venerdì 24 aprile 2009

Gli americani tornano a cercare il gas

Mezzo secolo dopo l’epopea del metano a Caviaga, dove fu perforato il primo pozzo d’Italia, si torna a cercare il gas nel Lodigiano, con la probabilità, definita però remota dagli stessi geologi, di imbattersi anche nel petrolio. Troppo poco per dire che l’area a cavallo del sud della Lombardia e del nord dell’Emilia Romagna sarà il Texas del terzo millennio, ma comunque le aspettative sono sufficienti per portare una società del Delaware (Usa), la Aleanna Resources Llc, ad avviare una campagna di prospezioni geologiche che interesserà 16 comuni in provincia di Lodi, da Valera Fratta fino a Senna Lodigiana passando per Borghetto e Sant’Angelo, San Colombano in provincia di Milano, 28 comuni in provincia di Pavia e anche alcuni comuni del Piacentino (Calendasco, Castelsangiovanni e Rottofreno). L’iter autorizzativo dell’istanza di ricerca di idrocarburi è stato avviato due anni fa presso il ministero delle Attività produttive e siamo nella fase preliminare alla conferenza dei servizi: agli albi pretori dei comuni interessati è pubblicato l’avviso di deposito dell’istanza di verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale. Entro tre mesi le regioni Lombardia ed Emilia Romagna convocheranno la conferenza dei servizi, quindi la pratica tornerà a Roma dove, nel giro di altri 12 mesi, potrà essere firmato il decreto di assegnazione dell’area di ricerca. «Per ora siamo interessati alla sola esplorazione – spiega il vicepresidente di Aleanna per le operazioni in Europa, il geologo Raffaele Dicuia -. Poi si vedrà. Fino al 1998 la Snam aveva il monopolio per lo sfruttamento del Nord Italia, ma a seguito degli obblighi di liberalizzazione conseguenti all’ingresso dell’Italia nell’Unione europea il “mercato” si è aperto anche ad altri operatori. Alle grandi compagnie interessano giacimenti importanti, società come la nostra invece possono lavorare con margini diversi. Inoltre utilizziamo una tecnologia che finora in Pianura Padana non è mai stata applicata: quella dell’identificazione tridimensionale delle strutture del sottosuolo. Finora si è lavorato con un sistema bidimensionale». Il sistema utilizza lo stesso principio delle ecografie mediche: onde acustiche, in questo caso vibrazioni prodotte con camion dotati di una massa oscillante, vengono trasmesse al suolo e quindi captate con dei “geofoni”, posti a distanze predeterminate. «Questa fase della campagna durerà circa tre mesi, con un “cantiere mobile” – prosegue il geologo -. Quindi i dati saranno elaborati al computer, fino a restituire un modello del sottosuolo molto più approfondito di quelli finora esistenti. Ci aspettiamo indicazioni promettenti da profondità oltre i mille metri. Le perforazioni esplorative però partiranno, se ritenute utili, solo dopo il responso delle prospezioni di superficie”.Il metano è il risultato della decomposizione di antichi batteri, imprigionati nelle rocce. Il vicepresidente per l’Europa di Aleanna chiarisce che l’eventuale sfruttamento di giacimenti accontenterà tutti: «In Italia il sottosuolo è di proprietà dello Stato, che incasserà diritti, così come avranno royalties anche gli enti locali. E il proprietario del campo sul quale si dovrà insediare il pozzo, che una volta ultimata la trivellazione sarà solo un grosso tubo, a sua volta lo venderà a un ottimo prezzo».
Fonte: Il Cittadino

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