lunedì 31 agosto 2009

Borgo San Giovanni - «Occhi aperti su Cascina Colombera»

L’opposizione teme un’altra colata di cemento, ma per il sindaco «tutto è alla luce del sole».

«Apriamo gli occhi su Cascina Colombera». L’allarme è del gruppo d’opposizione “Alleanza democratica” in consiglio comunale che parla di Borgo San Giovanni come di una terra di conquista, in cui i terreni agricoli sono minacciati da una colata di cemento. Dopo l’apertura dei contestati cantieri per il gigante d’acciaio della Conter di via Nenni, secondo il gruppo di minoranza guidato da Giovanni Frate, il rischio è l’apertura di un nuovo fronte di operazioni giudicate «poco chiare». Teatro proprio Cascina Colombera e la società che occupa il sito alle porte del paese: la Colombo Severo, impresa per la produzione di materiali edili, titolare anche di un’autorizzazione per lo smaltimento di rifiuti edili, inserita nel piano cave provinciale e oggi portata avanti in un’area attrezzata a pochi passi dal fiume Lambro, nella frazione di Domodossola. «Una zona non controllabile» secondo il primo cittadino di Borgo San Giovanni, Nicola Buonsante. Sarebbe stata questa la molla per far scattare i primi incontri con palazzo San Cristoforo nel febbraio 2009, che definisce l’operazione come di «recupero ambientale». «Ma facciamo attenzione, non si tratta di una vera e propria espansione - argomenta Buonsante - : con queste operazioni di fatto si sposterebbe un sito di smaltimento di rifiuti dall’area del Lambro per portarlo in paese». Nulla di nuovo, quindi, secondo l’amministrazione comunale. La prima conferenza dei servizi, necessaria a fissare i parametri per lo spostamento dal sito nei terreni di proprietà della Colombo Severo, trasformati da agricoli a industriali nel 2005, ci sarebbe già stata. La proposta per creare una nuova piattaforma attrezzata di stoccaggio per i rifiuti edili potrebbe arrivare sulla scrivania del sindaco di Borgo già nel prossimo mese di ottobre. Le carte dovrebbero disegnare una spianata di cemento, necessaria ad ospitare i macchinari da 2,50 metri per trasformare in macerie i residui di cantiere. Un impianto da realizzare con una convenzione con il comune di Borgo San Giovanni, in cui, tra gli standard, saranno anche fissati i parametri per la mitigazione ambientale. Operazione ancora poco chiara per l’opposizione di “Alleanza democratica”. «Stiamo facendo tutte le valutazioni del caso - spiega Giovanni Frate - ma ad oggi non siamo riusciti a far emergere le motivazioni reali di questo ampliamento. Stiamo parlando di 35mila metri quadrati che oggi sono ancora aree verdi di questo comune. Cosa succederà una volta dato il via libera alla cementificazione?». «Sono terreni agricoli che non nel piano regolatore sono già classificati come industriali - precisa Buonsante -; la progettazione e l’iter di approvazione sono partecipati e condivisi con tutti gli enti preposti, non ultima la provincia di Lodi. È tutto alla luce del sole». Fonte: Il Cittadino

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