sabato 27 dicembre 2008

Santo Stefano - Il terremoto danneggia la parrocchiale

Chiesto lo stato di calamità e vietata la sosta ai fedeli nella parte lesionata: stamattina un altro sopralluogo.Una crepa si è aperta sopra l’ingresso, transennata la chiesa.

Chiesto lo stato di calamità naturale per l’antica chiesa parrocchiale di Santo Stefano. Il terremoto che martedì pomeriggio ha propagato la sua onda sismica in buona parte del nord e centro Italia ha lasciato segno anche nel Lodigiano, nella Bassa per la precisione, a Santo Stefano: una crepa si è improvvisamente aperta all’interno dell’antica chiesa parrocchiale che si erge nella piazza principale del paese. Larga quasi un dito, la frattura è ben visibile al di sopra dell’ingresso principale della chiesa e prosegue fin all’interno della volta dell’edificio. Fortunatamente i primi rilievi hanno escluso qualsiasi pericolo di crollo, non di meno ovvie ragioni di sicurezza hanno fatto sì che da mercoledì tutta la parte di ingresso della chiesa sia transennata e inaccessibile alla sosta dei fedeli. La vicenda risale alle 16.25 di martedì: il terremoto scuote l’Emilia ma si sente benissimo anche nel Lodigiano. In piazza Roma a Santo Stefano, alcuni calcinacci cadono dalla parte alta della chiesa, sfiorando una donna che in quel momento passava accanto alla parrocchiale. Il buio del pomeriggio inoltrato impedisce tuttavia di accorgersi della comparsa della crepa. Che però si scopre la mattina seguente. Allertato immediatamente dell’accaduto, il comune prende subito contatti con la Sovrintendenza. La quale risponde con altrettanta celerità: nonostante la giornata di vigilia di Natale, alle 14.30 di mercoledì un ingegnere incaricato dalle Belle Arti si trova in piazza Roma per eseguire una prima valutazione del danno. Il sopralluogo dà un suo primo responso: pur non avendo intaccato la staticità della chiesa, la crepa è sicuramente profonda, necessario perciò transennare tutta la parte di ingresso della parrocchiale (anche per tamponare i sussulti delle piccole scosse di assestamento seguenti il terremoto). Allo stesso tempo, in municipio, il sindaco Massimiliano Lodigiani coordina l’intervento amministrativo che sfocia in una vera e propria richiesta alla protezione civile regionale e alla regione Lombardia dello stato di calamita naturale per la parrocchiale di Santo Stefano. È lo stesso Lodigiani a spiegare la finalità della richiesta: «Il consolidamento della chiesa richiederà interventi mirati, che avranno un loro costo economico - ha sottolineato il sindaco -. La richiesta di calamità naturale ci permetterà di poter accedere ai fondi che saranno messi a disposizione. Di sicuro, l’impegno sarà massimo per ridare consolidamento a questa chiesa che vanta 250 anni di vita». Nei giorni scorsi le funzioni natalizie sono state regolarmente celebrate, con il parroco don Primo Ceresa pronto ad invitare i fedeli a non sostare nella parte di ingresso dell’edificio. Questa mattina è previsto un altro sopralluogo ispettivo: da redigere c’è la relazione dettagliata dei danni accaduti alla chiesa, verbale che dovrà essere di accompagnamento tecnico alla richiesta di calamità naturale.

Fonte: Il Cittadino

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