Contro la vendita avevano firmato 1300 cittadini; ma il centrosinistra teme che il provvedimento possa venire modificato.Approvato in consiglio un documento che impegna il sindaco ad acquistarli.Il destino della terna dei boschetti messi all’asta da Eni servizi ha dalla sua parte un documento che delega il sindaco a trattare con Eni per l’acquisizione da parte del comune delle aree di Borgo Trivulzio, via 2 Giugno e via Ferrandina. L’ordine del giorno presentato da un gruppo di consiglieri dell’opposizione, al fine di evitare che i privati mettessero le mani sulla terna di gioielli verdi della città, nella serata di martedì ha infatti incassato consenso unanime del consiglio comunale.È emerso che lo stesso presidente della provincia Filippo Penati si era mosso nei giorni scorsi, mostrandosi disponibile a far si che palazzo Isimbardi acquisisse Bosco Trivulzio. Sarà invece l’ente locale sandonatese ad adoperarsi per assicurare tutela agli ombrosi appezzamenti locali, che hanno già dalla loro parte dei ristretti vincoli. «I boschi rimarranno a disposizione per sempre dei sandonatesi», ha assicurato il sindaco Mario Dompé, ricordando i paletti normativi che impedirebbero sviluppi volumetrici.Ma dalla minoranza il capogruppo dei Verdi Marco Menichetti ha ricordato: «Siamo preoccupati delle modifiche che potrebbero avvenire nel tempo: chiediamo che il sindaco proceda con atti formali». Ha aggiunto il rappresentante di Rifondazione comunista, Massimiliano Mistretta: «Le leggi cambiamo: basta vedere cosa sta avvenendo per la Campagnetta di via Di Vittorio, dove al posto del parco pubblico c’è il forte rischio che l’area venga edificata».Dall’altra parte il sindaco ha assicurato: «Quelle aree rimarranno così come sono, faremo tutto il possibile affinché i boschi, dove c’è un vincolo urbanistico, restino a disposizione dei cittadini».A turno anche i simboli di centrodestra hanno pienamente condiviso la necessità di tutela, sebbene alcuni esponenti del Pdl abbiano chiarito che «non c’era alcun motivo di preoccupazione». Dall’altra parte il consigliere del Pd Achille Taverniti ha evidenziato che sebbene ci siano i vincoli, il rischio è che i boschetti possano essere acquistati da costruttori per poi essere utilizzati come merce di scambio per le aree «standard», ovvero gli appezzamenti ad uso pubblico che gli operatori devono cedere al comune, ogni qualvolta vengono definite nuove edificazioni. L’istanza è stata condivisa da circa di 1300 cittadini, che in pochi giorni hanno costellato di adesioni la petizione. Un ringraziamento a tutti coloro che si sono mobilitati è stato diramato ieri dal gruppo dei Verdi, che in una nota annunciano: «Rimaniamo attenti e vigili affinché questo positivo percorso non si arresti». Fonte: Il Cittadino
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