Presto l’organo della basilica tornerà agli antichi splendori. Sono partiti nelle scorse settimane i lavori di restauro sullo strumento che, come ha spiegato monsignor Gianfranco Fogliazza, della parrocchia dei Santi Antonio Abate e Francesca Cabrini, «è uno dei più antichi del Lodigiano, con più di tre mila canne», oggi dalle potenzialità ridotte. La ditta Tamburini di Crema, che ha ottenuto di potersi occupare del restauro dello strumento, di cui esiste traccia nei documenti d’archivio sin dalla fine del Settecento, è al lavoro dal 24 marzo scorso. Gli operai, in questi giorni, sono impegnati a smontare i diversi componenti dell’organo per poter trasferire le parti ammalorate nei laboratori di Crema e intraprendere agilmente le operazioni di manutenzione e recupero vero e proprio. Un lavoro impegnativo che, probabilmente, impegnerà l’azienda per tutta l’estate. «Da quanto ci è stato comunicato i lavori potrebbero essere conclusi nel mese di ottobre - ha spiegato monsignor Gianfranco Fogliazza -; noi abbiamo previsto una solenne inaugurazione per la fine di quel mese». In aiuto dell’antico strumento era arrivato il sostegno di Regione Lombardia, che con uno stanziamento di 36.848 (circa 9mila come contributo a fondo perduto e la parte restante come prestito da restituire con tasso agevolato in dieci anni) coprirà circa il 70 per cento dei costi dell’intervento di restauro, pari a circa 50mila euro. E per coprire la parte restante dei costi di restauro si è fatta avanti nei mesi scorsi anche l’associazione Sviluppo Santangiolino, presieduta dell’ex sindaco, Giuseppe Carlin, a cui sono andati i ringraziamenti di monsignor Fogliazza. «Una collaborazione proficua, quella con Sviluppo Santangiolino - ha detto il parroco - , che già si era manifestata in diverse occasioni».Fonte: Il Cittadino
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