mercoledì 14 gennaio 2009

Consumo del territorio, Lodi è in testa

Le zone urbanizzate sono cresciute del 15,7 per cento ma le aree agricole costituiscono l’80 per cento della superficie totale.È la provincia lombarda che ha cementificato di più dal 2005 al 2007.

Mattone dopo mattone, il territorio lodigiano si è dimostrato il più “sciupasuolo” della Lombardia. Nel periodo che va dal 2005 al 2007, le zone dedicate alla cementificazione sono cresciute del 15,7 per cento, un vero “record” se si considerano i numeri delle altre province. Anche Mantova ha deciso di puntare il piede sull’acceleratore, le aree in cui si è costruito hanno registrato un più 11,1 per cento, mentre Brescia si è fermata al 10,8. I dati sono stati pubblicati lo scorso novembre sul mensile “Lombardia verde”, ma sono stati elaborati dall’Ersaf. L’Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste ha infatti aggiornato nei mesi scorsi la cartografia che mostra l’utilizzo del suolo, grazie alla collaborazione del Pirellone. Si è così scoperto che la città invade la campagna con una velocità media di dieci ettari al giorno. Per quanto riguarda il Lodigiano, se da una parte è vero che negli ultimi anni la cementificazione ha cavalcato a briglia sciolta, nella ricerca firmata dall’Ersaf spunta un altro elemento importante: le aree agricole sono ancora molte estese, coprono l’80 per cento della superficie provinciale, un patrimonio da salvaguardare. Basti pensare che in tutto lo Stivale, tra il 1990 e il 2000, le aree agricole sono diminuite di oltre 140mila ettari. Coldiretti, Confagricoltura e Cia si erano alleate con Legambiente, Wwf e Fai per creare un fronte comune ed evitare di distruggere le ultime aree verdi rimaste, attraverso un’adeguata pianificazione urbanistica. L’arrivo della Tem (Tangenziale est esterna), della Brebemi e il raddoppio della Paullese fra Milano e Crema non semplificheranno di certo la situazione. Anzi, saranno una golosa attrattiva per l’arrivo di altri capannoni. Ormai da otto anni, case, capannoni e strade si sono “mangiate” la campagna lombarda, una fetta pari a 26.600 ettari. Un andamento che rispecchia quello europeo, nel Vecchio Continente negli ultimi vent’anni l’estensione delle aree urbanizzate è aumentata del 20 per cento, contro una crescita della popolazione pari al 6 per cento. Secondo l’Ersaf, negli anni Novanta l’Europa ha perso dieci ettari di suolo solamente per la costruzione di autostrade. In Italia, ai primi posti nella classifica delle regioni con il più elevato tasso di aree artificiali, ci sono la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia e la Campania. Niente di nuovo sotto il sole per i cittadini della provincia di Lodi. Solo qualche tempo fa, Legambiente - insieme al Politecnico - aveva diffuso i dati Arpa riferiti al periodo 1999-2004. A Lodi si consumavano ogni anno 11 metri quadrati di suolo per abitante, una cifra da “capogiro”. I comuni lodigiani hanno da poco sottoscritto un patto per frenare la cementificazione del territorio. Si sono impegnati a non occupare più dell’uno per cento della superficie nei prossimi cinque anni. I cittadini resteranno alla finestra, per assicurarsi che la promessa venga davvero rispettata.

Fonte: Il Cittadino

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