martedì 7 aprile 2009

San Donato - «La zona di via Kennedy non è il Bronx»

Entro la fine del mese si terrà una nuova assemblea fra i negozianti per discutere delle misure di sicurezza adottate.Dopo furti e rapine i negozianti non vogliono essere discriminati.

«Entro aprile una nuova assemblea sulla sicurezza fra i negozianti della zona di via Kennedy e del centro commerciale l’Incontro, ma questa zona di San Donato è stata dipinta troppe volte a torto, negli ultimi tempi, come un ghetto, invece non è affatto così». Difendono l’immagine della loro cittadella commerciale i proprietari delle attività concentrate al centro Incontro di San Donato, la struttura al crocevia tra le vie Kennedy, Moro e Rodari nella zona cittadina fra il terminal della metropolitana e l’imbocco della Paullese. Anche se - anticipano i titolari di esercizi - presto si farà un nuovo punto della situazione valutando soprattutto l’efficacia della guardiania notturna ai negozi, introdotta di concerto con le proprietà immobiliari. Gli ultimi dodici mesi hanno allineato una serie oggettiva di episodi criminosi nel quartiere residenziale di San Donato poco distante dai confini comunali di Milano. Gli ultimi fatti in ordine di tempo sono due raid per pochissimi euro fra le botteghe allineate sotto i portici del centro. Cento euro razziati coltello alla mano a febbraio nel supermarket Lidl, e addirittura cinquanta euro di fondo cassa più qualche confezione di cosmetico portati via di notte da un salone estetico poco distante. Criminalità veramente “polverizzata” e bottini a volte miseri, che si sommano però ad alcuni episodi decisamente più significativi: più o meno un anno fa la rapina alla filiale della Bpm di via Kennedy, distante solo qualche centinaio di metri; poi lo scasso al bar della galleria commerciale. Si aggiungono lo stazionamento di gruppi di zingari e qualche sassata tirata da ignoti alle vetrine nottetempo. Ma a questo punto gli stessi commercianti vogliono mettere il silenziatore alla questione, in nome della realtà oggettiva del quartiere. Interpellati sull’evoluzione del fattore sicurezza annunciano un’assemblea ma rifiutano l’etichetta di bersaglio privilegiato della criminalità, pendolare da Milano o meno: «Noi non diciamo più nulla - dichiarano ad esempio i gestori di una rivendita di materassi e tessuti casa - per la semplice ragione che tutto quello che diciamo non fa che ingenerare una falsa percezione di questo quartiere, e portare risultati negativi. La zona di via Kennedy e il centro commerciale sono un ambiente urbano che, quanto a vivibilità commerciale, di giorno non ha nulla di meno di qualsiasi zona del centro città o del centro di Milano. È vero: escludendo alcuni fatti di microcriminalità al supermercato, di notte siamo esposti al rischio e ci sono state diverse rapine nell’ultimo anno. Ma anche questo è un fattore di pericolo che chi fa commercio conosce bene. Ripetiamo: è imminente un’assemblea fra noi operatori e gli amministratori di stabile per fare il punto. In particolare si valuteranno i risultati della convenzione per il servizio di vigilanza privata e l’opportunità di prorogarla».
Fonte: Il Cittadino

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