giovedì 9 luglio 2009

"Caro, inutile e pericoloso" la rivolta di verdi e Regioni

ROMA - "Inutile e dannoso", "ritorno alla preistoria", "follia ambientale ed economica".

Sono durissime le reazioni al via libera definitivo dato oggi dal Senato al disegno di legge sullo sviluppo, il provvedimento che stabilisce il ritorno dell'Italia all'energia nucleare. Se Pd e Italia dei valori hanno cercato inutilmente di far deragliare l'approvazione del testo, tentando di far mancare a palazzo Madama il numero legale, le associazioni da sempre in prima fila nella lotta contro l'atomo si sono affidate a comunicati e commenti infuocati.Paradossalmente, rispetto a 22 anni fa, quando il nucleare fu espulso dal Paese con un referendum popolare, oggi la preoccupazione delle associazioni che promossero quella campagna sembrano essere economiche prima ancora che di tipo ecologico. Puntare come vuole fare l'Italia con il "ddl sviluppo" sull'obsoleto nucleare di terza generazione dopo aver abbandonato da anni la ricerca e la produzione industriale legata a questo settore, prima ancora che un problema di sicurezza è un colossale spreco di risorse."Con grande soddisfazione - denuncia ad esempio Legambiente - questo governo oggi plaude a se stesso per aver raggiunto un antico obiettivo: tornare alla preistoria energetica e spendere soldi in grandiose e fragili cattedrali per la produzione di energia nucleare di terza generazione, proprio quella tecnologia che Barack Obama si è rifiutato di finanziare perché inquinante e insicura".A sottolineare quanto il voto di oggi del Senato sia in contraddizione con quanto avviene nel resto del mondo è anche il Wwf. "Il G8 a presidenza italiana - ricorda l'associazione - affronta il nodo cruciale delle politiche climatiche ed energetiche del Pianeta, dalle quali emerge la necessità di puntare con decisione ed urgenza sulle nuove tecnologie pulite: sembrerebbe una strada finalmente tracciata anche per l'Italia, facilitata anche dal consenso che si sta formando tra i paesi più influenti del mondo. E invece no: alla prova dei fatti, l'Italia decide di perseverare sulla vecchia strada e continuare a perdere tempo e denaro puntando tutte le proprie carte sull'opzione nucleare e ponendo un'ipoteca quasi irreversibile sulla diffusione delle energie rinnovabili nel nostro paese".L'altro aspetto che viene denunciato dagli ambientalisti è proprio il sacrificio che gli investimenti sul nucleare, decisamente antieconomico e fuori mercato, richiederanno allo sviluppo di eolico e solare. "Costruire le nuove centrali - prevede il direttore di Greenpeace Giuseppe Onufrio - porterà l'Italia ad avere una disponibilità eccessiva di energia, il che porterà inevitabilmente a un allentamento della spinta sulla produzione da fonti rinnovabili e sul consumo efficiente"."In questo provvedimento c'è tutto il paradosso del governo della destra - lamenta Roberto Della Seta capogruppo del Pd nella commissione Ambiente del Senato - Il ddl è nato vecchio e ora è addirittura decrepito. Mentre tutti i Paesi industrializzati vanno verso l'innovazione e le fonti rinnovabili, per Berlusconi e Scajola i problemi energetici dell'Italia si risolvono ricominciando a produrre energia nucleare tra 20 anni. Pura propaganda ideologica, aggravata dal fatto che i siti nucleari verranno scelti liberamente dalle imprese che li realizzeranno, alla faccia del federalismo potranno essere localizzati anche contro la volontà delle Regioni, e saranno di fatto militarizzati".Tra i più agguerriti contro il ddl c'è infatti anche Nichi Vendola, il governatore della Puglia, una delle regioni che potrebbe essere interessata dalla costruzione di una nuova centrale. "Le centrali nucleari sono impianti a rischio rilevante, la Puglia - avverte il governo - vuole continuare a essere la terra delle rinnovabili, il parco delle energie rinnovabili più interessante d'Europa". Secondo Vendola "finora i discorsi energetici del governo sono stati un cumulo di banalità e un annuncio di scelte autoritarie". "Io immagino - aggiunge - che la militarizzazione del territorio per fare una centrale sia una scelta suicida per chi ce l'ha in testa". "Ho proposto già al ministro Scajola - conclude Vendola - il tema vero: l'ottimizzazione della rete di trasmissione. Il paese perde il 12% dell'energia che produce a causa dell'obsolescenza della rete".Sulla stessa lunghezza d'onda la reazione di Mercedes Bresso, presidente del Piemonte, regione dove sorge ancora la vecchia centrale di Trino Vercellese. "Il nucleare è una scelta sbagliata dal punto di vista strategico, economico e anche della sicurezza per i cittadini - commenta - E ci sono moltissimi dubbi sulla reale copertura economica dell'enorme spesa che si dovrebbe programmare".
Fonte: La Repubblica.it

1 commento:


  1. Nel giorno in cui gli otto grandi del pianeta si riempivano la bocca di promesse sul clima elargendo strette di mano poco convinte, al Senato italiano veniva definitivamente sancito il RITORNO AL NUCLEARE. Sono preoccupato e, lo dico seriamente, ho molta paura.

    Non è possibile che mentre tutta l'Europa sta smantellando le sue centrali noi ci apprestiamo a costruirne. Il nucleare, lo dicono gli scienziati, è destinato a non avere futuro. Non è rinnovabile e le scorte di uranio, una volta ultimate le costosissime centrali italiane (8 impianti nucleari che costeranno almeno 30 miliardi di euro), dureranno per pochi anni. "Buttare i soldi nel cesso" si dice qua in romagna.

    Investiamo su una tecnologia superata mentre ormai il mondo guarda alle energie rinnovabili, un atto di arroganza come ormai questo Governo ci ha abituati, un atto d'ignoranza che mi lascia allibito.

    Miliardi di euro destinati al nucleare e sottratti alla ricerca e allo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili, sparando così alle gambe del nostro Paese nella corsa ad un futuro che dovrà essere (perché volenti o nolenti non c'è alternativa) del tutto ecosostenibile.

    Il nucleare è costoso, superato e... PERICOLOSO.

    Innanzi tutto le centrali, anche dopo la loro cessazione, necessitano di continui controlli per qualche secolo (che grande affare conveniente, altissimi costi di costruzione - smantellamento - manutenzione per una bassissima prospettiva d'utilizzo reale, mhà...)
    Immaginate poi lo scenario allucinante che si creerà in Italia, dove non si sa che fare con i rifiuti di Napoli e Palermo, al momento dello stoccaggio di scorie radioattive.

    Immaginate poi cosa sarebbe successo se al momento del terremoto che ha raso al suolo l'Aquila in quella zona ci fosse stata anche una centrale nucleare. Un'ecatombe.
    C'è poco da ridere perché il territorio italiano è quasi interamente ad alto rischio sismico e, ovunque verranno costruite le centrali, il rischio di una catastrofe di proporzioni inimmaginabili sarà sempre dietro l'angolo.

    Da oggi dormirò sonni molto meno tranquilli.
    Bisogna fare qualcosa, subito.

    http://fabiopari.blogspot.com/

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