mercoledì 6 maggio 2009

San Donato - «Giù le mani dal bosco Triulzio»

Gli ambientalisti temono che l’area verde possa essere trasformata dagli acquirenti in zona residenziale.Appello ecologista dopo l’annuncio di vendita dell’Eni.

«Solo 10 giorni per salvare il bosco Triulzio e altre pregiate aree verdi della città». L’appello si alza dal gruppo dei Verdi, a seguito della messa all’asta da parte di Eni Servizi di una rosa di appezzamenti alberati che corredano i quartieri sandonatesi, a partire dal boschetto tra le vie Triulziana e Moro, che completa il pregiato borgo Triulzio. Il timore degli ambientalisti è che questo patrimonio di cui il colosso petrolifero si sta sbarazzando - insieme ad un gruppo di negozi di via Alfonsine -, finisca in mano a privati, il cui interesse all’acquisto potrebbe essere di tipo edificatorio. Per questo, il simbolo politico di opposizione si mostra determinato a chiedere al comune di acquisire il ventaglio di aree, per trasformarle in un patrimonio pubblico al fine di assicurare nel tempo la dovuta tutela, scongiurando eventuali trasformazioni a carattere residenziale. In realtà non è la prima volta che sull’appezzamento collocato tra Metanopoli e via Kennedy, che rappresenta uno scampolo di tradizione, si scatena la protesta. Già in passato infatti, nel vedere comparire alcuni cartelli di messa in vendita dell’area, si alzarono decise reazioni da parte sia della politica, sia di un gruppo di cittadini, i quali si mostrarono preoccupati per la sorte del gioiello alberato, che dà respiro a cemento e asfalto. «Tre anni fa l’intero consiglio comunale si era mobilitato in difesa del bosco Triulzio di via dei Tigli - afferma il capogruppo dei Verdi Marco Menichetti - stupisce che oggi questa operazione immobiliare stia passando sotto silenzio. Stiamo quindi presentando un ordine del giorno urgente, da discutere in tempi brevissimi, che impegni il sindaco e la sua giunta a farsi parte attiva per rinviare tale vendita, chiedendo ufficialmente al Gruppo Eni di contrattare con l’amministrazione un’acquisizione a bene pubblico di queste importanti aree». Un’istanza che coinvolge anche gli altri appezzamenti messi all’asta singolarmente, ovvero i boschetti di via 2 Giugno e via Ferrandina, a cui si aggiunge l’area verde in prossimità delle autostrade nella zona est della città. «Stiamo parlando, in totale, di più di 32mila metri quadri di verde - ricorda la presidente dei Verdi di San Donato Simona Rullo- : una superficie pari a cinque campi di calcio rischia quindi di essere svenduta ad altri privati che, presumibilmente, investiranno dei propri soldi per poi chiedere dei permessi a costruire». Mentre è partito il conto alla rovescia per l’apertura delle offerte che arriveranno dagli acquirenti, il gruppo di minoranza si prepara dunque a portare la questione in aula consiliare, sui banchi della politica, chiedendo al comune di affrontare un investimento per mettere al sicuro la rosa di macchie verdi alberate, che appartengono ormai alla storia della città.
Fonte: Il Cittadino

1 commento:

  1. ENI fa già molti profitti, si pensi solamente al petrolio lucano.
    Che bisogno c'è di vendere il bosco Triulzio?
    Speriamo solo che la lottizzazione non sia già cosa bella e fatta!
    Giù le mani!

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