giovedì 10 settembre 2009

Green tax ai turisti per salvare le Maldive

Le sue acque cristalline ne fanno uno dei paradisi naturali più belli del pianeta, ma ora mettono a repentaglio la sua stessa sopravvivenza. L'arcipelago delle Maldive, 1.192 isole coralline a galla in mezzo all'Oceano Indiano, rischiano entro il 2100 di essere sommerse a causa dall'innalzamento del livello dei mari. Il presidente Mohammed Nasheed non ci sta e, dopo aver annunciato l'acquisto di una seconda patria sulla terraferma nel caso il suo paradiso venisse fagocitato dalle acque, ha deciso di provarle tutte, compreso lo sfruttamento della principale risorsa delle isole: il turismo.
La proposta è ora al vaglio del parlamento maldiviano e se passerà ogni turista per godere degli splendidi atolli dovrà sborsare, oltre ai costi della vacanza, altri 3 dollari al giorno per pagare la "green tax", ossia la tassa verde. Il balzello andrà a finanziare un ambizioso progetto: trasformare le Maldive nel primo paese "carbon neutral" nel giro di dieci anni. Ma impiantare pannelli solari, turbine eoliche e impianti a biomassa per eliminare le fonti di energia fossili, ha un prezzo molto alto. Per la precisione il costo del progetto è stimato in 1 miliardo e 100 milioni di dollari. Il paese però non naviga nell'oro, tanto che il presidente dovrà disertare la conferenza sul clima di Copenaghen di dicembre per mancanza di soldi. Un appuntamento fondamentale per Nasheed, che durante una conferenza a Male, la capitale delle Maldive, ha dichiarato: "La questione climatica è troppo importante per permettere che alcuni disaccordi fermino il processo. India, Cina, Brasile e Stati Uniti devono trovare un punto di contatto. Nessuno uscirà dalla conferenza di Copenaghen come vincitore se non troveranno un accordo. Il problema dovrebbe essere trattato come una questione di sicurezza nazionale, non solo ambientale".Il progetto per "far andare" le Maldive a energia rinnovabile è stato lanciato a marzo facendo affidamento su finanziatori esteri, che però a causa della crisi economica, stanno latitando. Uno sguardo veloce al bilancio statale e la soluzione è trovata. Oltre un quarto del prodotto interno lordo delle isole deriva dall'industria delle vacanze. Mediamente ogni anno 700 mila turisti (683.012 nel 2008) si abbronzano sulle bianche spiagge maldiviane, per non meno di 3 giorni. Il conto è presto fatto. Tassando ogni singolo visitatore per 3 dollari al giorno, le casse dello stato vedranno una iniezione di 6 milioni e 300 mila dollari l'anno. Mani nelle tasche ai turisti quindi, perché si rendano conto che la loro condotta e quella dei loro paesi può porre fine al mare cristallino e alle bianche spiagge. Italiani in primis, visto che assieme a britannici e tedeschi compongono più della metà dei villeggianti.Se le Maldive, da sole, non possono far nulla per arrestare i mutamenti climatici, almeno possono dare il buon esempio. E se non verrà seguito, si stanno premurando con una "polizza vita" molto particolare. Per i 350.000 abitanti delle isole, il presidente conta di acquistare terreni in India, Sri Lanka e Australia, dove trasferirsi qualora la vita sull'arcipelago dovesse essere impossibile a causa dell'innalzamento del livello del mare.Fonte: Repubblica.it

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