
Sempre in crescita la città di Codogno. Anche il 2008 chiude il proprio bilancio demografico con dati in salita: al 31 dicembre dell’anno da poco trascorso, la capitale della Bassa registrava 15mila e 541 abitanti, con un balzo in avanti di 160 residenti in più rispetto all’anno precedente, quando il dato complessivo si era fermato ad un totale di 15mila e 381 codognesi. L’annata da poco conclusa ancora una volta fa vincere il gentil sesso: in città ci sono più donne (in tutto 8.074) che uomini (attestatisi a 7.467). Facilmente identificabili le cause alla base della crescita residenziale di Codogno. A far correre i numeri demografici della città hanno nuovamente concorso gli stranieri. A conferma basti dire che la popolazione straniera a Codogno lo scorso anno è aumentata di 186 unità, passando dai 1.223 stranieri di inizio 2008 ai 1.409 stranieri del dicembre scorso. Pure la cicogna ci ha messo lo zampino, là dove anche Codogno ha registrato una leggera ripresa delle nascite: 119 i bambini nati e residenti in città (anche in questo caso l’incidenza degli immigrati è significativa, visto che venti neonati sono appunto bambini non italiani). È pur vero però che il saldo naturale della città rimane sempre negativo: nel 2008 i morti sono stati in tutto 185, ben oltre il dato sopra citato delle nuove nascite. Al di là delle riflessioni puramente statistiche, i dati demografici nel loro complesso servono però soprattutto ad analisi di ordine sociale e territoriale. Perché se una città da più di dieci anni cresce per numero di abitanti (è il caso proprio di Codogno, che è dal 1996 che ha ripreso la sua costante crescita demografica), quella stessa città deve per forza crescere anche per qualità e quantità di servizi. «Codogno già gode di servizi importanti a servizio di tutta la Bassa: c’è l’ospedale, ci sono le scuole di diversi ordini e gradi, c’è la stazione - interviene il sindaco Emanuele Dossena -. Codogno, dunque, non ha mai abdicato dal suo ruolo di capitale della Bassa, di punto di riferimento del territorio sud-lodigiano». Sedersi sugli allori però non giova a nessuno. «Questo è vero: la città deve continuare in questa direzione, deve darsi una programmazione per il futuro che tenga in considerazione le esigenze del territorio - concorda Dossena -. In merito, abbiamo avviato l’iter per il nuovo piano di governo del territorio: proprio il nuovo Pgt dovrà esplicitare queste sfide territoriali». Che per Dossena non devono stare in capo solo ad un singolo comune: «Dotarsi di nuovi servizi costa - sottolinea il primo cittadino -. Giusto sarebbe che questo potenziamento venisse reso possibile in un’ottica di più vasto coordinamento territoriale».
Fonte: Il Cittadino
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