangiulianese viene presentato in questi giorni con la mostra-seminario Urban center in corso nei gazebo di piazza della Vittoria. Urban center, che si concluderà domenica prossima ha debuttato sabato con la vetrina principale, vale a dire l’illustrazione della filosofia cardine del piano, per la quale sono stati chiamati in causa gli interventi del sindaco Marco Toni, dell’assessore alla pianificazione territoriale Emiliano Zambarbieri e di Luigi Caprarella, architetto e coordinatore dell’équipe che ha messo mano alla sfida con l’atto che è l’erede (ma assai più complesso) del vecchio piano regolatore. Zambarbieri ha illustrato i criteri, o forse i dati di fatto, da cui prende spunto oggi qualunque approccio alla realtà urbanistica di San Giuliano: «In questa città si tratta di avere l’imperativo del minimo consumo di territorio agricolo; - ha osservato - di recuperare un rapporto, oggi molto carente, con il fiume Lambro e di rimettere ordine nella “città pubblica” lungo la via Emilia, cioè in quei luoghi di incontro - piazze, scuole, parchi - che purtroppo ancora oggi risentono dello sviluppo non equilibrato fra gli anni Cinquanta e Settanta». A seguire l’architetto Caprarella ha esposto una visione sotto alcuni aspetti decisamente innovativa di San Giuliano, come la può avere chi arriva da fuori e non è assuefatto alla “percezione interna” della città. Dunque, secondo il coordinatore del Pgt, «San Giuliano è una tipica “città longitudinale” sviluppata lungo un’asse di collegamento prevalente su tutte le altre, la statale 9 Emilia. Lo sviluppo lungo una sola coordinata, la longitudine, rappresenta sotto certi aspetti una fortuna perché lascia integri i margini: nel caso sangiulianese il Parco della Vettabbia a ovest e la Valle del Lambro a est». Su questa base, ecco l’idea: «La San Giuliano del futuro prossimo potrebbe essere un insieme urbano con una via al centro, l’Emilia, che non “spezza” come ora le due metà, e due veri e propri parchi riconosciuti ai capi del territorio, fra cui un parco della valle del Lambro».
fonte: Il Cittadino

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