
Franceschini, che spiega in una conferenza stampa la bozza di decreto edilizia, quello che ora il premier dice che non è suo: «Il disegno che è circolato - aveva detto poche ore prima Berlusconi – non è quello a cui io avevo già lavorato».Subito dopo lo aveva smentito il deputato Pd Ermete Realacci, ricordando che «il testo di decreto legge che il Pd sta oggi criticando è esattamente quello che il suo governo ha consegnato ai presidenti delle regioni». E ora è lo stesso Franceschini a consegnare ai giornalisti la bozza licenziata da Palazzo Chigi. «Noi – spiega il segretario Pd – facciamo un'operazione verità perché il testo del governo prevede norme che entrano in vigore subito anche su materie di competenza delle Regioni. L'articolo 1 comma 2 – osserva Franceschini – prevede l'ampliamento delle cubature in deroga alle leggi urbanistiche regionali, ai piani regolatori e agli altri strumenti di regolazione. Tutti questi strumenti ora scompaiono e ai Comuni viene lasciata solo l'aggiornamento di quello che è stato fatto, solo censire». «Chiediamo alla Lega - rincara Franceschini - come possa parlare di federalismo fiscale e poi approvare un decreto legge che annulla tutte le competenze delle regioni e dei comuni per quanto riguarda la tutela del proprio territorio». Duro anche il commento di Pierluigi Bersani, responsabile Economia del Pd: «Deve essere chiaro - ha detto - che quando togli le regole, togli non solo tutele per il paesaggio, i centri storici e le coste, ma anche una tutela ai cittadini contro la possibile invasione di campo da parte di un altro cittadino». Per Bersani il Pd «non sottovaluta l'esigenza di rimuovere gli ostacoli burocratici e di promuovere iniziative a favore del settore dell'edilizia, ma non si può proporre, come fa il decreto, una liberalizzazione totale delle destinazioni d'uso. Si dice che berlusconi è sempre pro-economia, ma bisogna fare attenzione a che il pro-economia non diventi pro-rendita». Per il Pd, l'unica soluzione è che il governo faccia marcia indietro: «Se lo farà noi siamo disponibili a discutere, altrimenti sarà un muro».
Fonte: L'Unità.it
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