venerdì 25 settembre 2009

San Donato - Aerei fracassoni, il calvario continua

Il Sudmilano accarezza il sogno che Linate si trasformi in uno scalo sostenibile sul modello del “city airport” di Londra, ma palazzo Marino punta al potenziamento dei voli. Non è propriamente roseo lo scenario che gli esperti hanno tratteggiato nella serata di mercoledì in cui, alla presenza di numerosi residenti di Bolgiano, il sindaco Mario Dompé, insieme ad alcuni tecnici, ha puntato lo sguardo sulla situazione attuale e sulle prospettive per il domani dell’aeroporto che confina con San Donato. «Il comune di Milano, che è azionista della Sea – ha ricordato il comandante Remi Gori, in veste di consulente esperto -, ha già chiesto un aumento dei voli da 18 a 31: sotto il profilo normativo l’unica via per porre un freno è quella di puntare ad un “aeroporto metropolitano”, con attività ridotta il sabato e la domenica e l’utilizzo di velivoli a basso impatto acustico». Ma pesano grossi interrogativi anche sui contributi, tanto attesi dai cittadini aventi diritto, come indennizzo per il fracasso dei velivoli che sorvolano le abitazioni più esposte. «La commissione – ha ricordato il sindaco -, che dovrà stabilire i criteri per gli indennizzi, ha a disposizione un lasso di tempo da zero a 5 anni: noi stiamo facendo il possibile per chiudere quanto prima». L’amministrazione di San Donato tenterà anche di farsi cedere dal comune di Peschiera una strada secondaria che, se fosse in mano all’ente locale, trasformerebbe il territorio in “comune aeroportuale”, aprendo maggiori opportunità, consentite dalla normativa, di ottenere risposte celeri. Del resto, è emerso che la pagina degli attesi indennizzi, di fatto è ancora tutta da scrivere. Anche la fascia rossa che sulla mappa di San Donato configura le aree maggiormente disturbate di Bolgiano, in realtà non è definitiva, in quanto è suscettibile alle mutazioni dovute ad un eventuale incremento dei voli. «Occorre ancora stabilire – ha ricordato il tecnico del comune di San Donato, Enrico Vailati - i criteri con cui verranno distribuiti i fondi a disposizione. Ad esempio: dovranno essere trasmessi direttamente alla Sea, oppure passare per i comuni? E ancora, come andrà affrontato il problema delle case che sono toccate solo in parte da livelli di rumore che prevedono gli indennizzi? E poi, da cosa si parte? Prima i tetti e quindi gli infissi?». A queste domande dovranno rispondere gli addetti ai lavori dell’apposita commissione, i quali per il momento in via di massima hanno già stabilito che la priorità all’interno dei comuni verrà data ai complessi condominiali più datati, che per maggior tempo hanno subito i disagi.Anche la conquista ottenuta dal comitato antirumore circa otto anni fa sul “no” ai decolli a sud, è emerso dall’incontro, deve continuare ad essere difesa. Da più parti, cittadini in primis, è stato confermato che il numero di decolli mensili risulta superiore di quelli che vengono resi evidenti nei dati della Sea: testimonianze ritenute importanti, in quanto ai sandonatesi delle zone maggiormente “calde” è stato chiesta una collaborazione nel monitoraggio. «Bisogna stare attenti e cauti – ha concluso il presidente del comitato antirumore, avvocato Arturo Gioffredi -, in quanto ricordo che intorno a Linate gravitano posti di lavoro e grossi interessi economici. Per questo la Valutazione dell’impatto ambientale, che chiediamo da dieci anni, non è mai stata fatta: un quadro preciso della situazione, fa paura. In questo contesto i comuni, con la loro struttura, sono gli unici a poter garantire continuità nella difesa dei loro territori».Fonte: Il Cittadino

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