sabato 16 maggio 2009

Ponte di barche e stazione Fs a San Rocco


In attesa della ricostruzione del viadotto crollato sono pronti i rimedi temporanei, bisogna solo capire chi dovrà pagare il conto.Lunedì i politici incontrano il presidente Anas: ecco le proposte.

Il sindaco di San Rocco al Porto Giuseppe Ravera lo chiede a gran voce e il suo corrispondente di Piacenza Roberto Reggi ci crede: è un ponte di barche che potrebbe essere posato in due mesi, compresa la costruzione di attracchi e rampe di collegamento alla via Emilia, e che potrebbe ripristinare il collegamento della viabilità ordinaria tra San Rocco e Piacenza. Ieri mattina c’è stato un sopralluogo dei tecnici dell’impresa privata che si è candidata a noleggiare la struttura, realizzata con elementi di produzione olandese. «È una ditta italiana che ha lavorato per la Tav - spiega Ravera, che per ora non vuole farne il nome - e che è disponibile anche a fornire una struttura capace di far passare, in due sensi di marcia, mezzi con massa fino a 150 quintali, vale a dire anche autobus e veicoli dei vigili del fuoco. Certo, il noleggio sarà più caro rispetto alle prime ipotesi, ma sarà quasi come riavere il ponte che è crollato». Lunedì mattina proprio a San Rocco si terrà il vertice degli amministratori locali, alle 10, quindi alle 12.30 in prefettura a Piacenza è atteso il presidente dell’Anas Pietro Ciucci: «Gli chiederemo tre impegni - anticipa il sindaco di Piacenza Roberto Reggi -. Il primo, a sostenere il costo del ponte di barche. Il secondo, a ricostruire quello di San Rocco: non ho motivi di dubitare della soluzione studiata dai tecnici Anas, che, quando lavorano, sanno fare bene il loro mestiere, cioè di mantenere le pile e ricostruire il resto della struttura. Ma la terza richiesta, non meno importante, è quella di mantenere fede alla parola data nel 2003, quando Anas aveva sottoscritto un’intesa con gli enti locali per costruire un secondo ponte stradale, complanare a quello dell'autostrada. Un progetto che deve iniziare a concretizzarsi: serviranno anni, ma non vogliamo che anche in futuro Piacenza sia attraversata dai camion. Stiamo riqualificando la città: un giorno non ci potranno neanche più passare. E il secondo ponte è un’opera indispensabile: l’autostrada può bloccarsi, anche per un incidente, e disporre di un’alternativa è vitale».Al vertice parteciperà anche la Provincia di Lodi, e l'assessore Piero Luigi Bianchi sottolinea che c’è anche una “quarta via“: «Quella dei trasporti di massa. Non tanto i traghetti (con diverse motonavi piacentine già teoricamente disponibili, ndr.), quanto l’integrazione ferro-gomma. Questa è una filosofia che caratterizza il nostro mandato amministrativo e che questo disastro ci dà l’opportunità di portare avanti. Vogliamo integrare con i bus una navetta ferroviaria da Piacenza a Codogno». Una proposta che trova d’accordo anche il sindaco “pontista“ di San Rocco al Porto: «Oggi la nostra stazione più “vicina” è quella di Santo Stefano - osserva Ravera - ma la ferrovia corre complanare al parcheggio del complesso commerciale, con tanto di parcheggi, che si trova vicino all'Auchan. Basterebbe poco per costruire una piccola stazione, e Trenitalia ha già fatto sapere che c’è la possibilità tecnica di creare nuove corse da Piacenza a Codogno, la prima stazione disponibile per lo scambio di binari per fare capolinea. In questo modo, quando Piacenza farà i blocchi del traffico invernali, i pendolari potranno tranquillamente lasciare l'auto sulla sponda lodigiana». Fonte: Il Cittadino

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